La maggioranza valuta una nuova tassa sull’oro per finanziare la Manovra 2026 e cancellare la stretta sui dividendi infragruppo, duramente criticata da imprese e associazioni. L’idea, sostenuta da Giulio Centemero (Lega) e Maurizio Casasco (Forza Italia), punta a introdurre una tassazione agevolata sulla rivalutazione dell’oro da investimento (lingotti, monete e placchette) posseduto dalle famiglie italiane, per un valore stimato fra 133 e 166 miliardi di euro.
Secondo le prime simulazioni, la misura potrebbe generare fino a 2 miliardi di euro di gettito, circa il doppio di quanto necessario per coprire la cancellazione della norma sui dividendi. Il governo dovrà decidere entro il 14 novembre, termine per la presentazione degli emendamenti al Senato.
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Come funzionerebbe la tassa sull’oro
La proposta da aggiungere alla Manovra 2026, al vaglio della maggioranza, ricalca i precedenti interventi sulla rivalutazione di terreni, partecipazioni e criptoattività. Chi detiene oro fisico potrebbe regolarizzarlo pagando un’imposta sostitutiva ridotta al 12,5%, contro l’attuale tassazione al 26% sulle plusvalenze.
La misura si applicherebbe a coloro che vogliono avviare la procedura entro il 30 giugno 2026, coinvolgendo intermediari e operatori professionali iscritti al registro dell’Oam. L’imposta agevolata andrebbe versata entro il 30 settembre 2026. Per chi sceglie la rateizzazione, sarebbero previste tre tranche annuali con interessi del 3%.
Oggi, in mancanza di documenti di acquisto, chi vende oro paga il 26% sull’intero valore ceduto. La nuova norma eviterebbe questa penalizzazione, offrendo un condono parziale.
Quanto incasserebbe lo Stato
La proposta potrebbe valere tra 1,67 e 2,08 miliardi di euro, ipotizzando che solo il 10% dei detentori (pari a circa 120-150 tonnellate d’oro) scelga di aderire alla rivalutazione. Un importo elevato e sufficiente non solo a cancellare la stretta sui dividendi, ma anche a finanziare altre misure della legge di Bilancio senza modificare i saldi.
L’oro fisico detenuto in Italia è stimato tra 133 e 166 miliardi di euro di valore complessivo, un patrimonio potenzialmente enorme ma in gran parte “invisibile” al fisco.
L’idea di Centemero è quella di “far emergere la crescita di valore dell’oro e trasformarla in gettito immediato per l’Erario”. Per Forza Italia, invece, la misura rappresenta un compromesso per evitare ulteriori aumenti di tassazione sui dividendi e alleggerire la pressione su imprese e investitori.
Oro alle stelle: dal record storico
La misura nasce in un contesto di forte volatilità. A ottobre l’oro ha toccato il record di 4.381 dollari l’oncia, per poi subire un calo del 6% in un solo giorno, la peggior seduta in 12 anni. Negli ultimi due mesi, le quotazioni hanno segnato un rally del +25%, spinte dalle tensioni internazionali e dalla ricerca di beni rifugio.
Secondo gli analisti, il boom dell’oro riflette la combinazione di guerra commerciale USA-Cina, debito americano crescente e indebolimento del dollaro. Ora che le quotazioni sembrano stabilizzarsi, il governo italiano tenta di trasformare il valore accumulato in gettito fiscale.