Spese di manutenzione dei beni strumentali, come funziona la detrazione

Imprese e professionisti devono gestire fiscalmente le spese di manutenzione in modo differente. Vediamo come vanno portate in detrazione

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Uno degli oneri a cui devono far fronte le imprese sono le spese di manutenzione dei beni strumentali: non sempre questi costi possono essere scaricati completamente nel corso dell’anno di competenza. A fornire una serie di indicazioni precise e ben dettagliate su come debbano essere gestiti questi oneri ci ha pensato l’articolo 102, comma 6 del Tuir, che ha fissato la deducibilità delle spese di manutenzione ordinaria al 5% del valore complessivo dei beni ammortizzabili.

Queste regole devono essere applicate alle società di capitali (i soggetti Ires) e alle imprese individuali che devono versare l’Irpef in regime d’impresa. Non valgono per i professionisti, che, almeno a partire dal 2024, sono sottoposti a norme completamente diverse.

La quota deducibile delle spese di manutenzione

Le imprese hanno la possibilità di portare in deduzione dal reddito imponibile le spese per la manutenzione dei beni strumentali nel limite del 5% del costo complessivo che hanno sostenuto per acquistare i beni, così come risulta dal registro dei beni ammortizzabili.

Il plafond per determinare il limite di deducibilità viene determinato considerando il costo iniziale dei beni materiali ammortizzabili che risultano all’inizio dell’esercizio. In questo elenco:

Non è necessario ragguagliare il costo dei beni acquistati o ceduti nel corso dell’esercizio nel quale l’operazione di acquisto o cessione è stata effettuata.

Nel caso in cui il bene dovesse essere a deducibilità limitata il costo da prendere in considerazione è quello rilevante ai fini degli ammortamenti.

Proviamo a fare un esempio per comprendere meglio:

per un’automobile costata 20.000 euro, il cui limite fiscale è pari a 18.076 deducibile al 20%, per il calcolo del plafond è necessario prendere in considerazione 3.615 euro.

Per quanto riguarda i fabbricati, il costo da prendere in considerazione è quello al netto delle aree nelle quali gli stessi sono stati realizzati.

Quando i beni sono stati rivalutati, è necessario prendere in considerazione il valore rivalutato.

Eventuali beni non strumentali o non ammortizzabili devono essere esclusi. L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 9/826/1980, ha precisato che le eccedenze deducibili negli esercizi successivi devono essere gestite autonomamente rispetto agli stessi beni e alla loro eventuale cessione.

Cosa non deve essere preso in considerazione

Per calcolare il plafond delle spese di manutenzione deducibili non devono essere presi in considerazione:

Riuscire a gestire in modo corretto il meccanismo del plafond permette di pianificare in modo efficiente, dal punto di vista fiscale, gli interventi di manutenzione che si rendono necessari nel corso del tempo.

In questo modo possono essere concentrate le spese straordinarie nel corso degli anni in cui è presente una maggiore capienza fiscale, andando a massimizzare la deduzione immediata, senza dover riportare delle eccedenze nel corso degli anni successivi.

Esempio pratico di deduzione con spese di 10mila euro

Vediamo come funziona pragmaticamente la deduzione: un’azienda ha sostenuto delle spese di manutenzione per un importo pari a 10.000 euro.

Al 1° gennaio del periodo d’imposta, la stessa ha in carico dei beni materiali ammortizzabili per un valore complessivo pari a 90.000 euro.

Stando a quanto è stato stabilito dall’articolo 102, comma 6 del Tuir, il limite deducibile massimo risulta essere pari dunque a 4.500 euro.Fino a un importo pari a 4.500 euro le spese di manutenzione possono essere portate in deduzione nel corso dello stesso esercizio.

L’eccedenza costituisce una variazione temporanea in aumento ai fini fiscali, che molto pragmaticamente determina delle imposte anticipate, che verranno riassorbite nel corso dei seguenti 5 anni.

Se l’azienda avesse sostenuto spese di manutenzione per 6.000 euro:

Come si compila il Modello Redditi

Da un punto di vista strettamente operativo, l’azienda deve gestire correttamente il Modello Redditi, nel quale dovrà indicare:

Come si devono muovere i professionisti

Il Dlgs n. 192/2024 ha introdotto una netta separazione tra i professionisti e le imprese per quanto riguarda le spese di manutenzione degli immobili.

A differenza di quanto previsto per le aziende i professionisti possono portare completamente in deduzione le spese di manutenzione ordinaria degli immobili seguendo il criterio di cassa.

In altre parole possono scaricare i costi nel momento in cui li hanno sostenuti, senza il vincolo del plafond del 5%.

Siamo di fronte a un’importante semplificazione della quale può beneficiare chi esercita una professione, che non è più tenuto a calcolare la base dei beni ammortizzabile e gestire di conseguenza le varie eccedenze.

Tale gestione permette di portare in deduzione i costi sostenuti in tempi molto rapidi, senza particolari problemi.

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