Nuove tasse per l’Italia, ecco la road map fiscale 2024 dell’Ue

La Commissione europea ha tracciato una dettagliata roadmap fiscale per il 2024, che potrebbe comportare l'introduzione di nuove tasse per l'Italia

Pubblicato: 6 Giugno 2024 11:48

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

La Commissione europea ha tracciato una dettagliata roadmap fiscale per il 2024, delineando le attività previste nel campo fiscale e doganale attraverso il Management Plan 2024 della Direzione generale della Fiscalità e dell’Unione doganale (Dg Taxud). Questo piano rivela un impegno sostanziale dell’Ue su vari fronti, dall’ambiente alla riforma fiscale internazionale, con implicazioni significative per l’Italia e il suo sistema economico.

Tasse più elevate sulle fonti di energia inquinanti

Una delle sfide più urgenti e rilevanti, a livello internazionale, è l’integrazione del Fisco nel Green Deal europeo, in modo che ci sia una certa sinergia tra politiche fiscali e obiettivi ambientali. L’Ue, in particolare, mira a imporre tasse più elevate sulle fonti di energia inquinanti, promuovendo un sistema energetico sostenibile. Questo include il Carbon border adjustment mechanism (Cbam), un meccanismo che richiede agli importatori di prodotti da paesi non-UE di dichiarare le emissioni della loro merce.

E in questo contesto ci sono diversi modi in cui ciò può avvenire. Per esempio, una delle principali strategie fiscali per promuovere la sostenibilità ambientale è la tassazione delle emissioni di carbonio, già previsto con la Carbon Border Adjustment Tax, che tassa le emissioni associate ai prodotti importati, o attraverso l’imposizione di tasse sulle emissioni dirette in determinati settori.

Alcuni Paesi stanno esplorando anche l’idea di tassare l’estrazione delle risorse naturali, come l’acqua o i minerali, per promuoverne un uso più sostenibile e per incoraggiare l’adozione di alternative più ecologiche. Le entrate garantite da questo tipo di imposta, poi, saranno utilizzate per finanziare nuovi incentivi fiscali per le energie rinnovabili e la sostenibilità

Per l’Italia, tutto questo potrebbe significare un allineamento più stretto alle politiche ambientali europee, ma anche nuove sfide per le industrie tradizionali.

Tassazione delle imprese

Un altro aspetto cruciale riguarda la riforma internazionale dell’imposta sulle società. La Commissione europea sta lavorando per supportare i negoziati su un nuovo pacchetto legislativo per la tassazione delle società, con un focus sul trasferimento dei prezzi. Di fatto, si tratta di procedere con una regolamentazione dei prezzi di trasferimento tra le diverse divisioni o filiali di una stessa azienda multinazionale. Questo concetto è particolarmente rilevante nel contesto della riforma internazionale dell’imposta sulle società, che mira a garantire una tassazione equa delle attività commerciali transfrontaliere.

Le aziende multinazionali spesso commerciano internamente tra le loro filiali o divisioni in paesi diversi, determinando i prezzi dei beni o dei servizi trasferiti tra di esse. Questi prezzi di trasferimento possono influenzare i profitti dichiarati in ciascun paese e quindi l’importo delle imposte pagate.

Il focus sul trasferimento dei prezzi si concentra su due principali obiettivi:

Questo potrebbe influenzare quindi significativamente le politiche fiscali italiane nei confronti delle multinazionali e delle imprese transfrontaliere, con potenziali impatti sulle entrate fiscali nazionali.

Iva digitale e riforma doganale

La Commissione sta anche lavorando all’introduzione dell’Iva digitale, che mira a modernizzare la gestione dell’imposta e a ridurre i costi amministrativi per le imprese transfrontaliere. Questo potrebbe semplificare le procedure per le aziende italiane che operano a livello internazionale, ma richiederà un adattamento ai nuovi regolamenti.

Inoltre, l’Unione doganale europea si prepara a una significativa riforma, con l’obiettivo di affrontare le sfide poste dalla crescita dei volumi di scambio, dalle nuove tecnologie e dalla transizione verde. Questo potrebbe influenzare direttamente il commercio italiano e richiedere una maggiore adattabilità da parte delle imprese e delle istituzioni del Paese.

Quindi, la road map fiscale dell’UE per il 2024 presenta una serie di sfide e opportunità per l’Italia. Mentre le nuove tasse e le riforme fiscali possono rappresentare un carico aggiuntivo per l’economia italiana, di fatto offrono la possibilità di allinearsi meglio alle politiche europee e di partecipare attivamente alla transizione green e quindi verso un’economia più sostenibile e resiliente. L’Italia dovrà navigare con prudenza attraverso queste nuove dinamiche, bilanciando le esigenze economiche nazionali con le richieste e le opportunità dell’UE.

Il ruolo chiave del PNRR

In tutto questo, un ruolo chiave ha l’UE nella gestione del Pnrr in Italia, per garantire che la politica fiscale supporti appieno gli obiettivi di ripresa economica e di transizione verde del paese.

Infatti, una parte significativa dei fondi del PNRR è destinata ad investimenti che favoriscono la transizione verde. Ciò include progetti per la riduzione delle emissioni di carbonio, l’efficienza energetica, le energie rinnovabili e la protezione ambientale. Tali investimenti possono essere incentivati attraverso regimi fiscali speciali o sgravi fiscali per le imprese che adottano pratiche e tecnologie sostenibili, contribuendo così a raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo.

Il PNRR prevede anche investimenti significativi nell’innovazione, nella ricerca e nello sviluppo, nonché nella digitalizzazione dell’economia. Questi investimenti possono incoraggiare la crescita di settori ad alta tecnologia e a bassa emissione di carbonio, contribuendo a riformare il tessuto economico del paese e ad adattarlo alle esigenze di una società verde e digitale.

Ciò potrebbe includere la modernizzazione dei sistemi fiscali e doganali, il potenziamento dei controlli e delle sanzioni per l’evasione fiscale e la promozione di una cultura di responsabilità fiscale tra le imprese.

Si tratta di risorse che, di fatto si vanno ad integrare a quelle già in corso o in programma, attraverso gli investimenti nelle infrastrutture, nell’istruzione e nella formazione professionale, che possono migliorare la competitività delle imprese italiane e aumentare la loro capacità di generare profitti sostenibili e di pagare le tasse dovute. Tasse che poi verranno riutilizzate e reinvestite, come abbiamo visto.

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