Dichiarazione dei redditi dimenticata, c’è il Modello Redditi PF Tardivo

Fino al 29 gennaio 2026 è possibile presentare il Modello Redditi PF Tardivo come dichiarazione dei redditi, con qualche sanzione da pagare

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Deadline al 29 gennaio 2026. C’è tempo fino a questa data per presentare il Modello Redditi PF Tardivo. Pagando una sanzione di 25 euro per il ritardo maturato e le sanzioni per l’omesso o insufficiente versamento del saldo e degli acconti, il contribuente può presentare la dichiarazione dei redditi e sanare la propria posizione. È possibile infatti presentare la documentazione tardiva entro 90 giorni dalla scadenza prevista dalla legge, andando oltre i termini ordinari. Tuttavia è necessario mettere in conto qualche ulteriore onere da versare rispetto alle consuete imposte.

Ricordiamo, infatti, che il calendario fiscale previsto dalla normativa italiana è ben scandito e prevede una serie di appuntamenti nel corso dell’anno, sia per la presentazione del Modello 730 che del Modello Redditi PF, ma anche per quel che riguarda il versamento delle tasse e delle imposte che ne derivano.

Modello Redditi PF Tardivo, la scadenza del 29 gennaio

Ultimo appuntamento per mettersi in regola con la dichiarazione dei redditi 2025 è il 29 gennaio 2026, data entro la quale deve essere presentato il Modello Redditi PF Tardivo. Viene considerata tardiva la documentazione che il contribuente presenta dopo il 31 ottobre 2025 ma entro i 90 giorni successivi.

Se da un lato il legislatore permette ai contribuenti di mettersi in regola in ritardo con la dichiarazione dei redditi, dall’altra ha previsto delle sanzioni amministrative per quanti non sono stati puntuali (articolo 2, comma 7, del Dpr n. 322/98).

In un certo senso possiamo affermare che la documentazione presentata entro 90 giorni viene ritenuta ancora valida, oltre questa data viene ritenuta omessa.

Come deve essere presentato il modello tardivo

Ma come deve procedere il contribuente per presentare la dichiarazione dei redditi oltre il termine ordinario rimanendo al di sotto dei 90 giorni? Pragmaticamente la strada da seguire è la seguente:

Il contribuente deve presentare la dichiarazione dei redditi ed effettuare i versamenti contestualmente.

Le sanzioni previste

Capitolo indubbiamente importante legato al Modello Redditi Pf Tardivo sono le sanzioni. Benché tutta la documentazione venga ritenuta presenta, il contribuente deve mettere in conto una serie di oneri maggiori per sanare la propria posizione.

La sanzione minima che viene applicata in questo caso varia tra i 250 e i 1.000 euro. Questa è la sanzione prevista dall’articolo 1 del Dlgs n. 471/97 nel caso in cui ci dovessero essere delle imposte da versare.

Accanto a questo onere sono previste anche sanzioni amministrative pecuniarie per l’omesso versamento delle imposte, nella misura del 25%, così come previsto dall’articolo 13 del Dlgs n. 471/97 – su questo argomento è intervenuta l’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 42/E/2016.

Riassumendo, ci sono due diverse sanzioni da versare:

Entrambe possono essere ridotte utilizzando lo strumento del ravvedimento operoso.

Il visto di conformità

Sulla dichiarazione dei redditi presentata tardivamente il contribuente ha la possibilità di apporre il visto di conformità. Sono dovute, a ogni modo, le imposte che abbiamo visto al punto precedente e le relative sanzioni.

Il visto serve a regolarizzare completamente l’utilizzo del credito quando ci sono degli importi superiori a 15.000 euro.

L’utilizzo del ravvedimento operoso

Uno dei casi in cui il ravvedimento operoso viene utilizzato più di frequente è quello collegato alla presentazione del Modello Redditi PF Tardivo.

Come abbiamo visto in precedenza la presentazione della dichiarazione dei redditi entro 90 giorni dalla scadenza ufficiale prevede due casi particolari:

La lettera c) del comma 1 dell’articolo 13 del Dlgs n. 427/97 prevede che la sanzione venga ridotta a 1/10 del minimo. In altre parole, il contribuente, quando non ci sono della sanzioni da versare, si vede applicare una sanzione pari a 25 euro. La sanzione piena sarebbe pari a 250 euro.

Nel secondo caso è necessario inserire nel ravvedimento operoso anche i versamenti non effettuati, che dovranno essere aggiunti alla sanzione ridotta di 25 euro.

Le sanzioni specifiche per il Quadro RW

Particolare attenzione deve essere posta al quadro RW quando viene presentato con un ritardo inferiore a 90 giorni. In questo caso è applicabile una sanzione fissa pari a 258 euro: a prevederlo è l’articolo 5 del Decreto Legge n. 167/90.

Il quadro RW non è un’autonoma dichiarazione ma è un obbligo di natura tributaria, che deve essere assolto all’interno della dichiarazione dei redditi.

In questo caso il ravvedimento entro 90 giorni rientra in pieno in quanto previsto dall’articolo 13, comma 1 lett. a-bis) del Dlgs n. 472/97: la sanzione di 258 euro viene ridotta a 1/9 nel momento in cui si ravvede unicamente il quadro RW o quando l’operazione viene effettuata congiuntamente con la presentazione tardiva della dichiarazione dei redditi.

Il contribuente, per questo ritardo, dovrà pagare una sanzione pari a 28,67 euro. Il codice tributo da utilizzare dovrebbe essere 8911 (mancano dei chiarimenti ufficiali da parte dell’Agenzia delle Entrate in tal senso), con l’indicazione dell’anno nel quale è stata commessa la violazione.

Ovviamente il contribuente dovrà inserire nel ravvedimento operoso anche i tardivi versamenti dell’Ivie e dell’Ivafe.

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