Saldo dell’Imu in scadenza il 16 dicembre, si paga l’ultima rata dell’imposta sulla casa

il 16 dicembre scade la seconda rata dell'Imu, l'Imposta municipale unica sulla proprietà della casa: sono esenti le prime case, a meno che non siano immobili di lusso

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

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Il 16 dicembre scade la seconda rata dell’Imu, la principale tassa sulla proprietà degli immobili in Italia. La cosiddetta seconda rata è in realtà un conguaglio dell’acconto pagato a giugno e rappresenta di norma il 50% dell’imposta dovuta. La cifra può però variare leggermente in alcuni casi, perché calcolata con aliquote diverse.

Sono differenti le esenzioni da questa imposta. La più importante è la prima casa utilizzata come abitazione principale, sulla quale non si paga nessuna tassa. Inoltre, non dovranno pagare nulla tutti coloro che hanno deciso di versare l’Imu in un’unica soluzione a giugno.

Seconda rata dell’Imu in scadenza

Dovranno pagare la seconda rata dell’Imu tutti coloro che, a giugno, hanno versato soltanto il primo acconto invece dell’intero ammontare dell’Imposta municipale unica. Gli immobili sottoposti a questa tassa sono:

A dover versare l’imposta sono i “titolari dei diritti reali” sull’immobile, come specificato dalla legge. In quasi tutti i casi, si tratta dei proprietari, ma può trattarsi anche di:

Nel caso di comproprietà, ogni titolare paga l’Imu in proporzione alla propria percentuale di proprietà.

Chi è esente dall’Imu

La legge prevede diversi casi in cui è possibile non pagare l’Imu. Il più noto è quello della cosiddetta prima casa. L’abitazione di proprietà utilizzata come principale non è sottoposta a questo tipo di imposta. È però necessario avervi la residenza anagrafica. Altre esenzioni sono:

Queste sono le esenzioni generali garantite dalla legge statale. L’Imu però è una tassa largamente gestita dai Comuni, che la riscuotono e la utilizzano come principale fonte di entrate per i propri bilanci. Per questa ragione, ogni comune può prevedere ulteriori esenzioni e agevolazioni in determinate situazioni.

Sconti e importo minimo

Oltre alle esenzioni totali esistono anche vari sconti parziali. Il più conosciuto è quello del comodato gratuito a genitori o figli che utilizzano l’immobile come abitazione principale. In questo caso, l’Imu è ridotta del 50%, ma bisogna rispettare alcuni parametri:

Si ottiene uno sconto del 25% sull’Imu sulle abitazioni affittate in canone concordato e del 50% sugli immobili storici, inagibili o inabitabili. Questi sconti non possono però portare l’Imu sotto il minimo nazionale, fissato a 12 euro.

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