Credito Iva, conviene la compensazione o il rimborso: come si ottengono

A fine anno ci si può ritrovare con un importante credito Iva: come ottenerne l'accredito o usarlo per altre tasse con la compensazione

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Trovarsi a fine anno fiscale con un credito Iva. La prima domanda che ci si pone è come possa essere accaduto. La seconda, invece, è cosa ne faccio? Soffermiamoci sul secondo dubbio: si può scegliere di portare il tutto in compensazione o chiedere un bel rimborso.

Ma cosa è meglio scegliere? La risposta non è univoca per tutti i contribuenti: bisogna scegliere l’opzione che meglio si adatta alla propria situazione fiscale, ai debiti fiscali e alle prospettive di crescita futura.

Come si viene a generare il credito Iva

Prima di tutto cerchiamo di comprendere in quale modo si viene si viene a creare il credito Iva. Il meccanismo è molto semplice: l’imposta che è stata pagata sugli acquisti supera quella che è stata incassata dalle vendite.

Siamo davanti a una differenza che, ai fini pratici, diventa un credito nei confronti dello Stato. Non è un bonus o un regalo fiscale. Sono state semplicemente anticipate delle somme che non competevano.

Il credito emerge generalmente dalla dichiarazione annuale Iva o dalle liquidazioni trimestrali. Ed è una situazione in cui ci si può trovare molto più spesso di quello che si possa immaginare.

È il caso di un’azienda che opera prevalentemente con l’estero, dato che le fatture che emette non sono imponibili ai fini Iva.

Pensiamo anche a una startup, che nelle fasi iniziali della propria attività deve effettuare degli investimenti importanti in macchinari e infrastrutture, nonostante un fatturato ancora modesto.

Sono casi nei quali il credito Iva può diventare strutturale e non un semplice episodio isolato.

Riuscire a gestire in modo corretto il credito Iva diventa un aspetto non da poco nella pianificazione finanziaria dell’azienda.

Non essere in grado di utilizzarlo nel modo migliore significa immobilizzare una parte della liquidità, che potrebbe essere impiegata in qualche altro modo.

Credito Iva
💶 Cos’è È l’eccedenza di Iva a favore del contribuente quando l’imposta sugli acquisti supera quella sulle vendite
📉 Perché si forma Investimenti elevati
Operazioni non imponibili
Export
Differenza di aliquote tra acquisti e vendite
🧾 Quando emerge Dalle liquidazioni Iva periodiche o dalla dichiarazione Iva annuale
💸 Rimborso Iva Il credito viene restituito dall’Agenzia delle Entrate sul conto del contribuente, con tempi e requisiti specifici
🔁 Compensazione Iva Il credito viene utilizzato nel Modello F24 per pagare imposte e contributi dovuti
⚠️ Limiti e controlli Oltre 5.000 euro sono necessari il visto di conformità e la presentazione preventiva della dichiarazione Iva
🚨 Rischi L’uso indebito del credito comporta recupero dell’imposta, interessi e sanzioni

Credito Iva per pagare i tributi: la compensazione

Il credito Iva può essere utilizzato per pagare altre imposte o tasse. È, sostanzialmente, l’istituto della compensazione, che permette di estinguere dei tributi di natura diversa.

Invece di attingere ai fondi depositati in banca per pagare le imposte sui redditi o i contributi previdenziali è possibile utilizzare il credito Iva maturato.

Da un punto di vista strettamente pragmatico ci sono due diverse tipologie di compensazione, con caratteristiche diverse che è bene comprendere:

Come funziona la compensazione verticale

Con la compensazione verticale viene utilizzato il credito Iva per pagare dell’altra Iva. Quanto maturato nel corso dell’anno precedente viene utilizzato per coprire i versamenti periodici futuri.

Il legislatore, in questo caso, non ha previsto particolari limiti di importo o dei requisiti da rispettare: è una semplice gestione interna dell’imposta sul valore aggiunto.

Come funziona la compensazione orizzontale

La compensazione orizzontale è la pratica che davvero interessa a chi ha un credito Iva, che può essere utilizzato per pagare, ad esempio:

Con importi inferiori a 5.000 euro la compensazione è libera e il contribuente la può utilizzare dal primo giorno dell’anno successivo rispetto a quello nella quale ha maturato il credito.

È possibile agire in totale autonomia e non è necessario attendere la dichiarazione annuale.

I vincoli della compensazione orizzontale

Un po’ più di attenzione deve essere prestata quando il credito Iva supera i 5.000 euro. In questo caso ci si trova davanti a due vincoli non di poco conto:

Bisogna attendere il 10° giorno successivo alla presentazione della dichiarazione Iva dalla quale è emerso il credito Iva (vincolo temporale) e sulla dichiarazione Iva deve essere stato apposto il visto di conformità da parte di un professionista abilitato (vincolo procedurale).

Un esempio pratico

Vediamo come funziona il tutto molto pragmaticamente.

A fine anno un contribuente si trova un credito Iva di 20.000 euro.

A questo punto:

Le agevolazioni per i contribuenti virtuosi

Alcune agevolazioni sono previste per i contribuenti che applicano gli Isa, ossia gli Indici Sintetici di Affidabilità e hanno dei punteggi elevati.

Chi ha ottenuto, nel periodo d’imposta precedente:

Queste novità, introdotte di recente, sono particolarmente importanti perché premiano chi si dimostra più affidabile dal punto di vista fiscale.

Anche chi ha aderito al concordato preventivo biennale può beneficiare delle stesse agevolazioni per i crediti che ha maturato nel periodo di adesione.

Come si ottiene il rimborso dell’Iva

Una delle alternative a quanto abbiamo visto fino a questo momento è il rimborso del credito Iva.

Come si potrà ben comprendere, chi dovesse decidere di procedere in questo senso può ottenere materialmente le somme che ha anticipato. Verranno accreditate sul conto fiscale.

Ha senso valutare quest’opzione nel momento in cui:

Il rimborso Iva può essere richiesto a fronte di un credito pari ad almeno 2.582,28 euro.

La richiesta deve essere formulata all’interno della dichiarazione annuale Iva. Deve essere compilato l’apposito quadro e va presentata nel periodo compreso tra il 1° febbraio e il 30 aprile di ogni anno.

Ma attenzione agli importi:

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