Busta paga di dicembre più bassa a causa del conguaglio Irpef: di cosa si tratta

A seguito del conguaglio Irpef, la busta paga di dicembre potrebbe essere più bassa. Vediamo quando avviene e perché si corre questo rischio

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Siamo abituati a parlare dei rimborsi che scaturiscono dal Modello 730, ma è importante soffermarsi anche sul conguaglio Irpef che il datore di lavoro effettua direttamente sulla busta paga. Serve per allineare l’ammontare delle ritenute effettuate nel corso dell’anno con quello delle imposte che il dipendente avrebbe dovuto realmente versare alla luce della sua reale situazione reddituale.

Prima di proseguire ricordiamo che i lavoratori dipendenti che presentano il Modello 730 riescono a usufruire di due importanti vantaggi:

Cosa sono i conguagli Irpef in busta paga

Volendo sintetizzare al massimo il conguaglio Irpef in busta paga è una rettifica che viene fatta direttamente dal datore di lavoro sull’ultima retribuzione dell’anno. Serve ad allineare l’ammontare delle ritenute Irpef effettuate nel corso dell’anno all’ammontare di quelle che si devono fare sulla base della situazione fiscale complessiva del lavoratore.

Le ritenute che vengono effettuate ogni mese sulla base dello stipendio percepito e delle detrazioni che spettano, infatti, non possono tenere conto delle variabili che vanno a influenzare il calcolo dell’Irpef annuale, che sono determinate, ad esempio, da:

Possiamo quindi dire che questo cambiamento ha uno scopo ben preciso. Andare a bilanciare le differenze che si sono venute a verificare nel corso dell’anno. In questo modo ci si assicura che il lavoratore paghi in modo esatto l’Irpef che deve per quell’anno.

Nel caso in cui nel corso dell’anno siano state effettuate delle trattenute di troppo, il sostituto d’imposta provvederà a effettuare il rimborso in busta paga. Quando, invece, ne sono state versate troppo poche, viene effettuata una trattenuta aggiuntiva.

Quando viene effettuata la trattenuta in busta paga

Irpef è l’acronimo di Imposta sul reddito delle Persone Fisiche. Deve essere pagata da tutte le persone fisiche, indipendentemente che siano un lavoratore dipendente o un pensionato.

Quando sono dotati di un sostituto d’imposta, che può essere il datore di lavoro o l’ente che eroga la pensione, spetterà direttamente a quest’ultimo effettuare tutte le trattenute del caso. Il rimborso o la trattenuta vengono effettuati direttamente in busta paga o sul cedolino della pensione.

Alcuni contribuenti, però, sono esonerati dal pagamento dell’Irpef. In questa categoria rientrano quanti hanno un reddito minimo e alcune categorie di pensionati. Non devono pagare nulla:

Nel caso in cui un lavoratore dipendente abbia un reddito inferiore a 8.000 euro annui lordo dovrà informare il proprio datore di lavoro dell’assenza di altri redditi. Il sostituto d’imposta, a questo punto, non applicherà l’Irpef in busta paga. Lo stesso ragionamento vale per chi percepisce una pensione, che dovrà comunicarlo all’Inps.

Gli obblighi del contribuente

In un certo senso potrebbe sembrare che tutte le pratiche siano state delegate al sostituto d’imposta e che quindi il diretto interessato non debba fare nulla.

Nella realtà dei fatti, però, il contribuente è tenuto a controllare se è obbligato o meno a presentare la dichiarazione dei redditi. È tenuto a farlo, per esempio, quando è in possesso di più di una certificazione unica: questa situazione fa scattare l’obbligo di presentare il Modello 730 alle scadenze previste.

Qualora si dovesse venire a verificare questa eventualità, il contribuente potrebbe trovarsi nella situazione di versare delle imposte maggiori rispetto a quelle che sono state trattenute nel corso dell’anno dai datori di lavoro.

Il maggiore versamento si viene a determinare perché la somma dei redditi maturati con i vari datori di lavoro, potrebbe portare a versare delle imposte maggiori rispetto a quelle che sono state calcolate dalle singole aziende.

Il sostituto d’imposta ricalcola quanto versare

Altro compito che spetta ai sostituti d’imposta è quello di effettuare i conguagli direttamente in busta paga che scaturiscono dai conteggi del Modello 730. Le tempistiche di questa operazione sono condizionate dal momento in cui vengono ricevuti i prospetti di liquidazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Le somme a debito o a credito che emergono dalla dichiarazione dei redditi devono essere conguagliate dal datore di lavoro nella prima retribuzione utile a seguito della ricezione del Modello 730/4.

La ricezione di questa documentazione arriva presso la sede telematica del sostituto d’imposta, che deve essere comunicata con la compilazione del quadro CT della certificazione unica o attraverso una comunicazione Cso nel caso in cui la suddetta comunicazione venga effettuata dopo la presentazione della Cu.

A seguito della presentazione del Modello 730 il contribuente si può trovare in due differenti situazioni:

Nel caso in cui il soggetto in questione si dovesse trovare nella seconda situazione, le maggiori imposte si pagano in busta paga. Il contribuente troverà il risultato del ricalcolo delle imposte con la voce: Irpef a debito da dichiarazione modello 730.

Il debito fiscale può essere rateizzato in cinque rate mensili, a partire dal mese di agosto, ovviamente se la dichiarazione dei redditi è stata presentata nei tempi utili per farlo.

Stipendio più basso a dicembre: chi rischia

Alcuni lavoratori dipendenti potrebbero trovarsi lo stipendio di dicembre più basso, indipendentemente dai risultati del Modello 730. Questo avviene perché le imposte che sono state versate nel corso dell’anno sono state inferiori rispetto a quelle realmente dovute.

Il conguaglio può avvenire unicamente con l’ultima busta paga dell’anno, perché solo in questo momento è noto l’ammontare definitivo delle retribuzioni che sono state percepite nel corso dell’anno.

Le trattenute che sono state effettuate da gennaio a novembre sono parziali. Con quella di febbraio il datore di lavoro simula quello che potenzialmente potrebbe essere il reddito annuo e su questa cifra effettua i calcoli per le trattenute mensili.

A fine anno vengono effettuate le correzioni: la busta paga sarà più alta del consueto se fino a quel momento è stato pagato troppo, più bassa se si è pagato troppo poco.

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