Concordato preventivo, sanatoria senza sanzioni e interessi sui redditi 2018-2022

Il concordato preventivo biennale è di fatto un condono: con un pagamento simbolico in 24 rate mensili è possibile regolarizzare l'evasione di decine di migliaia di euro

Pubblicato: 1 Ottobre 2024 13:24

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’adesione al concordato preventivo biennale per il 2024-2025 rappresenta di fatto una sanatoria per le partite Iva che abbiano evaso il Fisco nel periodo 2018-2022. Lo prevede un emendamento di maggioranza al decreto Omnibus approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato.

Il testo è stato firmato da Fausto Orsomarso di Fratelli d’Italia, Massimo Garavaglia della Lega e Dario Damiani di Forza Italia e interessa una potenziale platea di 4,5 milioni di lavoratori autonomi e partite Iva che potranno regolarizzare le somme evase nel periodo considerato con uno sconto sulle imposte, nessuna sanzione e zero interessi legali.

Gli Indici sintetici di affidabilità

Il contribuente che aderisce al concordato può sanare la propria posizione in maniera inversamente proporzionale al grado di “affidabilità fiscale”. Tale affidabilità è determinata dagli Isa, Indici sintetici di affidabilità. A chi è stato assegnato il valore massimo, Isa 10, viene consentito di regolarizzare la propria posizione dichiarando il 5% dell’imponibile evaso per poi versare su tale base il 10% di imposte.

I contribuenti considerati poco affidabili, ovvero quelli con un’Isa inferiore a 6, pagheranno un’aliquota massima del 15% sul 50% dei ricavi non dichiarati. E per gli introiti incassati negli anni del Covid c’è uno sconto del 30% sulle imposte dovute.

Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione entro il 31 marzo 2025, o entro il 30 novembre 2024 per l’anno d’imposta 2018, ma si può pagare anche in 24 rate mensili.

Questa sorta di mega ravvedimento operoso, rappresenta un ulteriore beneficio per gli interessati, oltre al sistema di aliquote ridotte (dal 3% al 15% sui maggiori redditi dichiarati nel 2024 e nel 2025). E oltre alla garanzia che chi aderisce non finirà nella black list dei controlli dell’Agenzia delle entrate.

La simulazione

Un lavoratore autonomo che abbia incassato 100.000 euro nascondendoli al Fisco, aderendo al concordato preventivo biennale potrebbe mettersi in regola versando allo Stato il 10% di aliquota sul 5% di imponibile evasa, ovvero un totale di 500 euro, che calano 350 euro se l’evasione è avvenuta nel periodo della pandemia. Su tale somma, come detto, non gravano imposte, sanzioni e interessi. E si può procedere a pagare in 24 rate, per un totale di 20,83 al mese (o 14,58 euro sulle somme relative al periodo della pandemia).

In mancanza di tale possibilità, un lavoratore sarebbe stato costretto a pagare tra i 24.000 e i 35.000 euro di Irpef, a seconda del regime di riferimento.

Opposizioni sul piede di guerra

Per l’approvazione, il governo ha passato la palla al parlamento ma ha posto la fiducia sul testo. L’emendamento ha richiesto una copertura di 986 milioni per i prossimi 5 anni.

Le opposizioni sono insorte, ritenendo che la misura sia eccessivamente favorevole agli evasori e che possa incentivare l’evasione fiscale ingenerando un senso di sostanziale impunità. “È tecnicamente un condono perché si riduce fino al 5% l’imponibile evaso e di conseguenza l’imposta dovuta”, insorge Maria Cecilia Guerra del Pd, ex sottosegretaria all’Economia.

Attraverso questo emendamento la maggioranza punta a invogliare lavoratori e imprese ad abbracciare il concordato preventivo biennale, dal quale il governo spera di ottenere quei 2 miliardi di euro necessari per estendere la riduzione dell’Irpef ai redditi fino a 60.000 euro.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963