Che differenza c’è tra imposte dirette e indirette

Analizziamo la differenza che c'è tra le imposte dirette e indirette. Le prime sono quelle applicate sui guadagni prodotti, le seconde sono quelle che vengono applicate sulle varie spese fatte

Pubblicato: 27 Giugno 2020 11:49Aggiornato: 20 gennaio 2024 17:02

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

L’ordinamento italiano prevede diverse tipologie di imposte, anche se la suddivisione più importante che è possibile effettuare è tra le imposte dirette e indirette. Queste sono a tutti gli effetti due tipi diversi di imposte, che, ovviamente, agiscono in maniera differente e comportano adempimenti di tipo diverso da parte dei contribuenti. Ma cerchiamo di capire meglio quali differenze intercorrano tra le varie modalità di tassazione.

Imposte, tasse e contributi: quali differenze ci sono

Prima di addentrarci tra le differenze che intercorrono tra le imposte dirette e indirette, è importante capire, anche, cosa siano le tasse ed i contributi. Vediamo nel dettaglio:

Cosa sono le imposte dirette e indirette

La prima differenza che c’è tra le imposte dirette e indirette riguarda i guadagni. Le imposte dirette vengono immesse direttamente sul denaro che una persona produce in un dato momento, questo comporta anche una variazione di tale imposta da soggetto a soggetto in base a diversi parametri che possono essere i possedimenti o il reddito di una qualsiasi persona. Alcuni esempi riguardanti questa imposta sono l’IRPEF, ossia una tassa personale che va a incidere sui redditi prodotti all’interno dei confini italiani da ogni cittadino o per generalizzare, da tutte le persone fisiche, sia che siano residenti o meno.

Poi vi è la IRES, questo tipo di imposta invece si applica sui redditi delle società, ed infine vi è la IRAP, ossia una tassa applicata a livello regionale su qualsiasi tipo di attività che produca ricchezza. Infine sono parte di questa categoria anche il canone RAI e il bollo auto.

Invece si può affermare che le imposte indirette sono tutte quelle imposte che non colpiscono i guadagni prodotti sul momento da una persona, ma quelle somme di denaro che vengono spese in qualsiasi modo. Sono due gli esempi che si possono fare riguardanti questa imposta ossia l’iva e le accise sulla benzina. L’Iva è una imposta che viene applicata su ogni oggetto, servizio offerto all’interno dello stato o dallo stato italiano.

In base al tipo di bene o di servizio preso in considerazione il valore di questa imposta cambia, ad esempio per i beni detti “di prima necessità”, ossia il pane, l’acqua avranno un’Iva al 4% mentre oggetti come un computer avranno l’Iva al 22%. Altri esempi riguardanti le imposte indirette sono l’imposta per quando si deve richiedere o presentare un qualsiasi documento (la cosiddetta marca da bollo), o l’imposta su tutte le donazioni eseguite da una persona o anche in caso di una successione, ossia un cambio di proprietario di alcuni beni o somme di denaro dopo la morte del precedente proprietario.

Un’ulteriore differenza che c’è tra le imposte dirette e indirette, riguarda le accise sulla benzina. In questo caso l’utilizzatore che acquista il carburante paga l’imposta nel momento stesso in cui avviene l’acquisto visto che il prezzo del carburante non è altro che la somma di due cose: il costo del carburante stesso più l’accisa (ossia l’imposta indiretta) e l’iva che avrà una percentuale che ammonta al 22%, essendo considerata un bene non di prima necessità.

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