Calcolo Isee, esclusa la prima casa fino a 91.500 euro di valore catastale

La Legge di Bilancio 2026 introduce una modifica al calcolo dell’Isee: la prima casa sarà esclusa fino a un valore catastale di 91.500 euro

Pubblicato:

Claudio Cafarelli

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Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

Nella bozza della Legge di Bilancio 2026, all’articolo 47, è prevista una modifica significativa al calcolo dell’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), parametro fondamentale per l’accesso a molti bonus e agevolazioni. La novità principale riguarda l’esclusione della prima casa fino a un valore catastale di 91.500 euro, innalzando così la soglia rispetto agli attuali 52.000 euro.

L’obiettivo è evitare che l’abitazione principale contribuisca in modo eccessivo al calcolo della ricchezza familiare, penalizzando chi possiede un immobile di modesto valore. La nuova soglia tiene conto delle differenze territoriali e del valore medio delle abitazioni nelle aree urbane e periferiche. In termini di valore di mercato, la cifra di riferimento può equivalere a un immobile dal valore compreso tra 270.000 e 360.000 euro, a seconda della zona.

Come funziona il valore catastale

Il valore catastale rappresenta la base fiscale utilizzata per il calcolo di imposte come Imu o tasse di trasferimento immobiliare. È determinato in base a parametri come la superficie, la categoria catastale, la zona di ubicazione e l’anno di costruzione. Non coincide con il valore di mercato, che risente delle condizioni del mercato immobiliare e della posizione dell’immobile.

L’esclusione fino a 91.500 euro favorirà le abitazioni di piccole e medie dimensioni, situate in città di provincia o nelle periferie delle grandi aree urbane, mentre continueranno a essere conteggiate nel patrimonio immobiliare le case appartenenti alle categorie catastali più elevate o di pregio.

Le nuove maggiorazioni per le famiglie con figli

Oltre alla revisione della soglia per la prima casa, la manovra prevede anche una modifica alla scala di equivalenza Isee per i nuclei con figli. Si introducono nuove maggiorazioni, che aumentano il valore del coefficiente utilizzato nel calcolo, migliorando la posizione delle famiglie numerose:

È inoltre previsto un incremento di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo. In questo modo, l’Isee diventa più rappresentativo delle reali esigenze economiche delle famiglie e tiene maggiormente conto della composizione del nucleo.

Effetti sui principali bonus

Le modifiche all’Isee avranno effetti diretti sull’accesso a cinque misure economiche principali:

Con la nuova esclusione della prima casa, migliaia di famiglie che prima superavano la soglia Isee prevista per questi incentivi potranno tornare a beneficiarne. Il provvedimento punta così ad allargare la platea dei destinatari, mantenendo però un equilibrio con le risorse disponibili.

Non è escluso che, in fase di attuazione, il governo introduca ulteriori parametri specifici per ciascun bonus, come limiti di reddito o condizioni legate alla composizione familiare, per contenere l’impatto sui conti pubblici.

Un Isee più vicino al reddito reale

Secondo la relazione illustrativa, la revisione dell’Isee mira a rendere l’indicatore più aderente alla reale situazione economica dei nuclei familiari, senza includere nel calcolo beni che non generano liquidità immediata, come la casa di residenza. L’obiettivo è costruire un sistema più equo, in cui l’accesso ai bonus dipenda maggiormente dal reddito disponibile e non dal possesso di un immobile.

Il governo sta valutando ulteriori interventi per rendere l’Isee più flessibile e aggiornato. Tra le ipotesi allo studio, l’introduzione di una soglia indicizzata al valore catastale medio delle abitazioni, l’applicazione di franchigie specifiche per nuclei con disabili o figli minori e una revisione dei criteri di inclusione dei patrimoni mobiliari.

L’intento è quello di alleggerire il peso dell’Isee sui risparmi e sui beni primari, pur mantenendo un sistema in grado di distinguere in modo chiaro tra le famiglie con reali difficoltà economiche e quelle con patrimoni consistenti.

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