Reddito di cittadinanza, il 60% degli ex percettori ora prende l’Assegno di inclusione

I nuovi sussidi hanno facilitato l'accesso al mondo del lavoro degli ex percettori del Reddito di cittadinanza

Pubblicato: 4 Febbraio 2025 10:52

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Inps il numero di persone che fanno ricorso ai sussidi contro la povertà in Italia si è drasticamente ridotto. Da quando il governo ha eliminato il Reddito di cittadinanza (Rdc), circa il 60% delle persone che lo ricevevano ha usufruito dell’altro principale supporto alle situazioni di indigenza, l’Assegno di inclusione (Adi), introdotto proprio in sostituzione dell’RdC.

La ragione di questo calo sarebbe una maggiore partecipazione al mondo del lavoro. Secondo i dati, almeno il 26% dei nuclei familiari che in precedenza ricevevano il Reddito di cittadinanza, ha migliorato la propria situazione economica grazie al fatto che uno dei membri ha trovato un impiego nel corso del 2024.

I dati dell’Assegno di inclusione e degli altri sussidi nel 2024

L’Assegno di inclusione, la misura che ha sostituito il Reddito di cittadinanza dopo l’abolizione del sussidio, è stato ancora molto richiesto nel 2024. Le famiglie che lo hanno ottenuto sono state circa 760mila e il reddito medio elargito è stato di 620 euro al mese. Coinvolte circa 1,82 milioni di persone, buona parte delle quali residenti al Sud.

Più di due terzi di tutti gli Assegni di inclusione, circa il 68,34%, sono stati infatti elargiti nel Meridione. La Campania è la regione con il maggior numero di persone che percepiscono il sussidio: 182mila nuclei familiari. Una cifra quasi doppia rispetto a quella dell’intero Nord Italia, che supera di poco i 100mila.

Le differenze tra Adi e Reddito di cittadinanza sono nette. Il nuovo sussidio non può infatti essere chiesto dai cosiddetti occupabili, cioè persone che non hanno una ragione specifica per la quale non possono trovare un lavoro. Inoltre le famiglie che lo ricevono devono avere obbligatoriamente un figlio minore a carico, una persona disabile o un anziano oltre i 60 anni come parte del nucleo.

Meno richiesto invece il Supporto per la formazione, mirato all’avvio verso il mondo del lavoro. Da settembre del 2023, quando è stato attivato, ha raccolto 133mila domande. A dicembre 2024 sono quasi 68mila le persone che lo ricevono.

I problemi dei sussidi per la disoccupazione

La ministra del Lavoro Marina Calderone si dice soddisfatta dei dati sui sussidi di disoccupazione: “I dati sull’Assegno di inclusione e il Supporto alla formazione lavoro ci dicono che abbiamo superato definitivamente il Reddito di cittadinanza: i numeri ci mostrano infatti che abbiamo, da un lato, garantito i soggetti più vulnerabili; dall’altro, il 26% dei nuclei familiari che percepivano il Reddito di cittadinanza ha avuto almeno un componente che ha trovato un posto di lavoro” ha dichiarato la ministra

“Ci sono 265.000 ex percettori del Reddito di cittadinanza che non hanno richiesto né l’Assegno di inclusione né il Supporto per la formazione, un numero importante sul quale avviare una profonda riflessione” ha poi concluso Calderone. Oltre a questo dato, l’Inps ha notato anche altri problemi che emergono dai dati dei sussidi di disoccupazione nel 2024.

Le famiglie composte da un solo membro rimangono molto numerose, il 37,1%, a testimonianza di uno stato di difficoltà accentuato per questo tipo di situazioni. Percentuali simili si registrano anche per i nuclei in cui sono presenti minori e persone con disabilità

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