Vini da investimento, la classifica dei migliori: quali comprare e quanto rendono

Strategicamente e storicamente il vino da investimento può essere un ottimo accompagnamento agli investimenti tradizionali, ma quali etichette comprare? E quanto rendono?

Pubblicato: 11 Febbraio 2024 14:00

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Strategicamente e storicamente il vino da investimento può essere un ottimo accompagnamento agli investimenti tradizionali, ma non tutti i vini sono uguali e sapere da dove cominciare può fare la differenza, soprattutto per capire quali etichette comprare e quanto queste rendono o possono rendere.

Quanto rende il vino e perché rappresenta un buon investimento

Il vino pregiato rappresenta un buon investimento perché continua a posizionarsi tra le migliori classi di asset alternative all’interno del Knight Frank Luxury Investment Index, che confronta i rendimenti annuali di oggetti da collezione come opere d’arte, orologi, automobili e borse. Questo vuol dire che, tra tutte le attività che una società o un individuo può possedere o controllare, il vino è il prodotto/bene che meglio può essere monetizzato e quindi assicura guadagni.

Basti sapere che, negli  ultimi 10 anni, i prezzi dei vini pregiati sono aumentati del 149%, il secondo rendimento più elevato tra tutti gli investimenti alternativi dopo il whisky (322%), addirittura molto al di sopra di automobili, monete e gioielli.

Di fatto, gli investitori che desiderano entrare nel mercato del vino possono considerare l’investimento come un’opera d’arte, secondo gli esperti, con qualità, rarità e provenienza tutti fattori chiave da considerare. Inoltre, il vino offre una fonte unica di diversificazione perché il suo valore si basa su fattori che hanno poca relazione con la performance dell’economia, i tassi di interesse, gli utili aziendali o il sentimento degli investitori convenzionali. Il valore del vino risponde a fattori quali l’andamento climatico, i rendimenti dei raccolti, l’annata e le tendenze dei consumatori, che insieme si intersecano con la domanda e l’offerta, ma non sono correlati al mercato azionario complessivo, per cui sono un ottimo investimento diversificato rispetto ad azioni e titoli tradizionali.

Insomma, anche per i non enofili, un investimento nel buon vino presenta numerosi vantaggi interessanti, tra cui:

Quali vini comprare per investire

Se si vuole sapere quali vini comprare per iniziare a investire, l’indice Liv-ex Fine Wine 100 è il principale punto di riferimento del settore. Si tratta cioè di un’analisi, annuale, che traccia e monitora il movimento dei prezzi dei 100 vini pregiati più ricercati sul mercato provenienti da Francia, Italia, Stati Uniti, Australia e Spagna.

L’ultimo report Liv-ex Fine Wine 100 è aggiornato al 2023. È stato pubblicato nel numero di dicembre di The Drinks Business Magazine, dove è stata riportata anche la lista dei marchi più potenti nel mercato del vino pregiato.

Questa la classifica dei migliori vini da investimento:

  1. Domaine Leflaive
  2. Chateau d’Yquem
  3. Meo Camuzet
  4. Opus One
  5. Joseph Drouhin
  6. Cheval Blanc
  7. Gaja (primo brand italiano)
  8. Henri Boillot
  9. Angelus
  10. Leroy.

Nonostante ci sia stata una restrizione del mercato – per questo il numero di marchi qualificati per l’inclusione nel Power 100 è diminuito del 2,1% – i marchi in lizza che sono stati valutati come vini da investimento sono stati ben 414.

Il set di dati considerato copre l’anno dal 1° ottobre 2022 al 30 settembre 2023 e per elaborare la classifica dei migliori vini da investimento gli esperti tengono conto di diversi criteri, tra cui:

In generale comunque, specie se si stanno muovendo i primi passi, è sempre meglio chiedere consulenza, sentire un esperto (per esempio un sommelier certificato o un degustatore professionista) e tenere conto dei costi del commercio, che possono incidere sui rendimenti complessivi.

Qual è il miglior vino da investimento?

Secondo l’ultimo indice Liv-ex Fine Wine 100, il miglior vino da investimento quest’anno è il Domaine Leflaive, uno dei pionieri della viticoltura biodinamica in Borgogna. Dopo numerose sperimentazioni all’inizio degli anni ’90, dal 1996 la conversione è stata totale. La bottiglia meno costosa oggi in commercio costa sui 50 euro, mentre si può arrivare a spendere anche fino 4 mila euro per le più pregiate.

La biodinamica è un metodo di coltivazione basato su una comprensione sensibile dei fenomeni naturali, tenendo conto dei ritmi terrestri e lunari. Esclude rigorosamente l’uso di tutti i prodotti chimici. I preparati utilizzati in biodinamica permettono alla vite di rinforzare le proprie difese immunitarie rispettando l’equilibrio naturale della fauna e della flora. Fornisce la materia organica – vegetale, animale e minerale – trasformata (corno di letame, corno di silice e altri preparati a base di erbe selvatiche come achillea, camomilla e ortica).

In questo modo i vini possono esprimere al meglio le qualità e le particolarità dei loro territori. I terreni di Puligny-Montrachet sono argillosi calcarei con diverse percentuali di argilla e calcare, a seconda delle località. Nel terreno sono presenti anche oligoelementi: tracce di ferro, magnesio, boro che assicurano il nutrimento alle radici che fanno la differenza per ogni vite.

Nelle cantine, la stessa filosofia di rispetto presiede all’intero processo di vinificazione e segue la più pura tradizione borgognona: fermentazioni lunghe e naturali in botti di rovere il primo anno e in acciaio inox il secondo inverno. Le fermentazioni sono esclusivamente con lieviti indigeni. Tra la fine della fermentazione alcolica e l’inizio della fermentazione malolattica viene praticato un leggero bâtonnage (rimescolamento delle fecce). L’imbottigliamento avviene nella primavera del secondo anno

Un italiano tra i migliori vini da investimento

Tra i migliori vini da investimento entrati nella classifica Liv-ex Fine Wine 100 c’è un italiano, Gaja, posizionatosi al settimo posto. Fondata nel 1859, Gaja è una cantina tra le più famose nel panorama enologico italiano e internazionale. 350.000 bottiglie l’anno di vino d’eccellenza. La bottiglia meno cara venduta in commercio costa sui 50 euro oggi, mentre si può arrivare a spendere fino ai 1.500 euro per quelle più prestigiose.

Vale la pena citare inoltre un altro vino italiano entrato nella classifica, posizionandosi abbastanza bene, seppur fuori la top dei migliori 10. Si tratta del Barolo di Giuseppe Rinaldi, in posizione n. 15, che ha registrato uno scatto di non poco conto, soprattutto se si considera che era al n. 85 nel 2022. In questo caso il prezzo delle bottiglie in commercio varia dai 70 ai 700 euro.

Dove comprare vini da investimento

Il vino viene venduto sia sul mercato primario che su quello secondario. Nel mercato primario, il vino si sposta tipicamente dal produttore al consumatore attraverso distributori all’ingrosso che vendono il vino ai rivenditori. Il mercato secondario è il luogo in cui la maggior parte dei collezionisti e degli investitori acquistano vino. In questo mercato, collezionisti, enofili e investitori vendono vino attraverso case d’asta, borse e intermediari di vino.

Le cantine e i commercianti di vino possono essere un ottimo punto di partenza per gli investitori che desiderano accedere a vini giovani a un prezzo inferiore rispetto a quelli da detenere a lungo termine. Per chi ha un capitale maggiore e maggiori conoscenze, invece, è consigliato monitorare le aste, spesso organizzate da associazioni di categoria, che garantiscono l’accesso a marchi e bottiglie da collezione molto apprezzati e generalmente di un livello abbastanza pregiato. Essendo la fonte più affidabile per il vino pregiato nel mercato secondario, le case d’asta offrono un’ampia selezione di produttori e annate. Le migliori case d’asta hanno una reputazione prestigiosa da mantenere e vendono vini solo della massima qualità.

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