Un momento storico e senza precedenti. Italia, Regno Unito e Giappone hanno siglato un accordo che segna una nuova strategica fase per la difesa. I tre governi si sono impegnati nella costruzione, entro il 2035, di speciali aerei caccia di nuova generazione, i cosiddetti Tempest: il progetto si chiama Global Combat Air Programme (GCAP) e, nei progetti di Meloni e della sua squadra di governo, “costituirà una pietra miliare della sicurezza globale, della stabilità e della prosperità nei decenni a venire”.
Obiettivo dichiarato dei tre Paesi, annunciano, è sostenere l’ordine internazionale, ora più che mai in un momento come questo in cui libertà e democrazia vengono contestati e in cui crescono minacce e aggressioni. “Poiché la difesa della nostra democrazia, della nostra economia, della nostra sicurezza e della stabilità regionale riveste una sempre maggiore importanza, abbiamo bisogno di forti partenariati di difesa e di sicurezza, sostenuti e rafforzati da una capacità di deterrenza credibile” scrivono in una nota congiunta.
Come sarà il super jet invisibile Tempest
Il super jet da combattimento decollerà entro il 2035 e sarà un jet di nuova generazione potenziato da una rete di capacità come velivoli senza equipaggio, sensori avanzati, armi all’avanguardia e sistemi di dati innovativi. Dovrebbe anche essere compatibile con i caccia di altri partner della NATO. Si prevede poi che via via anche altri Paesi vicini possano aderire a GCAP o collaborare dal punto di vista tecnologico.
Il supercaccia invisibile Tempest, il cui progetto anglo-italiano si fonderà ora a quello dell’F-X nipponico stealth, vedrà materialmente la luce dal 2024 e il caccia entro il 2035 dovrà sostituire il vecchio Eurofigther Typhoon. Per questo è già stato ribattezzato come il più importante programma militare del futuro prossimo, per costi e per livello tecnologico.
Le aree tecnologiche coinvolte spaziano dall’aeronautica all’elettronica, dal cyber spazio alla gestione di potenza, facendo leva sull’intelligenza artificiale, sul big data analytics, sull’informatica quantistica, sul digital twin, sulla cyber sicurezza e sull’integrazione tra piattaforme, con o senza pilota.
Attraverso il GCAP, spiega il governo Meloni, messo alle strette da una raffica di critiche sulla Manovra appena varata, ci si attende di accelerare le nostre capacità militari avanzate e il nostro vantaggio tecnologico, approfondire la nostra cooperazione nel campo della difesa, la collaborazione scientifica e tecnologica, le catene di fornitura integrate e di rafforzare ulteriormente la nostra base industriale della difesa.
Le ricadute del progetto su economia e posti di lavoro
Con il GCAP saranno importanti anche le ricadute economiche e industriali ad ampio raggio, sostenendo l’occupazione in Italia, nel Regno Unito e in Giappone. Attirerà investimenti in ricerca e sviluppo nella progettazione digitale e nei processi di produzione avanzati, e fornirà opportunità per la prossima generazione di tecnici e ingegneri altamente qualificati.
Ovviamente, a beneficiarne sarà in primis il comparto aerospaziale, che vedrà un ritorno importante in termini di salvaguardia delle competenze distintive, competitività e posti di lavoro. Il GCAP coinvolgerà tutta la filiera italiana, a partire dalle università e dai centri di ricerca fino alle PMI e le industrie leader nazionali.
In particolare, Italia, UK e Giappone – attraverso le rispettive industrie nazionali, Leonardo, BAE Systems e Mitsubishi Heavy Industries -, collaboreranno allo sviluppo delle tecnologie per la piattaforma aerea di sesta generazione, in ottica sistema di sistemi.
Nella nuova “fabbrica del futuro” di BAE Systems nel Lancashire, ad esempio, la Gran Bretagna sta anche già sperimentando l’uso della stampa 3D avanzata e della robotica autonoma negli aerei militari.
Un rapporto di PricewaterhouseCoopers del 2021 ha suggerito, per quanto riguarda il Regno Unito, che l’assunzione di un ruolo centrale in un sistema aereo da combattimento potrebbe sostenere una media di 21mila posti di lavoro all’anno e contribuire con circa 26,2 miliardi di sterline all’economia entro il 2050.
Il ruolo di Leonardo per l’Italia
Per quanto riguarda la parte italiana, a guidarla è Leonardo, presente nel programma già dal 2018 con Leonardo UK, e accanto vedrà coinvolti Avio Aero, Elettronica e MBDA Italia insieme all’intero ecosistema innovativo e produttivo del Paese.
Leonardo è presente nei principali programmi del settore, tra cui l’Eurofighter Typhoon, l’F-35 o l’Eurodrone. L’ambizione nazionale è quella di sviluppare un vero e proprio modello innovativo di collaborazione tra Difesa e industria, che possa rappresentare un punto di riferimento per i programmi futuri.
“Lavorando insieme in uno spirito di equo partenariato, condividiamo costi e benefici di questo investimento nelle nostre risorse umane e nelle nostre tecnologie. Il programma sosterrà la capacità sovrana di tutti e tre i Paesi di progettare, fornire e aggiornare capacità aeronautiche di difesa all’avanguardia, con uno sguardo rivolto al futuro” scrive Palazzo Chigi.
Il nome scelto per il programma riflette la futura interoperabilità con gli Stati Uniti, con la NATO e con i partner in Europa, nell’Indo-Pacifico e a livello globale. “Questo concetto sarà al centro del suo sviluppo. Condividiamo l’ambizione di rendere questo velivolo il fulcro di un più ampio sistema di combattimento aereo che opererà in molteplici ambiti” spiega il governo.
“La decisione dei governi di rafforzare la collaborazione con un programma così strategico come il Global Combat Air Programme è la testimonianza di un modello di cooperazione tra i tre Paesi efficace e promettente” ha commentatol’ad di Leonardo Alessandro Profumo. “Siamo di fronte a uno dei programmi più sfidanti e avveniristici per l’industria dell’aerospazio e difesa che garantirà l’autonomia tecnologica dei Paesi coinvolti e fornirà alle forze armate prestazioni e capacità operative senza precedenti”.
“Le nostre industrie – aggiunge Lucio Valerio Cioffi, Direttore Generale di Leonardo – grazie alle esperienze che matureranno nel programma, con autonomia tecnologica e libertà di modifica, potranno consolidare la propria leadership in ottica di collaborazione nel contesto europeo e in quello internazionale. Il programma genererà benefici tecnologici, economici e sociali a lungo termine per i tre Paesi e, allo stesso tempo, crescita sostenibile e competitività per le industrie, non solo del comparto ma di tutto l’ecosistema dell’innovazione”.