I prezzi dei beni non sono mai stati così alti come negli ultimi – quasi – 40 anni. Bisogna infatti analizzare i dati dell’inflazione a ritroso, fino al 1983, per trovare una crescita dei prezzi del carrello della spesa così alta su base annua. Quella di settembre 2022, calcolata dall’Istat, è del 10,9%. Dello 0,1% inferiore rispetto al dato di 39 anni fa.
A determinare un’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziali sono in particolare i prodotti alimentari (che passa dal 10,1% di agosto 2022 all’11,4% del mese successivo), sia lavorati (dal 10,4% all’11,4%) che non (dal 9,8% all’11%). Ma aumentano anche i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (dal 4,6% al 5,7%).
Il monito di Confesercenti: in arrivo aumenti in bolletta e quindi sulla spesa
A lanciare l’allarme è anche Confesercenti, che in una nota firmata dalla presidente Patrizia De Luise, fa sapere che i prezzi a livelli record delle materie energetiche stanno facendo aumentare, a valanga, quelli di tutti gli beni. In particolare quelli del carrello della spesa.
L’accelerazione dell’inflazione proseguirà anche nel prossimo periodo, con aumenti in bolletta per tutte le filiere che si ripercuoteranno sui prezzi finali dei prodotti per i consumatori.
“La continua crescita dei prezzi è insostenibile per le famiglie e le imprese”. E Confesercenti si dice preoccupata per le nuove notizie che arrivano da Bruxelles sul piano europeo per limitare i prezzi entro la fine dell’anno. E quindi in ritardo rispetto a una crisi che sta già coinvolgendo milioni di italiani.
Al nuovo Governo post Draghi l’associazione chiede un “intervento drastico” per porre subito un tetto agli aumenti delle tariffe di gas e luce, a difesa dei cittadini e dal “pericoloso avvitamento economico” che li attende.
Maxi stangata da oltre 2.600 euro: 638 solo per comprare i beni alimentari
L’inflazione galoppante porterà, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori, ogni singola famiglia a spendere oltre 2.600 euro in più quest’anno. I rincari peseranno per tutti i nuclei per 2.634 euro. Di questi 638,40 euro riguarderanno solo il settore alimentare.
Federconsumatori sottolinea che gli aumenti dei prezzi dei beni del carrello della spesa colpiscono in maniera differente i cittadini, in base al reddito familiare e all’area di residenza. E questo non può fare altro che far crescere le disparità e le disuguaglianze, a svantaggio delle famiglie meno abbienti e delle zone più fragili.
Per questo anche l’associazione a tutela dei consumatori chiede al prossimo Esecutivo di pensare a misure urgenti per fronteggiare questa grave crisi, con politiche di sostegno alle famiglie e azioni di contrasto ai fenomeni speculativi rilevati a livello nazionale e internazionale.
Nel corso dell’Assemblea nazionale delle Associazioni dei consumatori, sono stati proposti il rafforzamento dei poteri dell’autorità di vigilanza sui prezzi e l’istituzione di osservatori territoriali.
Per calmierare i prezzi, inoltre, sarebbe “indispensabile l’avvio di una profonda revisione e riforma delle aliquote Iva”, soprattutto sui beni primari. La sospensione o rimodulazione dell’Iva sui prodotti essenziali genererebbe un risparmio annuo di ben 531,57 euro a famiglia.
Tra le altre misure proposte per fare fronte ai rincari e ridurre l’elevato tasso di inflazione, ci dovrebbero essere per Federconsumatori anche l’ampliamento della platea dei beneficiari dei bonus luce, gas e acqua, la sospensione dei distacchi per morosità, la previsione di una rateizzazione lunga per le bollette.