L’esordio di Gilberto Pichetto Fratin, neo guida di quello che fu il ministero della Transizione energetica e oggi noto come Ambiente e Sicurezza, non è stato di certo facile, col ministro chiamato a risolvere i problemi legati alla crisi energetica e a rassicurare gli italiani sul futuro. Lo scoppio della guerra in Ucraina, infatti, ha portato a tanta incertezza e qualche timore per il Bel Paese, con le forniture in arrivo da Mosca che sono state interrotte e una corsa ai ripari che per molti non è stata sufficiente a garantire all’Italia mesi di tranquillità.
Il ministro Pichetto, intervenuto a Milano, ha però voluto smentire le voci e soprattutto ha tenuto a rassicurare gli italiani su quello che sarà per poi centrare nel calendario dei lavori che verranno i primi campanelli d’allarme da non sottovalutare per superare la crisi energetica.
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Crisi energia, Pichetto rassicura
L’esponente di Forza Italia, entrato nel governo come ministro per l’Ambiente e la sicurezza dopo aver rivestito il ruolo da viceministro dello Sviluppo economico, ha infatti sottolineato che l’inverno che verrà non dovrà destare preoccupazione in quanto sarà superato senza problemi. I campanelli d’allarme, invece, potrebbero cominciare a risuonare con l’anno che verrà in quanto, venendo meno la fornitura di gas russa, servirà un maggior stoccaggio e maggiori riserve di gas.
A margine dell’evento Direzione Nord, al Palazzo delle Stelline, Pichetto ha ribadito che l’Italia non ce la farà mai ad approvvigionarsi da sola internamente: “Noi non abbiamo tutta questa disponibilità, siamo un Paese che solo di gas consuma circa 76 miliardi di metri cubi e finora il prelievo nazionale è stato di circa 3 miliardi di metri cubi, di conseguenza ce ne mancano 73. Occorre far leva su accordi internazionali“.
Il riferimento del ministro è infatti chiaro, con gli accordi già raggiunti con Algeria e i Paesi del Medio Oriente che saranno di fondamentale importanza per passare indenni anche il 2023. Pichetto Fratin ha quindi parlato anche dell’operazione rigassificatore di Piombino, intervento osteggia da esponenti della maggioranza visto come “sacrificio immediato” con l’obiettivo di non farlo durare più di tre anni “perché ci sono delle alternative”.
Pichetto Fratin ha quindi ribadito a gran voce: “Passare il più in fretta possibile alle rinnovabili” anche se ha sempre sostenuto il ritorno dell’Italia al nucleare.
Il piano sul price cap nazionale sulle rinnovabili
Proprio sulle rinnovabili il ministro Pichetto Fratin ha annunciato di voler presentare presto al Consiglio dei ministri un nuovo piano che si basa sul cosiddetto price cap nazionale sulle energie rinnovabili. Come spiegato dallo stesso ministro si tratta di “mettere un tetto al prezzo dell’energia da fonti rinnovabili, che naturalmente non hanno un onere eccessivo di costo per la produzione”.
Nello specifico si tratterebbe di un tetto fissato a 180 euro al megawatt/ora, definito molto alto dal ministro “che scatta e determina un prelievo rispetto all’impresa qualora si superi l’importo di 180 euro al megawatt/ora”. La guida del dicastero dell’Ambiente e sicurezza ha quindi sottolineato: “Sarebbe una norma di entrata. Naturalmente cerchiamo di costruire bene la norma per evitare spot e basta”. Sul valore elevato della soglia Pichetto ha spiegato che il settore “non è da penalizzare, ma bisogna evitare la speculazione che peserebbe sulle famiglie.