Bollette, maxi stangata nel 2023: le cifre monstre che pagheremo

Solo in Italia, a causa della crisi che stiamo vivendo, ci sono ben 9 milioni di cittadini a rischio povertà energetica. Cosa accadrà il prossimo anno

Pubblicato: 18 Ottobre 2022 17:01

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Solo in Italia, a causa della crisi che stiamo vivendo, innescata dalla guerra della Russia contro l’Ucraina, ci sono ben 9 milioni di cittadini a rischio povertà energetica. Negli ultimi 9 mesi, 4,7 milioni di italiani hanno smesso di pagare le bollette, perché si sono ritrovati nella condizione di non essere più in grado di farlo: significa il 10,7% degli utenti. Il 62% ha rivelato che è stata la prima volta che ha saltato il pagamento.

Questo accade soprattutto nelle regioni del Centro Italia (11,5%) e al Sud e nelle Isole (11,2%), ma si tratta di un numero che potrebbe continuare a crescere se i prezzi dovessero aumentare ancora. In particolare al Sud.

È quanto emerge dall’indagine commissionata da Facile.it agli istituti mUp Research e Norstat: secondo la ricerca, 3,3 milioni di italiani hanno dichiarato che, in caso di ulteriori rincari, potrebbero trovarsi impossibilitati a far fronte alle prossime bollette energetiche.

2023 crisi nera: quanto spenderemo per le bollette di luce e gas

Guardando in prospettiva, il prossimo anno sarà crisi nera: nel 2023, circa 120mila imprese rischiano di chiudere i battenti per effetto del caro-bollette, con 370mila posti di lavoro che potrebbero andare in fumo.

Secondo le previsioni del Codacons, la stangata sulle bollette di luce e gas degli italiani potrebbe raggiungere da gennaio la maxi-cifra di 4.724 euro a famiglia, con un aumento di quasi 2.500 euro a famiglia rispetto alle tariffe in vigore fino a fine 2021.

Come spiega il Codacons, l’ultimo incremento delle tariffe luce deciso da Arera, che spinge su le cifre addirittura del 59%, porta la bolletta media della luce a raggiungere quota 1.782 euro su base annua a famiglia, con una crescita del +122% rispetto all’ultimo trimestre del 2021 e un aggravio di spesa pari a +662 euro a famiglia. Un salasso.

Per quanto riguarda il gas, dovremo attendere novembre per sapere di quanto saliranno le tariffe, per via della decisione di Arera di modificare il criterio di calcolo dei prezzi, passando dalla frequenza trimestrale a quella mensile. Tuttavia, in base alle previsioni degli analisti, i rincari del gas dovrebbero essere di oltre il 70%.

Una ipotesi che, se sarà confermata, porterebbe la bolletta del gas a raggiungere una media di 2.942 euro a famiglia su base annua, con una crescita del 117% rispetto all’ultimo trimestre del 2021 e una maggiore spesa di 1.586 euro a nucleo familiare.

In totale, luce+gas – e nell’ipotesi di prezzi costanti e senza considerare possibili ulteriori aumenti delle tariffe nel nuovo anno – significa che ci troveremo a fronteggiare una stangata da 4.724 euro a famiglia con una maggiore spesa rispetto i prezzi in vigore nell’ultimo trimestre del 2021 pari a +2.476 euro a nucleo.

Con un focus sul mercato tutelato, sempre secondo il Codacons, considerato che oggi 10,7 milioni di famiglie rientrano nel mercato tutelato dell’elettricità, e 7,3 milioni in quello del gas, i nuovi rincari delle tariffe porterebbero la spesa energetica delle famiglie che rientrano nel regime di maggior tutela a raggiungere nel 2023 la cifra di 40,5 miliardi di euro, di cui 19 per la luce e 21,5 per il gas – con un incremento di spesa di ben 18,5 miliardi di euro.

Gli aumenti sono legittimi: cosa potrebbe accadere dopo il 9 novembre

Il Codacons ha incontrato i colossi dell’energia, da Arera a Enel, per capire come gestire questa situazione ormai fuori controllo. Ma intanto una data da cerchiare sul calendario è quella del 9 novembre: il Tar della Lombardia dovrà decidere se sospendere gli aumenti delle tariffe di luce e gas scattati a partire da gennaio 2022.

I giudici amministrativi si pronunceranno infatti sul ricorso promosso dal Codacons, che ha impugnato le delibere di Arera che hanno disposto gli incrementi trimestrali delle tariffe di energia elettrica e gas a partire dall’1 gennaio 2022.

Nello specifico, il ricorso del Codacons contesta una serie di violazioni che avrebbero portato l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ad autorizzare incrementi delle tariffe fortemente penalizzanti per le famiglie del mercato tutelato, senza tenere conto delle speculazioni registrate sui mercati dell’energia.

L’iniziativa del Codacons “Pagheremo appena potremo”

Misure “irragionevoli, contraddittorie, illogiche, senza proporzionalità e trasparenza” attacca l’associazione dei consumatori, che ha anche lanciato un’iniziativa che definisce “di solidarietà sociale” dal titolo “Pagheremo appena potremo”. Si tratta di una campagna a cui chiunque può aderire: basta compilare un modulo e inviarlo alla propria società di fornitura di gas e/o luce.

Si tratta in pratica di una diffida in cui l’utente consumatore comunica formalmente di essere costretto a pagare solamente il 20% dell’importo della fattura in quanto impossibilitato a sostenere l’importo maggiorato delle bollette delle utenze.

“Gli aumentati ed elevati costi delle bollette di energia e gas non consentono di assicurare al lavoratore e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa, come stabilito dall’articolo 36 della Costituzione. La invocata istanza di sospensione e la conseguente riduzione del pagamento delle bollette al 20%, è determinato dalla grave crisi economica che sta divampando all’interno delle singole famiglie italiane. Non si tratta di una rivolta strategica degli utenti consumatori ma di una vera e propria causa di necessità che costringe le famiglie a non potere economicamente sopportare costi così vertiginosi di servizi resi sempre in egual modo e misura dalle società di fornitura luce/gas” si legge.

Come chiedere i danni alle imprese energetiche

Non solo. In pochi sanno che possono anche chiedere il risarcimento danni alle imprese energetiche. Il Governo aveva previsto di incassare 10,5 miliardi di euro attraverso la famosa tassa una tantum sugli extra-profitti delle società energetiche, che avrebbero dovuto versare una prima rata, pari al 40% del valore della tassa, entro il 30 giugno e il restante 60% entro il 30 novembre.

La tassa sugli extra profitti è stata introdotta infatti per compensare i guadagni delle imprese energetiche che, grazie all’aumento del prezzo del gas e luce, hanno guadagnato più del previsto. L’obiettivo era di recuperare proprio risorse da utilizzare per sostenere le famiglie e le imprese che stanno soffocando per via dei rincari.

Ma pare che la maggior parte delle aziende coinvolte abbia deciso di non pagare: infatti, sembra sia stato versato solo 1 miliardo di euro. Al di là del gesto immorale, si configurerebbe in questo caso – denuncia sempre il Codacons – un possibile illecito penale e contabile, con tanto di reato di truffa ai danni dello Stato.

Tutti i cittadini intestatari di contratti per forniture di luce e gas e in generale tutti i consumatori che fanno acquisti presso supermercati, negozi, bar, ristoranti, ecc., possono scaricare il modulo di costituzione di parte offesa messo a disposizione dal Codacons, segnalando alla Procura di Roma la propria posizione di soggetto leso dagli eventuali illeciti che saranno accertati.

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