Benzina, dove costa di più e di meno: la mappa

Il costo della benzina in Italia resta ancora molto alto. Sui prezzi pesa il fattore territoriale: la mappa dei rincari

Pubblicato: 19 Agosto 2023 13:00

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Agosto si distingue ancora per i prezzi molto alti della benzina, come d’altra parte avviene ogni estate. Secondo i dati forniti dal ministero dei Trasporti, Il prezzo medio della benzina praticato il 17 agosto 2023 in Italia è 1,944, in crescita rispetto al giorno precedente. Il prezzo medio settimanale nazionale rilevato dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è 1,929, in crescita rispetto alla settimana precedente. Il gasolio, in autostrada, viaggia su 1,842 euro al litro al self service.

La mappa delle regioni

Le tariffe medie variano su base regionale e da città a città: la provincia dove il prezzo medio della benzina è più elevato è Nuoro, seguita da Crotone e Imperia. È invece a Ancona che il prezzo medio giornaliero è più basso, poi vengono Ascoli-Piceno e Biella. Per il gasolio invece, il prezzo medio è più elevato a Imperia, seguita da Nuoro e Verbania. È invece a Ancona che il prezzo medio giornaliero è più basso, poi vengono Ascoli-Piceno e Padova.

Questa è la classifica del prezzo della benzina nelle varie regioni, partendo dal prezzo più alto:

Il prezzo dei carburanti è cresciuto in tutti i Paesi dell’Unione europea. L’Italia compare tra i paesi con il prezzo più alto e in particolare è quello con la quota percentuale di tasse più elevata rispetto al prezzo finale.

Le promesse disattese di Matteo Salvini

Sulle autostrade, il costo del carburante continua a salire, mentre cresce la pressione sul governo affinché intervenga sulla questione dei prezzi elevati della benzina, inclusa la possibilità di ridurre le accise. Nonostante ciò, il ministro delle Imprese del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito la sua posizione che le accise dovrebbero rimanere intatte, come ha dichiarato in un’intervista a Repubblica.

Urso specifica che la riduzione delle accise tra marzo e dicembre 2022 ha comportato una spesa di oltre 9 miliardi di euro, traducendosi in un miliardo al mese o 12 miliardi l’anno. Tali cifre risultano onerose per un governo che si trova ad affrontare sfide di bilancio complesse. Si deve anche considerare che l’aumento delle imposte raccolte attraverso l’aumento dei prezzi alla pompa potrebbe continuare a contribuire alle casse statali.

La posizione del ministro sembra divergere dalle promesse elettorali precedentemente fatte da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che avevano affrontato in passato con grande enfasi il tema popolare dei costi elevati dei carburanti. Nel programma elettorale della Lega, è chiaramente indicata la proposta di “proseguire con misure transitorie di riduzione delle accise di gasolio, benzina e GPL. La riduzione delle accise, da attuarsi come politica generale di riduzione del carovita, ha importanza fondamentale per garantire livelli minimi di competitività dell’autotrasporto”.

Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, disse di riduzione delle accise anche mentre era al governo. Nel febbraio 8, 2023, ha promesso che “se il prezzo superasse i 2 euro, il Governo avrebbe agito, come è stato fatto l’anno precedente”. Tuttavia, nello stesso giorno, il ministro Urso ha minimizzato le richieste di Salvini sostenendo che i prezzi stavano calando.

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