La holding Edizione, controllata dalla famiglia Benetton, e il gruppo Blackstone hanno annunciato una opa totalitaria su Atlantia. Una offerta pubblica di acquisto totalitaria è un meccanismo che si verifica quando un soggetto è intenzionato ad acquistare tutte le azioni di una società da almeno altri 150 soggetti, pagandole in denaro. L’obiettivo, come in questo caso, è il delisting.
Cos’è un’offerta pubblica di acquisto totalitaria e a quanto ammonta questa
L’offerta pubblica di acquisto è disciplinata dagli articoli 101 bis e 112 del Testo unico della finanza (Tuf) e dai regolamenti della Consob, la Commissione nazionale per le società e la borsa. Si tratta di un invito a disinvestire, in quanto le azioni vengono liquidate e chi le possiede incassa il loro valore. All’opa fa seguito in genere un’operazione di delisting, ovvero la revoca della società dalle negoziazioni di una borsa valori.
All’apertura dei mercati è arrivato l’annuncio di Edizione e Blackstone. L’offerta pubblica di acquisto dei Benetton ammonta a 23 euro per azione, a cui bisogna aggiungere un dividendo di 0,74 euro. Il valore dell’azione di chi aderisce è dunque di 23,74 euro.
Il valore complessivo dell’opa incorpora un premio pari al 28,4% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni alla data del 5 aprile scorso, l’ultimo giorno di borsa aperta prima che iniziassero a circolare voci di una potenziale operazione sul capitale sociale di Atlantia. Il titolo è entrato oggi a Piazza Affari guadagnando il 5,5%, portando le azioni a 23,09 euro, quindi sopra l’offerta pubblica di acquisto.
Come avviene l’opa totalitaria per Atlantia: vale ben 12,7 miliardi di euro
L’opa sta avvenendo attraverso la società Schemaquarantratre HoldCo, costituita lo scorso 6 aprile, il cui capitale è interamente detenuto da Schemaquarantedue, che a sua volta fa riferimento a Edizione, tramite Sintonia, e Blackstone, tramite due società del Lussemburgo.
L’offerta pubblica di acquisto ha un valore complessivo di circa 12,7 miliardi di euro, finanziati dagli investitori Blackstone con aumenti di capitale sociale e altri conferimenti, che porteranno oltre 4 miliardi di euro nelle casse di Atlantia. I restanti 8 miliardi arriveranno da un finanziamento stipulate con degli istituti bancari.
Edizione controlla Atlantia al 33,1% e punta a coinvolgere nella partita anche gli altri azionisti storici, cioè il fondo sovrano di Singapore Gic Pte e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, che insieme controllano il 13% della holding.
Quest’ultima ha stipulato un accordo con cui si è impegnata a portare in adesione all’offerta oltre 6,25 milioni di azioni di Atlantia entro 5 giorni lavorativi e, in caso di esito positivo dell’offerta, reinvestire tutti i proventi derivanti dalla vendita per sottoscrivere nuove azioni di HoldCo insieme agli altri investitori Blackstone.
È lecito chiedersi perché i Benetton vogliano procedere con il delisting di Atlantia. Nelle casse della società arriveranno ai primi di maggio 8,2 miliardi di euro in seguito alla vendita della controllata Aspi, alla Cassa depositi e prestiti.
Atlantia è finita anche nelle mire di Florentino Perez, numero uno della società edile spagnola Acs. Insieme ai fondi Gip e Brookfield, il magnate aveva inoltrato una proposta preliminare non vincolante a Edizione. Subito respinta dai Benetton perché avrebbe portato alla dismissione delle attività di Abertis e di altre attività autostradali, conducendo di fatto a uno “spezzatino” del gruppo Atlantia, come spiegato da Edizione.
A proposito della famiglia Benetton: ecco dove sono i suoi membri nella classifica dei miliardari italiani. A portare questo cognome ci sono ben tre miliardarie d’Italia, qua la classifica.