Ue tra Cina e Usa, la battaglia sui dazi si allarga. Cosa rischiano Big Tech ed e-commerce

L’Ue sfida Shein, Temu e le Big Tech Usa con nuove regole e possibili dazi. Bruxelles vuole frenare l’e-commerce cinese e rispondere a Washington

Pubblicato: 6 Febbraio 2025 08:58

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

L’Unione Europea si trova stretta in una morsa tra l’avanzata impetuosa dell’e-commerce cinese e la sfida muscolare degli Stati Uniti sui dazi. Piattaforme come Shein e Temu hanno inondato il mercato con prezzi stracciati e logistica lampo, ma Bruxelles non ha intenzione di restare a guardare. Le regole del gioco stanno cambiando e l’Ue vuole rimettere ordine, limitando gli squilibri che hanno favorito i colossi asiatici.

Allo stesso tempo, l’ombra dei dazi americani costringe l’Europa a preparare una risposta altrettanto decisa contro le Big Tech statunitensi. In questo scontro di potenze economiche, Bruxelles cerca di difendere la propria industria e garantire standard di sicurezza più severi per chi acquista online.

Controlli più severi sulle piattaforme di e-commerce

Il flusso incontrollato di pacchi a basso costo ha costretto Bruxelles a rivedere le proprie difese. Le dogane europee intercettano ogni giorno migliaia di prodotti contraffatti, molti dei quali acquistati su piattaforme digitali. Il problema non riguarda solo il commercio, ma anche la sicurezza: articoli privi di certificazioni finiscono direttamente nelle mani dei consumatori, compresi i più giovani.

Shein, il gigante dell’ultra-fast fashion con un catalogo che sembra infinito, prova a mettere una pezza dichiarando di aver effettuato oltre due milioni di test sulla qualità nel 2024. Per rafforzare la propria immagine, ha stanziato 15 milioni di dollari per intensificare i controlli.

Nuove regole per l’import e la competizione tra aziende

Bruxelles affila le armi per rimettere in riga l’e-commerce globale. Sul tavolo c’è una riforma che costringerà i fornitori a dichiarare in anticipo cosa stanno immettendo sul mercato comunitario. Una stretta necessaria per frenare il diluvio di pacchi che entrano senza troppi controlli. Tra le misure discusse, spicca la creazione di un’agenzia centrale capace di incrociare i dati doganali dei 27 Paesi membri, evitando scappatoie e trucchi fiscali.

Per anni, la soglia di esenzione dai dazi per prodotti sotto i 150 euro ha dato ossigeno ai colossi cinesi, ma ora la musica cambia. Il settore europeo del commercio digitale osserva con interesse.

L’Ue valuta ritorsioni sui servizi e sulle Big Tech

Oltre ai dazi sui beni, Bruxelles potrebbe colpire il settore dei servizi, dove gli Stati Uniti vantano un attivo commerciale con l’Europa di oltre 100 miliardi di euro. Tra le misure in discussione, si valuta la possibilità di revocare la protezione dei diritti intellettuali per le aziende digitali americane o sospendere lo sfruttamento commerciale delle loro piattaforme online.

Un altro regolamento, entrato in vigore nel 2021, permetterebbe all’Ue di adottare contromisure economiche dirette, come nuove tariffe doganali, restrizioni quantitative e blocchi negli appalti pubblici. Questo strumento si è reso necessario dopo che Washington ha bloccato il funzionamento dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, rendendo impossibile un arbitrato commerciale su questi temi.

Il rischio di una spaccatura interna nell’Ue

Uno dei timori che serpeggia tra i governi europei è che Washington possa decidere di colpire solo alcuni Paesi con dazi mirati, invece di applicare restrizioni trasversali a tutta l’Ue. Questo scenario rischierebbe di generare divisioni tra i Ventisette, complicando la ricerca di una risposta comune. Il ricordo della guerra commerciale del 2018 è ancora vivo, quando l’Europa colpì con dazi moto Harley Davidson e jeans Levi’s in risposta alle tariffe americane su acciaio e alluminio. La sospensione di quelle ritorsioni scadrà a marzo e potrebbe riaccendere la tensione tra le due sponde dell’Atlantico.

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