Genova avrà presto il suo tunnel sottomarino, il primo presente in Italia nonché il più grande d’Europa. Parliamo infatti del tunnel subportuale che verrà costruito nel capoluogo ligure i cui lavori sono ufficialmente iniziati da lunedì 4 marzo 2024 alla presenza delle cariche dello Stato, della Regione e del Comune genovese. Un’opera, progettata per essere perfetto mix di sostenibilità ambientale e sociale, che dovrebbe essere inaugurata entro il prossimo quinquennio e che costerà parecchio alle casse italiane. Ma un tunnel sottomarino che permetterà di collegare varie parti della città aggirando il problema del traffico e, soprattutto, regalerà a Genova un nuovo volto.
Il primo tunnel sottomarino d’Italia
I lavori per il tunnel subportuale di Genova sono iniziati già nel 2023, con l’avvio della demolizione del grande capannone industriale CSM che ha aperto un’area di oltre 25.000 metri quadri nella quale verrà ricavato l’imbocco Ovest del tunnel, da cui partiranno gli scavi. Ma è con la cerimonia inaugurale dello scorso 4 marzo, alla presenza del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini e, tra gli altri, di Piantedosi, Giovanni Toti (presidente della Regione Liguria) e Marco Bucci (sindaco di Genova) che è stato dato il via ufficiale all’opera.
Un progetto che è stato definito grazie al contributo delle Istituzioni territoriali sulla base del masterplan di Genova redatto dallo Studio Renzo Piano e sotto la supervisione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che è la massima rappresentazione dell’eccellenza dell’ingegneria italiana e racchiude tutte le caratteristiche di un nuovo modo di concepire le infrastrutture. Un tunnel presentato come soluzione per migliorare sia i collegamenti cittadini sia, ovviamente, l’accessibilità al porto di Genova.
Con il suo tracciato lungo 3,4 chilometri, costituito da due gallerie principali separate, una per ogni direzione di marcia, del diametro esterno di scavo di circa 16 metri, che scorreranno a una profondità massima di -45 metri in area di bacino portuale, sarà di fatto il più grande d’Europa. La sua consegna, salvo ostacoli nel percorso di costruzione, è prevista per agosto 2029. Un mese cerchiato in rosso, ben evidenziato per il Comune di Genova che dall’opera ne uscirà migliorata.
Studi, infatti, hanno permesso di calcolare un risparmio di più di 1 milione di ore di viaggi ogni anno, con ricadute positive anche in termini ambientali. Ma il tunnel non sarà solo questo, perché i lavori consegneranno al capoluogo ligure 10 ettari di parchi, per una riqualificazione urbanistica della città.
Quanto costerà il tunnel di Genova
Come detto, il progetto è stato curato dallo Studio Renzo Piano sotto la supervisione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha messo a disposizione i fondi per la realizzazione del tunnel. Si tratta di un’opera che rientra tra quelle compensative stabilite dopo il crollo del viadotto Morandi dell’agosto 2018.
Secondo quanto stimato, dal marzo 2023 all’agosto 2029 il progetto costerà circa un miliardo alle casse italiane. Un budget al momento provvisorio, perché eventuali problemi o ritardi potrebbero portare a sovrapprezzi.
Un tunnel che fa già discutere
Ma neanche il tempo di nascere che il tunnel fa parecchio discutere. Non tanto per la sua realizzazione, quanto per le parole dette dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che hanno acceso i familiari delle vittime del Ponte Morandi. Toti, infatti, aveva aperto alla proposta di intitolare il nuovo tunnel subportuale di Genova alle 43 vittime della tragedia del 14 agosto 2018, ma dalle famiglie è arrivato il netto rifiuto.
Egle Possetti, portavoce del Comitato dei parenti delle vittime del crollo del Morandi, ha infatti sottolineato: “Non potremo mai accettare che quest’opera sia dedicata ai nostri cari, per i nostri cari avremo un memoriale, auspichiamo delle condanne e verità al processo, avremo molte iniziative importanti ma di certo non sarà un tunnel come questo a ricordarli”.
Ma non solo, perché il Comitato è duro col progetto e i fondi destinati per la sua costruzione. L’accusa, infatti, è che il miliardo stanziato è parte “di un accordo concordato in una notte a Roma, mettendo fine ad una presenza forte delle istituzioni nel processo”.