Tredicesima, 52,5 miliardi agli italiani: 1 su 2 l’userà per bollette e risparmi

La tredicesima vale 52,5 miliardi: metà finisce nei regali, ma cresce chi la usa per risparmio, bollette, casa e salute. Come verrà spesa

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Sono 52,5 i miliardi di euro della tredicesima che stanno per arrivare nelle tasche degli italiani, tra pensionati e dipendenti, pari a +1,2 miliardi rispetto all’anno scorso. Ma come verrà utilizzata? Secondo un sondaggio Ipsos per Confesercenti, solo il 50% la destinerà principalmente ai regali natalizi, mentre cresce la quota di chi la spenderà per risparmiare o per altro.

Come verrà spesa la tredicesima

L’indagine fotografa un Paese spaccato in due: tra chi deciderà di spenderla durante le feste e chi invece sceglierà di essere più prudente. Se la voce principale resta il Natale, guadagna terreno l’approccio più cauto: il 31% la userà per risparmiare e il 20% per pagare bollette o arretrati. Tra le altre destinazioni della tredicesima ci sono i mutui o finanziamenti (11%) e per la salute (14%).

Qui le motivazioni di spesa nel dettaglio:

Le spese sotto Natale

Secondo Confesercenti:

La tredicesima tiene insieme due Italie. Quella che fa partire le spese di fine anno e quella che prova a mettere ordine nei conti. L’aumento dell’occupazione da solo non basta se i redditi reali restano compressi. Per rilanciare i consumi in modo stabile è necessario accelerare il recupero del potere d’acquisto, riducendo il peso fiscale e sostenendo una contrattazione di qualità.

Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio, le tredicesime destinate ai consumi arriveranno a 49,9 miliardi di euro, segnando un incremento di 2,4 miliardi rispetto al 2024. La spesa media per famiglia raggiungerà così quota 1.964 euro, 53 euro in più rispetto allo scorso anno.

Quando arriva la tredicesima

La tredicesima deve essere obbligatoriamente erogata a tutti i lavoratori dipendenti, nel pubblico e nel privato, che abbiano un contratto di lavoro subordinato. La mensilità aggiuntiva deve essere riconosciuta sia in caso di contratto a tempo determinato sia indeterminato, indipendentemente dal fatto che sia part-time o a tempo pieno. Hanno diritto alla tredicesima anche i pensionati e i beneficiari dell’assegno sociale.

Il periodo in cui la tredicesima viene erogata è strettamente connesso alla festività di Natale. Sebbene non ci sia una data precisa in cui la mensilità aggiuntiva debba essere corrisposta, ci sono realtà che la pagano nella seconda settimana di dicembre. Altre invece la elargiscono pochi giorni prima di Natale, mentre per i pensionati arriva con il cedolino mensile ed è accreditata ad inizio mese.

La tredicesima matura nel corso dell’anno: ogni mese si accantona un dodicesimo dello stipendio lordo che spetterebbe al lavoratore dal 1° gennaio al 31 dicembre. L’importo così ottenuto viene poi moltiplicato per i mesi lavorati; il risultato è l’importo lordo della tredicesima (da cui vanno sottratte le imposte).

In ogni caso l’importo della mensilità aggiuntiva è sempre leggermente più basso di quello dello stipendio regolare, perché non comprende detrazioni o componenti aggiuntive della retribuzione. Per quanto riguarda i pensionati, invece, questi ricevono lo stesso importo del cedolino di dicembre.

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