Stellantis, con il nuovo piano di sviluppo la Fiat 500 torna in Italia, a Mirafiori

Nel nuovo piano di sviluppo di Stellantis l’Italia torna al centro, con Mirafiori che avrà più lavoro grazie al ritorno della Fiat 500: obiettivo contrastare la concorrenza cinese.

Pubblicato: 10 Dicembre 2024 09:59

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Tra immatricolazioni in calo, produzione ridotta, lavoratori in cassa integrazione e un ceo dimissionario, il gruppo Stellantis affronta in queste settimane il periodo più buio di tutta la sua storia. Per andare avanti e rilanciarsi è necessario tirare una linea e impostare un nuovo piano di sviluppo che possa permettere di allontanare le crisi e delineare i nuovi obiettivi. Ne è convinto Jean-Philippe Imparato, già al vertice di Alfa Romeo e da alcune settimane Chief Operating Officer Enlarged Europe, che ha deciso di rilanciare il ruolo dell’Italia per Stellantis che, dalla sua viva voce, sarà al “centro della strategia di Stellantis”.

Parole queste che in parte rincuorano i lavoratori nostrani del gruppo automobilistico, specie quelli di Mirafiori, e che si rafforzano nel fatto che sarà proprio Imparato a partecipare al tavolo di confronto con il governo – si legga il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso – del prossimo 17 dicembre 2024.

La nuova Stellantis torna a puntare sull’Italia

A rendere pubblici i nuovi piani di Stellantis è stato, come detto,  Jean-Philippe Imparato nel corso del suo intervento a XXI Secolo su Rai 1.

“L’Italia – ha detto – è al centro della strategia di Stellantis, che considera l’Italia come un punto chiave per il proprio sviluppo. Darò un piano industriale per fabbrica – che sto valutando di questi tempi – per dare una risposta molto semplice al ministro Urso. Sarà molto chiaro – ha precisato – non voglio promesse non mantenute. Se dico qualcosa al tavolo Mimit del 17 sarà basato su cose concrete, su auto che arrivano, su motori che arrivano. In questi tempi di incertezza dobbiamo coprire tutti i segmenti e tutti i powertrain in Italia”.

Il futuro della produzione

L’obiettivo primario di Imparato è riportare la produzione di Stellantis a livelli sostenibili. Per farlo servono gli ordini, naturalmente, ma anche uno sviluppo degli stabilimenti e una loro riorganizzazione. Ecco dunque che con la promessa di riportare la produzione italiana al “secondo posto in Europa nel 2029” e di non chiudere “nessuno stabilimento” in quanto “ognuno ha un piano prodotto”, l’alto dirigente del gruppo ha delineato anche quale sarà il futuro dello storico stabilimento di Mirafiori.

“Mirafiori – ha detto Imparato – Ora è la Fiat 500 ed entro pochi mesi avremo l’ibrido. Al di là di questo sto preparando la nuova 500 che arriverà. Il piano sta per essere consolidato. Non molliamo Mirafiori e non molliamo Torino. Abbiamo messo anche l’ente dei veicoli commerciali, ProOne, in Italia e come capo dell’Europa metto tutta l’organizzazione europea a Torino. In questo momento sapete che stiamo sviluppando l’ibrido, vedremo qualcosa a novembre 2025. E poi si ripartirà con 100mila auto all’anno. Dopo metteremo a Mirafiori il futuro della 500 che arriverà fino al 2032, 2033. Quindi non c’è dubbio, Mirafiori avrà lavoro”.

La Fiat 500 tornerà dunque a essere prodotta in Italia dopo l’addio allo stabilimento polacco di Stellantis. Ci sarà un modello ibrido dell’elettrica completamente nuovo e basato sulla nuova piattaforma STLA Small di Stellantis (lancio previsto nel 2026).

Il piano per battere la concorrenza cinese

Restano, al momento, i problemi concorrenziali per Stellantis, così come per tutte le case automobilistiche europee. La Cina è un avversario ostico, motivo questo che ha spinto Imparato e Stellantis a delineare una strategia generale che passi dal lancio di nuove auto elettriche e ibride.

Sono 14 i modelli in piano, con l’alto dirigente che ha anche sottolineato che serva “competitività” e “supporto”, “ma è un dato di fatto” che la Cina resti un avversario molto difficile da superare “e non posso cambiare la situazione”.

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