L’azienda automobilistica Stellantis ha deciso di prolungare l’interruzione della produzione presso lo stabilimento torinese di Mirafiori anche per tutto il mese di Novembre. La riapertura delle linee era prevista il 14 ottobre, ma è stata spostata al primo giorno del prossimo mese. Questi rinvii si susseguono fin dall’inizio dell’anno e sono dovuti alla crisi del mercato delle auto elettriche in Europa.
Stellantis ha annunciato che a partire dal 2026 a Mirafiori sarà prodotta anche la 500 ibrida. Una svolta importante perché punta su un mercato più vivo rispetto a quello delle auto a batteria e riporta i motori a combustione, di cui molte aziende dell’indotto si occupano, sulle linee Fiat di Mirafiori.
Stellantis chiude Mirafiori fino a novembre
Il gruppo automobilistico Stellantis, che controlla tutti maggiori marchi di auto italiani, ha annunciato che la produzione di 500e nell’impianto torinese di Mirafiori non riprenderà nemmeno a ottobre. Il riavvio delle linee era stato previsto per il 14 ottobre, ma l’azienda lo ha spostato nuovamente a inizio novembre. Si tratta dell’ennesimo rinvio che da inizio anno tiene bloccate le linee di produzione Fiat nello storico impianto torinese. Funzionano solamente le due piccole linee Maserati.
La ragione dietro a questo stop ripetuto di Mirafiori è la vocazione quasi totalmente elettrica dell’impianto. Le linee torinesi avrebbero dovuto coprire la domanda di utilitarie elettriche, producendo i modelli di 500e, tra le prime vetture a batteria Fiat a riscuotere successo. Nel 2024 però, al venir meno in Europa degli incentivi di Stato verso le auto elettriche, la domanda per questo tipo di veicoli è crollata mandando in crisi diverse aziende, tra cui la stessa Stellantis.
“Persiste la mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa che è profondamente in difficoltà, nonostante la 500e nei primi 8 mesi dell’anno rappresenti il 40% delle vendite nel segmento Ev delle city car (Segmento A) in Europa”, ha spiegato Stellantis in un comunicato che accompagna la decisione di non riaprire le linee di Mirafiori. I sindacati hanno indetto uno sciopero generale il 18 ottobre contro questa e altre decisioni della società.
Nella giornata del 30 settembre le azioni del gruppo hanno subito un calo di quasi il 15%, a causa della pubblicazione delle previsioni future, riviste fortemente al ribasso. Una sorte toccata a buona parte delle case automobilistiche europee, che stanno subendo la transizione energetica senza essere in grado di trovare soluzioni che permettano loro di mantenere le proprie quote di mercato davanti alla concorrenza delle nuove società cinesi.
Il piano di Stellantis per Mirafiori
Stellantis è stata fortemente criticata da diverse parti politiche e dai sindacati per il progressivo disimpegno da Torino e da Mirafiori, storiche sedi della Fiat, uno dei marchi più importanti del gruppo. Durante il 2024 le parti sociali e il Governo hanno strappato un accordo alla società che ha permesso di riportare i motori a combustione sulle linee torinesi. La fabbrica, che era stata ripensata per la produzione di auto elettriche, andrà adattata e quindi bisognerà aspettare il 2026 prima che la produzione di 500 ibrida possa cominciare.
“Stellantis sta lavorando con determinazione per garantire la continuità di tutti i suoi impianti e delle sue attività. Ribadiamo che alle Carrozzerie di Mirafiori, grazie a un investimento di 100 milioni di euro, presto sarà potenziata la produzione della Fiat 500e con una nuova batteria ad alto potenziale, integrando nuove tecnologie per renderla più accessibile e migliorare l’esperienza cliente, ma all’inizio del 2026 sarà anche avviata la produzione della Nuova 500 ibrida, che sarà realizzata sulla base dell’attuale 500 elettrica”, ha commentato Stellantis in un comunicato.
“Il complesso di Mirafiori sta vivendo una importante trasformazione, con l’obiettivo di renderlo un vero e proprio polo di innovazione e sviluppo a livello globale, scelta cruciale per vincere la sfida della transizione verso la mobilità sostenibile a cui siamo chiamati. Una visione che prevede un processo di investimenti nel comprensorio torinese e nell’industria automobilistica italiana, finalizzato alla creazione del Mirafiori Automotive Park 2030, che ha al suo interno eccellenze globali: la produzione di cambi elettrificati a doppia frizione (eDct), il Plant di Economia Circolare e il Battery Technology Center, oltre alla creazione di un green Campus“, conclude la nota.
Mirafiori e il suo indotto sono però in crisi da anni. Il sistema Fiat nei decenni ha esternalizzato quasi tutti i processi di produzione a fornitori esterni, lasciando nella fabbrica soltanto assemblaggio e carrozzeria. Questo ha creato un indotto molto florido attorno allo stabilimento ma, da quando è cominciata la crisi, queste aziende sono state costrette a chiudere. A questo si aggiunge la mancata assunzione di nuovi operai, anche in sostituzione di quelli che vanno in pensione, e i ricchi incentivi dell’azienda ai lavoratori che vogliono abbandonare il posto a Mirafiori.
Tavares in bilico: il contratto in scadenza e l’audizione in Parlamento
La crisi di Stellantis è arrivata fino ai suoi vertici. Anche prima della pubblicazione della revisione delle stime per il resto del 2024, il Financial Times riportava che il consiglio di amministrazione potrebbe non rinnovare il contratto all’attuale amministratore delegato Carlos Tavares. Fautore della fusione tra Psa e Fca che ha portato alla nascita del colosso europeo, Tavares è molto criticato in Italia per le sue scelte di investimento negli impianti del Paese.
Le opposizioni hanno anche ottenuto che il Ceo riferisca in Parlamento in un’audizione sul futuro di Stellantis in Italia: “Finalmente. Dopo una lunga battaglia condotta da Azione, che ha visto tutte le opposizioni unite, siamo riusciti ad ottenere che l’Ad di Stellantis venga a riferire in Parlamento l’11 ottobre alle 13:00 sulla disastrosa situazione del gruppo. Ci aspettiamo risposte circostanziate e puntuali, non passerelle mediatiche”, ha annunciato il segretario di Azione Carlo Calenda.
“A noi va bene l’audizione di Stellantis nell’arco di tutti i giorni dell’anno, ma no nella settimana in cui i lavoratori e le lavoratrici scendono in piazza per gridare la loro angoscia e la mancanza di prospettive di lavoro in un gruppo industriale che non vuole investire. Possibile che l’invito di venire in audizione non sia stato fatto prima di tutto a Fim, Fiom e Uilm? Il fatto di aver convocato l’audizione dell’ad Tavares senza dare la parola alle tute blu è una provocazione che respingiamo al mittente”, ha risposto il vicepresidente di Avs Marco Grimaldi.