12 miliardi in Difesa, l’Italia si indebita con l’Ue: da dove arrivano i soldi

Il ministro dell’Economia chiarisce da dove arriveranno le risorse per la difesa. Si tratta di BTp o fondo Safe, un finanziamento agevolato

Pubblicato:

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Al termine del consiglio dei Ministri di venerdì 17 ottobre, quello che ha dato il via libera alla Manovra 2026, il ministro Giorgetti ha risposto a una domanda che aveva lasciato moltissimi con il dubbio: da dove arrivano i soldi per la difesa. Si tratta di ben 12 miliardi disposti per la spesa militare, accessibili soltanto nel caso in cui l’Italia superi la procedura di infrazione europea.

Nel caso in cui ciò avvenisse, resta aperta la domanda sulla provenienza dei fondi. Giancarlo Giorgetti ha quindi dichiarato che per la spesa in difesa l’Italia metterà mano a due salvadanai: il BTp o il Safe. In particolare, quest’ultimo è un prestito a lungo termine, con tasso agevolato ma che deve essere ripagato.

12 miliardi per la difesa

L’Italia spenderà 12 miliardi di euro per la spesa militare, in aggiunta a tutti gli altri miliardi già disposti (circa 139 miliardi di euro) nel tempo attraverso investimenti infrastrutturali o piani di ricerca su tecnologie come l’intelligenza artificiale o gli armamenti. Abbiamo chiarito in diversi altri articoli questi punti, ma la dichiarazione di Giancarlo Giorgetti ci permette di rispondere direttamente alla domanda su “da dove arrivano i fondi” necessari per la spesa militare.

Il ministro dell’Economia infatti ha dichiarato che i 12 miliardi saranno finanziati attraverso due salvadanai. Parla di BTp o Safe, ma non della compresenza di entrambi: questo aspetto è ancora da chiarire. Aggiunge inoltre che stanno lavorando con i giganti nazionali della difesa, quindi Leonardo e Fincantieri, “per cercare interlocuzioni con soggetti europei per progetti che possono aderire al piano Safe”. Proprio quest’ultimo strumento dovrebbe essere quindi quello più adatto alle esigenze del governo.

Che cos’è il Safe?

Come riassunto brevemente da Giorgetti, il Safe è uno strumento finanziario dell’Unione Europea, simile al Pnrr, che consente agli Stati di investire nella produzione industriale del settore della difesa mediante appalti comuni.

Con questo strumento si possono richiedere fino a 150 miliardi di euro ai Paesi interessati, quindi che fanno richiesta e sulla base dei piani nazionali. Entro il 30 novembre il governo Meloni dovrà inviare alla Commissione Europea la richiesta formale per ricevere 14,9 miliardi di euro.

Chiedere questa tipologia di finanziamenti permetterebbe, secondo la maggioranza, di spostare i miliardi risparmiati della Manovra 2026 verso settori come scuola, sanità e lavoro.

Intanto, però, l’Italia in questo modo si indebiterebbe con l’Europa, sempre a tasso agevolato, ma comunque con la prospettiva di dover rimborsare questi miliardi di euro in futuro.

Tutte le azioni per l’aumento della spesa militare

Questa non sarebbe neanche la prima delle mosse messe in campo dal governo Meloni per tentare di aumentare la spesa per la difesa senza incidere troppo sui settori che convergono in maniera più diretta ai cittadini. Basti pensare che già a luglio 2025 l’Italia aveva espresso l’interesse a fare ricorso allo strumento Safe (Security Action for Europe) per un ammontare di circa 15 miliardi di euro.

Nel Documento programmatico di bilancio 2026, invece, si parla di un impegno, in coerenza con quanto concordato a livello internazionale, ad aumentare la spesa per la difesa e la sicurezza nazionale fino allo 0,5% del Pil entro il 2028, per un totale di 12 miliardi di euro.

L’Italia non ha ancora richiesto l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale, che permette agli Stati di deviare dai requisiti del quadro di bilancio per finanziare l’aumento della spesa per la difesa. Si tratta di una clausola che copre un periodo di quattro anni e permette una flessibilità massima dell’1,5% del Pil.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963