Volendo sintetizzare al massimo, la recessione è un calo significativo dell’attività economica, che può durare per dei mesi o, addirittura, per molti anni. Tecnicamente gli economisti iniziano a parlare di recessione nel momento in cui il PIL – ossia il prodotto interno lordo – di una nazione risulta essere negativo. L’andamento negativo di questo indice si deve accompagnare:
- ad una crescita del tasso di disoccupazione;
- ad un calo delle vendite al dettaglio;
- ad una contrazione dei redditi e del settore manifatturiero.
I fattori che abbiamo appena visto si devono verificare per un periodo di tempo prolungato.
Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo cos’è la recessione.
Indice
Cos’è la recessione?
Si potrebbe cominciare dicendo semplicemente che la recessione è un momento contrapposto all’espansione e alla crescita economica, durante la quale si assiste a una riduzione dell’attività produttiva e alla contrazione significativa del PIL, cioè il prodotto interno lordo di uno stato. Esso rappresenta il valore di tutti i beni e servizi finali prodotti entro i confini nazionali di un dato Paese entro un determinato periodo di tempo, e di conseguenza rappresenta tutta la ricchezza (o reddito) prodotta dal paese stesso.
Il termine recessione compare nelle teorie del ciclo economico degli ultimi tre secoli, delle quali occorre citare almeno quella a due stadi dello statunitense W.C. Mitchell (1874-1948), dove la recessione corrisponderebbe all’intera fase discendente del ciclo, e a quella a 4 stadi dell’austriaco J.A. Schumpeter (1883-1950), secondo il quale la fase cosiddetta discendente del ciclo economico è composta a sua volta da due momenti consequenziali: la recessione e poi la depressione. Negli Stati Uniti si definisce recessione quando la variazione del PIL è negativa per due trimestri consecutivi, mentre in Italia la stessa situazione è definita recessione tecnica.
Gli effetti economici della recessione
In linea di massima, la recessione economica si riconosce sempre dai medesimi sintomi, che sono poi le sue conseguenze, cioè i suoi effetti sulla vita socio-economica di un paese o, come si sta verificando in questi mesi di emergenza sanitaria, dell’intero sistema globale:
- flessione del tasso di crescita della produzione;
- aumento della disoccupazione;
- diminuzione tassi di interesse dovuti alla riduzione della domanda di credito da parte delle imprese;
- calo dei consumi;
- minore domanda di beni e servizi e conseguente rallentamento del tasso di inflazione;
- minor accesso al credito e conseguente diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie;
- chiusura o fallimento delle aziende.
Questi effetti hanno un impatto sociale enorme anche perché non è possibile definire quanto un periodo di recessione possa durare. La grande recessione iniziata negli Stati Uniti nel 2007 ad esempio si è protratta almeno fino al 2013. Va ricordata inoltre la crisi del debito sovrano europeo del 2009, una crisi finanziaria che provocò un vertiginoso aumento del debito pubblico di numerosi stati europei dell’area sud-orientale, tra i quali la Grecia e l’Italia. Se la recessione dura troppo a lungo molto probabilmente si trasformerà in una depressione, come già è avvenuto tra il 1873 e il 1895 e dopo la crisi economica del 1929, nota come Grande Depressione.
Nel corso degli anni le recessioni hanno condizionato pesantemente l’economia di molti paesi.