Il Festival di Sanremo, simbolo della televisione pubblica italiana, si trova a un bivio che potrebbe cambiarne il futuro. La sentenza del Tar della Liguria ha accolto il ricorso della Je, società di spettacolo, mettendo in discussione l’affidamento diretto della manifestazione alla Rai per le edizioni 2024 e 2025. Al centro della decisione c’è il rapporto tra il marchio “Festival della Canzone Italiana”, registrato dal Comune di Sanremo, e il format trasmesso storicamente dalla Rai.
Secondo il Tar, il legame tra marchio e format non è più inscindibile, complice l’evoluzione dell’evento negli anni. Tra le modifiche citate spiccano l’edizione senza pubblico del 2021, causata dalla pandemia, e i cambiamenti frequenti nella serata delle cover. Un verdetto che apre scenari inediti per la kermesse più amata d’Italia e che preoccupa i vertici Rai, che potrebbero perdere gli indotti del Festival. Ma andiamo con ordine.
Quanto costa Sanremo alla Rai
La Rai spende circa 5 milioni di euro per i diritti del marchio “Festival della Canzone Italiana” e per l’organizzazione dell’evento. Una cifra che, considerando i 60 milioni di euro stimati dagli introiti pubblicitari del 2024, appare più che vantaggiosa. Ma all’orizzonte si prospetta una novità: a partire dal 2026, l’assegnazione del Festival potrebbe avvenire tramite bando pubblico. Questo significa che la cifra per aggiudicarsi Sanremo potrebbe lievitare, trasformandolo in un vero e proprio oggetto del desiderio non più ad uso esclusivo della Rai.
Lo scenario: Sanremo all’asta
La sentenza del Tar ha aperto scenari inediti: da Mediaset a Sky, passando per Warner Discovery, diverse emittenti potrebbero partecipare alla gara per portare Sanremo sulle proprie reti. Immaginare un Festival su Canale 5 o una piattaforma streaming non è più così fuori dal mondo. Con un’asta in gioco, il valore di Sanremo potrebbe salire alle stelle, rendendolo ancora più ambito nel panorama televisivo.
Quanto guadagna la Liguria dal Festival di Sanremo
Sanremo non è solo un palcoscenico per la musica italiana, ma un evento che trasforma l’intera Liguria in un motore economico pulsante per una settimana. Secondo un’analisi di Ey, il Festival genera un impatto stimato di oltre 205 milioni di euro sull’economia locale, con 77 milioni che contribuiscono direttamente al Pil. Un contributo significativo, se si considera che nel 2022 il Pil della Liguria è cresciuto di circa 5 punti percentuali, anche grazie a Sanremo. È come se ogni angolo della città si accendesse, dal turismo all’ospitalità, passando per ristoranti e negozi.
Le strutture alberghiere di Sanremo, con circa 3.300 posti letto, si preparano ogni anno ad accogliere turisti e addetti ai lavori, a cui si aggiungono migliaia di posti offerti dalle soluzioni extralberghiere. Anche se non sempre si raggiunge il tutto esaurito, l’atmosfera è quella di una festa che non si limita ai confini dell’Ariston. I ristoranti e i bar fanno il pieno, e le vie dello shopping si trasformano in un continuo via vai di persone.
Ma l’effetto Sanremo non si ferma qui. Il Festival riesce a generare oltre 1.300 posti di lavoro equivalenti a tempo pieno, coinvolgendo non solo il mondo dello spettacolo, ma anche il tessuto economico locale. È un esempio perfetto di come un evento possa diventare un volano economico, capace di lasciare un’impronta profonda anche dopo che si sono spente le luci del palco.
Quanto guadagna la Rai: i costi sotto la lente d’ingrandimento
Ma quanto guadagna la Rai? Prendiamo ad esempio l’edizione 2022 del Festival di Sanremo, che ha confermato il suo ruolo di evento televisivo più redditizio per la Rai. Secondo la Corte dei Conti, l’azienda ha registrato un saldo positivo di 12,7 milioni di euro, ben 4 milioni in più rispetto agli 8,7 milioni del 2021.
A trainare questo risultato sono stati i ricavi netti, che hanno sfondato quota 28,4 milioni di euro, crescendo di oltre 3 milioni rispetto all’anno precedente. Un successo che racconta non solo di musica, ma anche di un business, è proprio il caso di dirlo, ben orchestrato.
Sanremo 2022 è riuscito a ridurre i costi esterni di rete di ben 892 mila euro rispetto all’anno precedente, portandoli a 6,3 milioni. Questa riduzione è frutto di tagli strategici: il cast fisso, ad esempio, è passato da un costo di 700 mila euro a soli 113 mila, generando un risparmio di 587 mila euro. Anche i costi per autori e consulenti sono scesi di 161 mila euro, fermandosi a 440 mila, mentre l’orchestra ha richiesto 697 mila euro, 69 mila in meno rispetto al 2021.
Non tutto è stato ritoccato al ribasso. I compensi per la conduzione e la direzione artistica si sono mantenuti pressoché invariati, salendo di appena 15 mila euro, per un totale di 641 mila. Anche la regia ha avuto un incremento limitato, con un aumento di 5 mila euro che ha portato il costo complessivo a 126 mila.
Se da una parte si è puntato al risparmio, dall’altra alcune spese hanno registrato aumenti. La scenografia, ad esempio, ha raggiunto 1,123 milioni di euro, con un incremento di 42 mila euro rispetto all’anno precedente. La giuria demoscopica è costata 63 mila euro, raddoppiando rispetto ai 31 mila del 2021, mentre gli “altri costi di produzione” hanno visto una crescita di 125 mila euro, arrivando a 970 mila.
Nel 2022, l’intero Festival, sommando costi esterni e industriali, è costato 15,7 milioni di euro, con una riduzione di 911 mila euro rispetto ai 16,6 milioni del 2021. Un’efficienza che ha permesso alla Rai di ottimizzare il bilancio, pur continuando a investire in settori chiave per garantire lo spettacolo.
Sanremo 2022 ha fatto centro con una media di 13,3 milioni di telespettatori e uno share del 64,9%. Questi numeri hanno attratto sponsor di alto livello e portato a un aumento dei ricavi netti, chiudendo l’evento con un margine economico decisamente positivo per la Rai.
Il costo di uno spot: il lusso della visibilità
Con l’edizione 2023, la Rai ha puntato a superare i 56 milioni di euro di ricavi pubblicitari, con stime che sfiorano i 60 milioni. Si tratta di un balzo significativo rispetto ai 42 milioni del 2022, un incremento che conferma l’appeal commerciale del Festival.
Durante Sanremo, la pubblicità raggiunge cifre da record. Nel 2023, un pacchetto premium nella fascia serale più ambita (22.45-00.15) ha toccato quota 1,76 milioni di euro, pari a circa 117.528 euro al secondo (neanche Jeff Bezos o Elon Musk si avvicinano a questi guadagni al secondo). Queste cifre assolutamente folli spiegano perché grandi marchi come Coca-Cola, Eni e Suzuki continuano a investire nel Festival.
Cosa potrebbe cambiare se il Festival cambiasse canale
Sanremo non è solo un palco per la musica, ma anche una macchina economica che intreccia tradizione e profitti. Immaginare uno scenario in cui il Festival lasci la Rai è un esercizio interessante per comprendere il suo impatto economico. I numeri ipotizzati derivano da una valutazione dei ricavi attuali, delle strategie pubblicitarie e della capacità delle emittenti di attrarre sponsor e pubblico.
Mediaset, con la sua struttura pubblicitaria consolidata, potrebbe far crescere i ricavi fino a 70 milioni di euro. Canale 9, puntando su un target giovane e digitale, potrebbe aggirarsi intorno ai 55 milioni, mentre La7, con il suo pubblico più ristretto, rischierebbe di non replicare lo stesso successo economico. Scenari che aiutano a riflettere sul valore commerciale di un evento unico nel panorama italiano.