Nel 2024 i prezzi dei carburanti alla pompa in Italia sono diminuiti rispetto all’anno precedente, con un risparmio medio di 103 euro per famiglia, pari a 2,7 miliardi complessivi. Questo calo è stato favorito dalla riduzione dei prezzi internazionali del petrolio, scesi a 70-80 dollari al barile. Tuttavia, l’Italia continua a fare i conti con una rete di distributori frammentata e poco efficiente.
Questi dati emergono dal Preconsuntivo petrolifero 2024, il rapporto annuale diffuso dall’Unem, l’associazione delle imprese del settore carburanti.
Il prezzo del carburante nel 2024
Nel 2024, i prezzi dei carburanti alla pompa hanno raggiunto a ottobre i minimi degli ultimi 24 mesi, con una media annuale di 1,822 euro/litro per la benzina e 1,718 euro/litro per il gasolio. Questi valori rappresentano una diminuzione compresa tra i 5 e gli 8 centesimi euro/litro rispetto al 2023, in linea con le tendenze dei mercati internazionali. Il calo dei prezzi ha generato un risparmio di circa 2,7 miliardi di euro per gli automobilisti, corrispondente a 103 euro in media per famiglia.
Per quanto riguarda il prezzo industriale, ovvero al netto delle imposte, anche nel 2024 l’Italia registra uno scarto negativo rispetto agli altri Paesi europei, con un differenziale medio ponderato di 2,1 centesimi euro/litro.
La flessione delle quotazioni internazionali del petrolio e del gas ha avuto un impatto positivo sulla fattura energetica, che nel 2024 si stima ammonti a 48,5 miliardi di euro, con una riduzione di 18,6 miliardi di euro (-28%) rispetto al 2023. Oltre l’80% di questa diminuzione è attribuibile al minor costo degli approvvigionamenti di petrolio e gas. Anche la spesa per le importazioni di energia elettrica è diminuita del 26%, mentre quella per i combustibili solidi è scesa addirittura del 60%. Il peso della fattura energetica sul Pil si attesta al 2,2%, in calo rispetto al 5,7% del 2022, quando superò i 144 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la fattura petrolifera, nel 2024 si prevede una spesa di 21,2 miliardi di euro, con un calo di 7,6 miliardi di euro (-26%) a causa della riduzione delle importazioni di greggio e delle quotazioni internazionali. Il peso sul PIL è dell’1%, rispetto all’1,6% del 2022.
La domanda di petrolio nel 2024
La domanda complessiva di petrolio nel 2024 ha raggiunto i 102,8 milioni di barili al giorno (b/g), registrando un aumento di 0,9 milioni b/g rispetto al 2023, rispetto ai 2 milioni b/g dell’anno precedente. Questo rallentamento nella crescita ha confermato le aspettative per i Paesi Ocse, ma ha sorpreso parzialmente i Paesi non-Ocse, a causa del raffreddamento dell’economia cinese.
Analizzando le dinamiche per singolo Paese, si osserva un andamento sostanzialmente stabile per Europa e Stati Uniti, mentre l’aumento della domanda è stato più significativo in Africa, Medio Oriente, America del Sud e in alcuni Paesi asiatici. La Cina, che ha contribuito al 14% dell’incremento totale rispetto al 67% nel 2023, ha registrato un maggiore ricorso alle autovetture elettriche, che nel 2024 hanno ridotto la domanda di petrolio di 310.000 b/g (pari all’1,8%).
Negli ultimi dieci anni, la domanda globale di petrolio è aumentata di 9 milioni b/g, con un saldo complessivo di 25,6 milioni b/g dal 2000, determinato dalla riduzione di 2,9 milioni b/g nei Paesi Ocse e dall’aumento di 28,5 milioni b/g nei Paesi non-Ocse. Per il 2025 si prevede una crescita di circa 1 milione b/g, con un lieve calo nei Paesi Ocse, compensato dall’aumento nei Paesi non-Ocse. Questa previsione è inferiore alle stime precedenti dell’Opec, che indicavano ancora una crescita di 1,5 milioni b/g.