Partita IVA da libero professionista: come si apre

Aprire una partita IVA da libero professionista è il primo passo per avviare la tua attività. Scopri requisiti, costi, regimi fiscali e tutte le procedure necessarie.

Pubblicato: 28 Gennaio 2025 09:23

Enzo Claudio Calanducci

Dottore Commercialista e Revisore Contabile

Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano, si occupa principalmente di fiscalità ordinaria e straordinaria d'impresa e svolge attività di consulenza tributaria, societaria e contabile.

L’apertura della partita IVA rappresenta un passaggio fondamentale per chiunque desideri intraprendere un’attività professionale autonoma in Italia. Questo processo consente al libero professionista di operare legalmente, gestendo in modo autonomo gli aspetti fiscali e contributivi legati alla propria attività. Comprendere le procedure e gli elementi fondamentali associati all’apertura della partita IVA è essenziale per avviare con successo la propria attività professionale.

Chi è il libero professionista

Il libero professionista è un lavoratore autonomo che offre servizi basati principalmente sulle proprie competenze intellettuali e tecniche, senza vincoli di subordinazione nei confronti dei clienti. Questa figura si distingue per l’indipendenza nella gestione del lavoro, l’assenza di un orario fisso e la responsabilità diretta nei confronti dei committenti.

Le caratteristiche principali del libero professionista includono:

È importante notare che alcune professioni richiedono l’iscrizione a specifici albi professionali (ad esempio, avvocati, medici, ingegneri), mentre altre possono essere esercitate senza tale obbligo (come consulenti, designer, sviluppatori web). In ogni caso, l’apertura della partita IVA è un requisito fondamentale per esercitare legalmente l’attività professionale in Italia.

Cos’è il codice ATECO nella partita IVA

Il codice ATECO è una combinazione alfanumerica utilizzata per classificare le attività economiche in Italia. Questo codice è fondamentale al momento dell’apertura della partita IVA, poiché identifica in modo preciso il tipo di attività che il professionista intende svolgere.

La struttura del codice ATECO è composta da una sequenza di lettere e numeri che definiscono progressivamente la categoria, la sottocategoria e la specificità dell’attività economica. Ad esempio, per un avvocato il codice potrebbe essere 69.10.10, mentre per un consulente informatico potrebbe essere 62.02.00.

La scelta del codice ATECO appropriato è cruciale per diversi motivi:

È fondamentale individuare con precisione il codice ATECO corrispondente all’attività che si intende svolgere. A tal fine, l’ISTAT mette a disposizione strumenti online per la ricerca e l’individuazione del codice più appropriato. Una scelta accurata del codice ATECO garantisce una corretta gestione fiscale e amministrativa, evitando possibili sanzioni o complicazioni future.

Le tasse e la partita IVA

La tassazione per i liberi professionisti titolari di partita IVA varia in base al regime fiscale adottato, principalmente tra il regime forfettario e il regime ordinario.

Regime Forfettario

Nel regime forfettario, si applica un’imposta sostitutiva che sostituisce IRPEF, addizionali regionali e comunali. L’aliquota standard è del 15%, ma può essere ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività, a condizione che si rispettino determinati requisiti:

Questo regime è vantaggioso per chi ha costi operativi bassi e un reddito che non supera determinati limiti, definiti annualmente.

Regime Ordinario

Nel regime ordinario, la tassazione avviene attraverso le aliquote IRPEF per scaglioni di reddito. Per i redditi fino a 28.000 euro si applica l’aliquota del 23%. Per redditi superiori, l’aliquota aumenta progressivamente in base agli scaglioni stabiliti dalla normativa fiscale.

Il regime ordinario è più adatto a professionisti con spese elevate poiché consente di dedurre una vasta gamma di costi e un fatturato maggiore di euro 85.000,00,

Quando si apre la partita IVA si versano i contributi?

L’apertura della partita IVA comporta l’obbligo di versare i contributi previdenziali, che variano in base alla tipologia di attività svolta e all’ente previdenziale di riferimento.

Professionisti senza cassa previdenziale

I liberi professionisti non iscritti a ordini o albi professionali devono versare i contributi alla Gestione Separata INPS. In questo caso, i contributi sono calcolati in percentuale sul reddito imponibile, con un’aliquota pari al 26,23%.

Professionisti con cassa previdenziale

I professionisti iscritti a specifiche casse previdenziali (ad esempio, avvocati, ingegneri, commercialisti) devono seguire le regole della loro cassa di appartenenza. In genere, si versano due tipi di contributi:

Artigiani e commercianti

Se l’attività svolta rientra tra quelle artigianali o commerciali, è necessario iscriversi alla Gestione INPS Artigiani e Commercianti. In questo caso, si versa un contributo fisso annuale, che copre un reddito minimo stabilito per legge, e un’aliquota aggiuntiva per i redditi eccedenti tale minimo. Per i professionisti in regime forfettario, è possibile richiedere una riduzione del 35%.

Per effetto della legge di Bilancio 2025, chi si iscrive per la prima volta nel corso del 2025 alle Gestioni INPS

degli artigiani e dei commercianti può fruire di una riduzione contributiva del 50% per 36 mesi, previa comunicazione all’INPS. La misura è alternativa rispetto ad altre agevolazioni vigenti che prevedono riduzioni di aliquota.

Come aprire una partita IVA da libero professionista

Aprire una partita IVA come libero professionista è un procedimento relativamente semplice ma richiede attenzione a ogni dettaglio. Ecco i principali step da seguire per completare la procedura in modo corretto.

  1. Definire l’attività professionale
    È importante identificare chiaramente l’attività che si intende svolgere. Questo serve non solo per comprendere le specifiche normative, ma anche per individuare il corretto codice ATECO, che classifica l’attività economica e influisce su obblighi fiscali e contributivi.
  2. Scegliere il regime fiscale
    Il professionista deve decidere se optare per il regime forfettario o il regime ordinario, in base al proprio reddito previsto, alle spese sostenute e alle agevolazioni disponibili. Il regime fiscale scelto avrà un impatto diretto sulla tassazione e sui contributi.
  3. Presentare la dichiarazione di inizio attività
    La dichiarazione va trasmessa all’Agenzia delle Entrate, utilizzando il modulo apposito (Modello AA9/12). È possibile farlo online tramite il servizio Fisconline o rivolgendosi a un commercialista o a un centro di assistenza fiscale (CAF).
  4. Iscriversi alla gestione previdenziale
    A seconda della professione svolta, il libero professionista deve iscriversi alla Gestione Separata INPS o alla cassa previdenziale specifica del proprio ordine professionale.
  5. Richiedere eventuali autorizzazioni
    Alcune attività potrebbero richiedere licenze o autorizzazioni specifiche. Ad esempio, chi lavora nel settore sanitario, tecnico o legale potrebbe dover ottenere l’iscrizione a un albo professionale.
  6. Attivare la PEC (Posta Elettronica Certificata)
    Tutti i professionisti con partita IVA dovrebbero attivare una PEC, obbligatoria per la gestione delle comunicazioni ufficiali con enti e clienti.

Seguire questi passaggi con attenzione garantisce l’avvio regolare dell’attività professionale e la conformità alle normative vigenti.

Quanto costa aprire la partita IVA

Aprire una partita IVA non comporta spese dirette per la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, ma ci sono alcuni costi indiretti da considerare.

  1. Costo del commercialista
    La consulenza di un commercialista può essere necessaria per evitare errori. I costi variano, ma in genere si aggirano tra i 200 e i 500 euro per l’apertura e tra 50 e 150 euro al mese per la gestione ordinaria.
  2. Spese per la PEC
    L’attivazione di una Posta Elettronica Certificata ha un costo annuale compreso tra 5 e 30 euro, a seconda del provider scelto.
  3. Contributi previdenziali
    Non ci sono contributi da versare al momento dell’apertura, ma è necessario considerare che, una volta operativa la partita IVA, saranno richiesti i versamenti previsti dalla Gestione Separata INPS o dalla cassa previdenziale di appartenenza.
  4. Eventuali autorizzazioni o iscrizioni
    Per alcune attività, è necessario iscriversi a un albo professionale o ottenere licenze specifiche. I costi di queste iscrizioni possono variare notevolmente, oscillando tra 50 e 300 euro annuali.
  5. Investimenti iniziali
    Anche se non direttamente legati all’apertura della partita IVA, è possibile dover sostenere spese iniziali per strumenti, software o materiali utili alla professione. Questi costi dipendono dalla tipologia di attività svolta.

Quindi, mentre la procedura di apertura in sé è gratuita, i costi associati a consulenze, servizi e obblighi previdenziali devono essere considerati attentamente per pianificare l’avvio dell’attività in modo sostenibile.

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