La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco delle nuove licenze Ncc, il servizio di noleggio di un’auto con conducente simile a un taxi, in attesa della piena operatività del registro informatico nazionale delle imprese titolari di licenza taxi e di autorizzazione Ncc.
Questo blocco durava da oltre cinque anni e poneva, secondo la Consulta, una barriera d’ingresso verso i nuovi operatori nel settore in Italia. La norma dichiarata incostituzionale avrebbe causato un grosso disservizio alla popolazione a causa dell’incapacità del servizio pubblico di linea e taxi di gestire la domanda di spostamenti soprattutto all’interno delle aree metropolitane in cui il traffico è più intenso.
La sentenza della Corte costituzionale sugli Ncc
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile l’articolo 10-bis, comma 6 del decreto legge 135 del 2018 che stabiliva che, in attesa della piena attività del registro informatico di tutte le aziende titolari di licenze taxi e autorizzazioni Ncc, il rilascio di queste ultime era bloccato. Secondo la Corte, questo avrebbe per 5 anni creato una barriera amministrativa ingiusta per l’entrata nel settore del noleggio di auto con conducente.
La Consulta ha inoltre chiarito che il decreto 203 del 2024, che stabilisce la piena operatività del registro informatico entro 180 giorni, non ha alcun effetto sulla sentenza, dato che la norma stessa che stabiliva il blocco delle autorizzazioni Ncc è stata cassata. Le ragioni della sentenza si fondano anche sulla critica mancanza di servizi di trasporto pubblico di linea e taxi in diversi centri urbani in Italia.
“L’ampliamento dell’offerta dei servizi pubblici non di linea risponde all’esigenza di far fronte ad una domanda elevata e ampiamente insoddisfatta, soprattutto nelle aree metropolitane, di regola caratterizzate da maggiore densità di traffico e dall’incapacità del trasporto pubblico di linea e del servizio taxi a coprire interamente i bisogni di mobilità della popolazione” ha scritto la Corte costituzionale nella nota che accompagna la sentenza.
Cosa cambia ora per i taxi
Proprio questi problemi avevano portato all’inizio della vicenda che si è conclusa con lo sblocco delle nuove licenze Ncc. La Regione Calabria, per sopperire alla mancanza di trasporti dalle località turistiche verso i principali aeroporti, aveva unilateralmente autorizzato la concessione di nuove licenze per noleggi con conducente nel 2023. Il Governo si era opposto e, come per ogni questione tra diverse istituzioni dello Stato, la Corte costituzionale è stata chiamata a dirimere il contenzioso.
In una mossa molto rara, la Consulta ha però sollevato di fronte a sé stessa la questione di costituzionalità della norma contestata. La sentenza di incostituzionalità ha di fatto dato ragione alla Regione Calabria. Ora, a meno che il governo non intervenga con una diversa norma, le licenze Ncc potranno nuovamente essere rilasciate a tutti gli operatori che vorranno entrare nel mercato.
Questo dovrebbe aumentare l’offerta di questo servizio, che può essere alternativo, in determinate situazioni, a quello taxi. Di recente, in diverse città, anche il numero di licenze per i taxi è aumentato. Al contempo però, come accaduto a Roma, anche le tariffe imposte ai viaggiatori hanno subito un significativo aumento. Continuano però i disagi per l’assenza di un numero sufficiente di taxi nei maggiori centri urbani.