Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non risparmia critiche ai ministeri. Durante la festa del Foglio, ha espresso chiaramente le sue intenzioni: “Ho invitato tutti i colleghi a proporre tagli alle spese superflue. Se non arriveranno suggerimenti, sarà compito del ministro dell’Economia, che dovrà quindi assumere il ruolo del cattivo e prendere decisioni in merito”.
Niente nuove tasse in Manovra
Parlando della prossima Manovra, Giorgetti garantisce che non ci saranno nuove tasse. “Stiamo già lavorando per ridurre le tasse, non stiamo solo promettendo. È sufficiente osservare quanto abbiamo realizzato nell’ultima Legge di Bilancio. Il taglio del cuneo fiscale, considerato da molti impossibile o temporaneo, diventerà strutturale; rispondiamo con i fatti a una narrativa opposta”. Della questione tasse anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva precisato nei giorni scorsi che “non c’è nessuna ipotesi di nuove tasse, Anche perché ci siamo noi di Forza Italia al governo, sarebbe impossibile con noi aumentare la pressione fiscale”.
Niente nuove tasse quindi, ma è necessario trovare risorse finanziarie. Per questo Giancarlo Giorgetti punta ad analizzare le spese dei ministeri e avverte i colleghi di governo a prepararsi a fare dei sacrifici: “Tutta quella realtà che vive di contributo pubblico deve rendersi conto che ogni euro che spende è un euro che si toglie a un cittadino o un’impresa che paga le tasse”, ha affermato il ministro.
Novità per le famiglie
Tra le varie proposte che presenterà in Parlamento ci sono iniziative rivolte alle famiglie. “La manovra dovrà agevolare le famiglie con figli, perché affrontano spese maggiori di quelle che non hanno figli. Quello da cui bisogna partire è che chi ha figli in età giovane o scolare sostiene più spese. Queste spese meritano un trattamento migliore. Spero che martedì [giorno in cui dovrà presentare il Documento Programmatico di Bilancio, ndr] un segnale in questa direzione riusciremo a darlo”.
Il tema della spending review era già stato sollevato durante il Consiglio dei ministri del 2 ottobre, quando la premier Giorgia Meloni e Giorgetti avevano invitato i titolari dei ministeri a procedere con tagli alle spese superflue. In assenza di proposte concrete, il ministro ha avvertito che sarà necessario ricorrere a “tagli lineari”, un’azione sempre più urgente per rispettare i nuovi parametri del Patto di stabilità europeo, a pochi giorni dalla definizione finale della manovra.
Quanto serve al Governo per finanziare la Manovra
In questo contesto, il Documento Programmatico di Bilancio (DPB), che deve essere presentato a Bruxelles entro il 15 ottobre, impone al governo di reperire circa 25 miliardi di euro per finanziare misure espansive. I ministeri saranno chiamati a contribuire in modo significativo, con un totale di 4 miliardi di euro di tagli previsti per il 2025, di cui 3 miliardi riguarderanno gli stanziamenti di bilancio e 1 miliardo i residui passivi. Questi tagli diventeranno più incisivi negli anni successivi.
Anche gli enti locali, come Regioni e Comuni, subiranno riduzioni, con una diminuzione di circa 600 milioni di euro nel 2025 e un importo maggiore, intorno a 1,5 miliardi, nel 2026. Tuttavia, per le Regioni, i sacrifici saranno in parte compensati da un incremento dei fondi destinati alla sanità.