Scorte di gas in calo in Europa, stoccaggio sotto il 60% in Italia: gli effetti sui prezzi

Secondo i dati della piattaforma Gie-Agsi, le scorte dell'Italia si attestano al 59,85% a 119 Twh, mentre quelle della Germania sono al 49,22% a 123 Twh: quali sono i rischi

Pubblicato: 10 Febbraio 2025 15:29

Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Le riserve di gas in Europa sono scese sotto la soglia critica del 50%, attestandosi al 49,02% (562 TWh) l’8 febbraio, secondo i dati di Gie-Agsi. Una situazione preoccupante che vede l’Italia ferma a quota 59,85% (119 TWh), mentre la Germania è al 49,22% (123 TWh). Cosa significa questo per famiglie e imprese? E quali rischi corriamo?

Scorte di gas sotto al 60% in Italia

Gli stoccaggi di gas europei hanno subito un significativo calo, scendendo fino al 49,02%, corrispondenti a un volume di 562 TWh (terawattora). Questi dati, aggiornati all’8 febbraio scorso, provengono dalla piattaforma Gie-Agsi, che monitora le riserve nel continente.

Per meglio comprendere l’entità di questo calo, è utile un confronto con la situazione dello scorso anno. Il 21 febbraio 2024, le scorte di gas nell’Unione Europea si trovavano a un livello decisamente più elevato, pari al 64,7% della capacità totale, con un volume di 737 TWh.

Analizzando la situazione nei singoli Paesi, si osserva che l’Italia detiene scorte di gas pari al 59,85% della sua capacità, corrispondenti a 119 TWh, mentre la Germania si attesta su un livello di stoccaggio del 49,22% e un volume di 123 TWh.

Quali sono i rischi per l’Europa

“Il rischio che l’Unione Europea entri in primavera con scorte di gas molto basse è aumentato nelle ultime due settimane”, ha dichiarato Arne Lohmann Rasmussen, analista capo di Global Risk Management. “Non solo il mese precedente ha subito un’impennata, ma abbiamo anche assistito a un aumento dei prezzi del calendario 2026-2027”, ha aggiunto.

L’allarme scorte scatta nel momento in cui l’Europa nord occidentale si prepara ad affrontare temperature rigide nel corso dei prossimi giorni, con un significativo impatto sul mercato dell’energia. L’aumento della domanda di gas naturale, infatti, potrebbe innescare un nuovo rally dei prezzi delle materie prime energetiche e svuotare ulteriormente le scorte, ai minimi per la prima volta dalla crisi energetica del 2022, come riporta Bloomberg.

Il prezzo del gas naturale in Europa ha raggiunto livelli record, toccando il massimo degli ultimi due anni. Il contratto future Ttf di marzo ha registrato un’accelerazione del 4,535%, raggiungendo quota 58,25 euro per megawattora, il valore più alto da febbraio 2023.

Sullo sfondo restano i dazi sulle importazioni annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che potrebbero avere conseguenze significative sul mercato globale dell’energia. L’imposizione di tariffe del 25% su acciaio e alluminio, insieme alla valutazione di dazi anche sull’Ue, potrebbe rendere più costose le importazioni di gas naturale liquefatto in Europa (gli Stati Uniti ne sono il principale fornitore).

Come si sta muovendo l’Italia?

ll Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato un decreto cruciale che mira a rafforzare la sicurezza energetica del Paese. Il provvedimento anticipa le aste per l’approvvigionamento di gas, un meccanismo strategico per riempire i depositi di stoccaggio prima della stagione invernale.

La mossa del Governo risponde alla necessità di proteggere l’Italia dalle turbolenze dei mercati globali e di prevenire eventuali manovre speculative che potrebbero destabilizzare il settore energetico. L’obiettivo principale è garantire una fornitura stabile di gas per l’anno termico 2025/2026, mettendo a disposizione fino a 5 miliardi di metri cubi di capacità di riserva, e prevenire impennate dei prezzi del gas che potrebbero gravare su famiglie e imprese.

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