Fusione Renault-Stellantis, ipotesi colosso dell’automotive da 18 marchi: quali ostacoli

Francia entusiasta per l'ipotesi di fusione fra Renault e Stellantis, ma Tavares tira il freno a mano. Se il progetto andasse in porto sarebbe uno schiaffo alla concorrenza cinese

Pubblicato: 29 Settembre 2024 18:14

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Da mesi si parla di una possibile fusione fra Renault e Stellantis, già smentita a suo tempo dai rispettivi vertici, ma ultimamente i rumor vanno intensificandosi. A favorire l’ipotesi di una fusione fra i due colossi dell’automotive ci sono le criticità affrontate dal settore (in primis l’elettrico e la transizione verde) e dalle nuove sfide rappresentate dalla concorrenza cinese. La fusione Renault-Stellantis darebbe vita a un titano da 18 marchi.

L’interesse dei francesi

L’ipotetico progetto di cui si favoleggia dallo scorso febbraio viene guardato con attenzione e interesse dal governo francese, dal momento che la Republique possiede oltre il 15% delle azioni di Renault. L’eventuale matrimonio fra Stellantis e Renault vedrebbe la Francia rafforzare ulteriormente il suo peso nel mercato dell’automobile. Una mano tesa alla costituzione di un ponte fra le aziende è arrivato dai vertici di Renault. Il Ceo di Stellantis Carlos Tavares ha tuttavia espresso preoccupazioni che riguardano i rischi di omogeneizzazione e di riduzione dell’innovazione in risposta a un calo della concorrenza.

Per entrambi i brand, tuttavia, la sfida è quella di adottare nuove strategie per abbattere i costi e produrre veicoli elettrici più leggeri ed economici. Luca de Meo, Ceo di Renault, ha sostenuto la necessità di una cooperazione europea per rafforzare l’industria automobilistica. Il Salone di Parigi del 13 ottobre potrebbe chiarire la direzione che prenderanno le aziende. Ma, soprattutto, potrebbe offrire chiarimenti la tavola rotonda prevista per il 15 ottobre fra Luca de Meo, Carlos Tavares e il Ceo di Bmw Oliver Zipse. Nel frattempo si moltiplicano le speculazioni in merito alla creazione di una collaborazione europea fra i tre marchi.

Il nodo dell’elettrico

La concorrenza delle auto elettriche cinesi è travolgente e la necessità di produrre veicoli green a costi più bassi gioca a favore dell’ipotesi di una fusione o, quantomeno, di forme di collaborazione per alzare i margini di ricavo, attualmente troppo bassi. In tempi recenti abbiamo assistito ai patti fra Renault e Geely, che controlla Volvo, e di Stellantis con Leapmotor.

Tavares si frappone all’ipotesi di una fusione, ma il manager si avvicina alla scadenza del suo contratto. Possibile che il nuovo Ad di Stellantis sposi una nuova visione.

Le criticità

“Non c’è alcun piano in fase di studio per quanto riguarda le operazioni di fusione con altri produttori”, ha dichiarato John Elkann a Reuters. Il presidente di Stellantis ha aggiunto che il gruppo è concentrato sull’esecuzione di un piano commerciale a lungo termine. Questo non è bastato a placare le voci. Il vantaggio per Elkan, qualora la fusione dovesse effettivamente avverarsi, sarebbe quello di poter dire addio all’Italia e alle continue crisi occupazionali e sindacali.

Ma a giocare contro l’ipotesi di una fusione Renault-Stellantis c’è una tipica criticità: la difficoltà, già paventata da Tavares, che riguarda la convivenza fra marchi e modelli concepiti per essere competitor. L’incontro fra i due giganti dell’automotive porterebbe alla creazione di un mega-soggetto con 18 marchi: 15 di casa Stellantis e 3 di Renault. Difficile ipotizzare che tutti possano sopravvivere a una fusione.

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