A Cernobbio è stato dato il via al 50esimo forum Ambrosetti. Svariati gli argomenti trattati, come ogni anno, e tra questi spazio anche all’intelligenza artificiale. Negli ultimi anni l’evoluzione in questo ambito è stata evidente e, al netto degli allarmi sul prossimo futuro e sui lavori che spariranno, alcuni ambiti hanno ormai integrato lo strumento in pianta stabile. Indicazioni in merito giungono da un’importante ricerca, che lancia anche un appello all’azione: occorre investire immediatamente in formazione e alfabetizzazione, ma non solo.
Ia per le piccole imprese
C’è chi vede nell’intelligenza artificiale il futuro e chi invece un nemico assoluto, da combattere a ogni costo. Considerando come tale tecnologia sia reale, presente e in costante evoluzione, tutto ciò che possiamo fare è apprendere come maneggiarla e plasmarla a nostro vantaggio.
Questo è uno dei temi trattati nello studio “Ai 4 Italy: from Theory to Practice – Verso una Politica Industriale dell’Ia Generativa per l’Italia“. Un lavoro che porta la firma di The European House – Ambrosetti (per Microsoft). Si è lavorato su un campione di 100 aziende nostrane, con dati presentati al 50esimo forum Ambrosetti.
Si sottolinea l’assoluta urgenza di procedere ad adottare un approccio strategico, agendo in maniera lungimirante, al fine di reindirizzare la nostra economia. Questa dovrà evolversi o soccombere (in alternativa dovrà dipendere da altre e, come spesso accade, arrivare con grave ritardo alla festa, accontentandosi delle briciole).
Ecco le parole di Vincenzo Esposito, amministratore delegato di Microsoft Italia: “Le grandi aziende continueranno ad adottare l’Artificial Intelligence anche nei prossimi anni ma ci aspettiamo che sul treno dell’innovazione Ia salgano anche le pmi che sono la vera spina dorsale dell’economia italiana”.
Intelligenza artificiale: i punti chiave per l’Italia
- Aumento del Pil: lo studio sostiene che un’adozione diffusa dell’Ia generativa potrebbe aumentare, fino a 312 miliardi di euro, il Pil annuale italiano nel corso dei prossimi 15 anni. Un incremento del 18,2%, soprattutto in favore delle pmi;
- Migliore produttività: la totalità delle aziende intervistate ha adottato soluzioni di Ia generativa o prevede di farlo nel prossimo futuro. Nel 2023 era il 78% e questo aumento si spiega facilmente, dal momento che il 47% delle imprese ha confermato aumenti di produttività maggiori al 5% grazie all’intelligenza artificiale. Il 74%, invece, ha registrato incrementi superiori all’1%. Ciò che sembra un dato minimo e di poco interesse per alcuni, è chiaramente un successo evidente per chi conosce i dati della crescita complessiva della produttività in Italia. Negli ultimi due decenni è stata dell’1,6%;
- Necessità di competenze: il 63% degli imprenditori è conscio del fatto che le competenze sull’Ia non sono ancora diffuse. Mancano programmi di studio e, in generale, l’Europa risulta in ritardo sul tema rispetto al Regno Unito e agli Stati Uniti. Siamo sedicesimi tra i Paesi Ocse per la diffusione di competenze connesse all’Ia;
- Investimenti fondamentali: l’Italia e l’Unione europea tutta devono investire nell’intelligenza artificiale generativa. L’Ue ha contribuito nel 2023 solo al 4% dello sviluppo globale dei modelli di IA generativa. Gli Stati Uniti nello stesso periodo hanno avuto un impatto pari al 69%. In termini di investimenti in startup e scale-up siamo al ventesimo posto su scala globale. Appena due università nostrane hanno trovato spazio tra le prime 70 per i programmi di studio sull’Ia e tutto ciò evidenzia la necessità di un Piano Nazionale di Alfabetizzazione sull’Ia. Tutti i livelli scolastici dovrebbero aprirsi a questo mondo. Il tutto indirizzato alla concretizzazione di una Strategia Ia pensata per l’Industria 5.0. Occorre integrare l’intelligenza artificiale nel settore manifatturiero, grazie anche alla creazione di Ia factory.