Unicredit sale oltre il 5% in Generali: le pedine di Orcel e Donnet

La banca di Piazza Gae Aulenti ha raggiunto il 5,22% del Leone e si prepara a giocare un ruolo di protagonista alla prossima assemblea di Generali nell'ambito del risico bancario-assicurativo

Pubblicato: 18 Febbraio 2025 09:23

QuiFinanza

Redazione

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Incontro al vertice tra Unicredit e Generali. Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore, ieri, lunedì 17 febbraio, ci sarebbe stato una riunione riservata tra il numero uno della banca di piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, e l’Amministratore Delegato del Leone, Philippe Donnet. Il contenuto del dialogo non è dato sapere, ma cade in un momento delicato alla luce della contesa per il rinnovo dei vertici di Generali e, proprio ora che si è aperto lo scenario di un possibile ritiro di Unicredit dalla conquista di Banco BPM.

L’assemblea per il rinnovo dei vertici di Generali l’8 maggio

Nessun commento alle indiscrezioni è giunto da entrambe le società, ma è certo che il peso di Unicredit in questo scenario è destinato ad essere rilevante, visto che ad oggi detiene un pacchetto di azioni del 5,22% del Leone, di cui il 4,184% con diritti di voto riferibili ad azioni.
Con molta probabilità, un altro mandato di CEO di Generali, a Philippe Donnet, troverà l’appoggio di una lista di maggioranza, presentata come già successo in passato dal primo azionista Mediobanca e, dopo che il piano industriale presentato dal top manager ha trovato supporto dal board.

Delfin “a breve” pronta ad arrotondare la quota nel Leone

Non va trascurato, tuttavia, il fatto che su Generali è in corso un rafforzamento delle posizioni dei grandi soci, ovvero la Delfin della famiglia Del Vecchio e Caltagirone, che contestano la gestione Donnet e negli ultimi tempi ha dato parere contrario in merito alla decisione della compagnia di siglare un’alleanza nel mondo del risparmio gestito con i francesi di Natixis.

Delfin ha chiesto all’Ivass di salire verso la soglia del 20%. In merito all’autorizzazione a salire nelle Generali, ha detto: “Stiamo completando il percorso di autorizzazione in tutte le giurisdizioni coinvolte. Noi abbiamo l’ok dell’Ivass a mantenere una quota sopra il 10%, a seguito del superamento di tale soglia per effetto del buyback delle Generali. Abbiamo poi chiesto l’autorizzazione per poter salire volontariamente sino al 20% e stiamo completando l’iter burocratico che richiede di ottenere il nulla osta dalle autorità di tutti i mercati in cui opera la compagnia. Manca ancora qualche passaggio, ma direi che a breve saremo pronti ad arrotondare la nostra quota”.

Unicredit ha raggiunto il 5,22%

Intanto secondo gli aggiornamenti della Consob sulle partecipazioni rilevanti, la quota complessiva aggregata detenuta da UniCredit in Generali è complessivamente salita al 5,229% dal precedente 5,118%. L’aggiornamento della quota nel Leone è datato 10 febbraio.
In particolare, il 4,184% in diritti di voto, riferibili ad azioni, è rimasto stabile rispetto alla precedente rilevazione, mentre le posizioni lunghe con regolamento fisico, sono ora pari allo 0,890% del capitale (da 0,772% al 7 febbraio), le posizioni lunghe con regolamento in contanti, sono lo 0,155% (da 0,162% al 7 febbraio).

In gioco l’OPS di MPS su Mediobanca

L’operazione MPS-Mediobanca “sembra avere forti razionali nell’integrare due realtà finanziarie fortemente complementari e dai valori di Borsa molto simili al netto della partecipazione di Mediobanca in Generali. Non vedo criticità. Inoltre, è una delle potenziali combinazioni che non produrrà impatti sociali con il taglio di posti di lavoro”. Lo ha detto, la scorsa settimana, il presidente di Delfin, Francesco Milleri, in un’intervista a Il Sole 24 Ore. “Mediobanca, dall’altro lato, come peraltro spesso evidenziato da molti osservatori, beneficerebbe dal fare un salto dimensionale, ha aggiunto, sottolineando che buyback e dividendi generosi sono importanti ma non possono essere la sola leva per sostenere la crescita nel lungo periodo”. Milleri crede anche che “dall’integrazione MPS-Mediobanca potrebbero liberarsi importanti plusvalenze e far sì che le nostre partecipazioni inizino a generare sinergie tra loro”. Su UniCredit ha detto: “Riteniamo che il potenziale di crescita di UniCredit, sia organico sia attraverso le operazioni che Orcel sta realizzando, sia ancora molto elevato. Per questo non abbiamo al momento preso alcuna iniziativa” sulla quota in portafoglio.

A una domanda sul piano Generali-Natixis, Milleri ha replicato: “Si racconta che i francesi di Natixis avessero provato in precedenza a fare un’operazione simile con molti altri player del settore, ma senza successo. Su Generali permane qualche elemento di perplessità; sarà fondamentale conoscere le condizioni e le effettive sinergie tra le due realtà oltre che le regole di governance per valutare correttamente il valore strategico di questa operazione nel lungo periodo”.

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