Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi è sceso a 68,4 punti base in apertura di lunedì 8 dicembre. Un record per il differenziale, che non era a questi livelli dal primo decennio degli anni 2000. Un risultato che è quasi interamente frutto di un picco dei rendimenti dei titoli di Stato tedeschi, che sono arrivati a pagare il 2,82% di interessi.
La conseguenza indiretta di questo rialzo è appunto l’abbassamento del differenziale con i titoli italiani, che sono invece rimasti stabili ma con rendimenti comunque alti. Questo li rende uno strumento sempre più interessante per i mercati ma permette al contempo allo Stato di risparmiare sugli interessi del debito.
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Spread ai minimi, 68,4 punti sui Bund
L’apertura dello spread lunedì 8 dicembre è stata particolarmente positiva per l’Italia. Mentre i rendimenti di buona parte dei titoli di Stato dei grandi Paesi europei crescevano, a causa di difficoltà economiche e crisi politiche, quelli italiani sono rimasti stabili. Il risultato è stato un differenziale in netta riduzione con i Bund tedeschi, ma anche con gli oat francesi:
- spread Btp-Bund: 68,4;
- spread Oat-Bund: 72,7.
I titoli di Stato italiani hanno quindi superato quelli francesi e sono considerati più sicuri dai mercati. Questo nonostante i rendimenti siano rimasti alti e costituiscano quindi uno strumento in grado di attrarre investitori istituzionali e privati verso il debito italiano.
Perché conviene investire sui Btp
I rendimenti dei titoli di Stato italiani restano però tra i più alti di quelli dei grandi Paesi europei:
- Btp italiani: 3,5%;
- Bund tedeschi: 2,8%;
- Oat francesi 3,5%;
- Bonos spagnoli 3,3%.
Questo significa che rappresentano un investimento interessante, sia perché riescono a restituire una percentuale relativamente alta a chi decide di prestare denaro allo Stato italiano, sia perché i mercati li giudicano molto sicuri. Un cambiamento importante rispetto agli anni passati, quando il debito e l’instabilità politica dell’Italia la portavano ad avere differenziali molto alti in confronto non solo alla Germania, ma anche agli altri Stati europei.
Il tesoretto del Governo con lo spread sotto 70
Lo spread sotto i 70 punti, anche se causato principalmente da un rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato tedeschi, rappresenta un’occasione per lo Stato italiano. Il Centro Studi di Unioncamere ha realizzato una previsione sugli effetti che questo dato potrebbe avere sul debito pubblico del nostro Paese.
Uno dei principali problemi dell’Italia per quanto riguarda la sostenibilità del proprio debito è infatti il peso del costo degli interessi. Si tratta di una delle principali voci di spesa a bilancio e ridurla potrebbe portare grandi benefici alle casse dello Stato. Unioncamere prevede che mantenendo lo spread sotto i 70 punti per tutto il 2026, l’Italia risparmierebbe circa:
- 6-7 miliardi di euro nel 2026;
- 9-10 miliardi di euro nel 2027.
Questo creerebbe un “tesoretto” compreso tra 15 e 17 miliardi di euro di risparmi, nonostante i rendimenti dei titoli di Stato siano molto più alti di quelli pre-pandemia, quando i tassi di interesse erano a zero. Questo fenomeno si verifica perché, tra 2022 e 2023, l’impennata del costo del denaro ha esposto l’Italia a un debito molto costoso, con interessi tra il 4,5% e il 5%. La scadenza di questi titoli, sostituiti con quelli attuali, molto meno onerosi, genera il risparmio previsto dallo studio.