Osservatorio ANIMA sul risparmio: cresce fiducia tra gli investitori italiani

La fotografia scattata dall’edizione primaverile dell’Osservatorio ANIMA 2024, realizzato in collaborazione con le società di ricerche di mercato Eumetra e Dogma Research

Pubblicato: 2 Maggio 2024 13:28

QuiFinanza

Redazione

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Ottimisti sulla situazione del Paese e meno sfiduciati nell’opportunità di investire nei mercati finanziari: è la fotografia scattata agli italiani dall’edizione primaverile dell’Osservatorio ANIMA –  2024, realizzato in collaborazione con le società di ricerche di mercato Eumetra e Dogma Research – che si scoprono meno avversi al rischio ma senza attese troppo rosee sui rendimenti futuri.

Lo studio – condotto via internet monitora su base regolare i trend, le necessità e le abitudini delle famiglie italiane in materia di finanza, risparmio e investimenti – è stato realizzato tra il 29 febbraio e il 7 marzo 2024 su un campione di 1.006 adulti “bancarizzati”, titolari di un conto corrente bancario o libretto bancario/postale e con accesso ad Internet, rappresentativo di circa 35 milioni di persone. Di questi, il 50% è anche investitore.

Come detto, il sentiment sulla situazione dell’Italia continua a migliorare, in sostanziale coerenza con le ultime rilevazioni: il 23% dei bancarizzati e il 30% degli investitori pensa che l’Italia si trovi in una posizione migliore rispetto a un anno fa, in netto miglioramento rispetto all’autunno, quando queste percentuali si attestavano rispettivamente al 19% e al 26%. Esaminando le attese sul futuro si riscontra maggiore prudenza ma il trend resta lo stesso: il 22% dei bancarizzati e il 29% degli investitori si aspetta un miglioramento della situazione nei prossimi 12 mesi, in aumento di 1 punto percentuale per entrambe le categorie rispetto all’ultima rilevazione . Fra le note meno positive l’inflazione, che per l’85% dei bancarizzati e l’82% degli investitori resta un problema.

Aumenta ancora fiducia nel Paese

Crescono i risparmi, avversione al rischio in netto calo -Nonostante l’aumento dei prezzi rappresenti una preoccupazione, le famiglie che risparmiano tornano ad aumentare: i bancarizzati che riescono ad accantonare con costanza parte del reddito passano dal 53% al 57%, mentre fra gli investitori questo dato cresce dal 72% al 77% . In questo contesto, le scelte in materia di investimenti vedono una crescita della preferenza per i prodotti finanziari, prima opzione per il 55% dei bancarizzati e per il 74% degli investitori (a settembre il dato era del 52% per i primi e del 73% per i secondi). In seconda posizione restano gli immobili, le cui preferenze sono però in calo, seguiti dalla liquidità. Un dato particolarmente interessante è quello relativo all’avversione al rischio: sul totale del campione, la percentuale di chi pensa che non sia un buon momento per investire nei mercati finanziari cala dal 52% al 45%. In particolare, continua a calare la percentuale di chi è convinto che non sia “per nulla” un buon momento per investire: dal 34% di marzo 2022 questo dato si è più che dimezzato, fino ad arrivare all’attuale 16%.

Soddisfatti per i propri investimenti, realisti su performance attese

Fra gli investitori, degno di nota il contemporaneo aumento della ricerca di rendimenti interessanti – una priorità per il 20%, contro il 14% di settembre – e il calo di chi assegna maggiore importanza alla protezione del capitale investito, in diminuzione dal 27% al 22%. Da tre rilevazioni consecutive, poi, cresce il numero di chi si dichiara molto o abbastanza soddisfatto dei propri prodotti di investimento: fra gli investitori, il numero di chi concorda con questa affermazione passa dal 48% di marzo 2023 al 58% attuale. Interpellato sui rendimenti attesi nei prossimi cinque anni, questo campione non si dimostra però troppo ottimista: il 24% si attende un rendimento nullo o addirittura negativo; il 69% un rendimento positivo ma inferiore al 5% e solo il 7% un rendimento ancora superiore .

Consumi sostenibili, ma attenzione ai rendimenti

Gli italiani tornano ad assegnare più rilevanza alle decisioni di consumo sostenibili e a basso impatto socio-ambientale, come dimostra la crescita di chi ritiene queste scelte “molto” o “abbastanza” importanti, in aumento dall’80% all’84% fra i bancarizzati e dall’85% all’86% fra gli investitori. Esaminando le risposte di chi è posto di fronte alla scelta fra sostenibilità e rendimento finanziario, per la prima volta, fra i bancarizzati, la percentuale di chi privilegia l’una o l’altra scelta arrivano quasi ad equivalersi: il 49% assegna maggior importanza alla prima, mentre il 51% afferma di valutare come più importante il secondo . Si tratta di un trend di riequilibrio che prosegue con una certa costanza da almeno due anni: nel marzo 2022, il 26% assegnava maggior peso al rendimento, contro il 74% di chi invece affermava di “preferire” la sostenibilità.

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