Il settore immobiliare si conferma resiliente e chiude la settimana borsistica fra luci ed ombre, facendo meglio nel resto d’Europa. Dati ancora positivi sulle vendite di abitazioni continuano a mantenere un sentiment positivo su questo comparto del mercato, che offre ancora spunti interessanti.
L’effetto banche centrali
Le banche centrali restano in primo piano, poiché una politica espansiva favorisce il mercato dei mutui e dunque anche il settore del Real Estate. La Bank of England ha annunciato giovedì il primo taglio dei tassi in due anni, portando il tasso di interesse di riferimentro al 5% (25 punti base in meno).
La Bank of Japan ha invece rialzato i tassi di interesse, mettendo fine all’era dei tassi zero/negativi e portando il tasso di riferimento allo 0,25%. Una decisione che però non implica una politica restrittiva, ma conferma una impostazione accomodante della politica monetaria giapponese.
E veniamo alla Fed che, pur avendo confermato una politica invariata, ha rafforzato le attese di un taglio a settembre, mentre la BCE nel bollettino mensile non si è sbilanciata ed ha segnalato che i rischi per la crescita economica sono orientati verso il basso e l’inflazione potrebbe collocarsi su livelli più elevati di quanto previsto.
Ancora buoni segnali dall’immobiliare USA
Il mercato immobiliare, intanto, continua a segnalare una ripresa. Negli Stati Uniti, l’indice FHFA relativo ai prezzi delle case ha evidenziato una relativa stabilità a fronte dello 0,2% atteso. Meglio delle aspettative è risultato invece l’indice S&P Case-Shiller, che ha evidenziato un incremento su base annua del 6,8% rispetto al +7,3% del mese precedente ed al di sopra del +6,5% del consensus. Sempre in USA, i compromessi di vendita (pending home sale) hanno registrato un incremento del 4,8% su base mensile contro il -1,9% registrato ad maggio ed il +1,4% atteso dagli analisti.
Bene il mercato del Regno Unito, dove la crescita dei prezzi delle case secondo Nationwide ha accelerato allo 0,3% dallo 0,2% precedente, superando il consensus (0,1%).
Un report dell’Istat sul mercato delle abitazioni occupate evidenzia invece un mercato ingessato con quasi un’abitazione su tre che non risulta occupata. I dati aggiornati fino al 2021 parlano di di 9.581.772 edifici abitabili senza un occupante fisso, su un totale di 35.271.829, anche se occorre precisare che “non occupata” è considerata anche un’abitazione con un non residente in affitto. Le percentuali più elevate di case non occupate si concentrano al Sud Italia (26,8%) seguito dal Nord-ovest (26,3%).
La performance di Borsa è migliore in UE
Il settore immobiliare ha vissuto una settimana buona a livello europeo, dove l’indice Stoxx 600 Real Estate ha fatto segnale un +2,8% su base settimanale.
Una performance più cauta è stata messa a segno dall’Italia, dove l’indice FTSE Italia All Share Real Estate ha accusato un incremento dello 0,77% circa, facendo peggio dell’indice FTSE MIB che ha guadagnato il 5,3%.
Chi sale e chi scende
Fra le società immobiliari quotate a Pizza Affari da segnalare il tracollo di Risanamento, che ha lasciato sul parterre circa il 28%, cedendo il 10% solo nell’ultima sessione: la società attiva nel settore immobiliare ha chiuso il primo semestre con una perdita consolidata netta di 25 milioni di euro, rispetto al risultato netto positivo di 18,7 milioni di euro dell’anno precedente, che beneficiava degli effetti positivi dell’operazione Project Starfighter (30 milioni di euro)ed aveva consentito fra l’altro di estinguere l’indebitamento nei confronti del sistema bancario al 30 giugno 2023.
Giù anche Brioschi (-5,3%) e Gabetti (-2,5%), quest’ultima dopo i conti, che hanno evidenziato ricavi operativi pari a 53 milioni di euro (-12%) di un Risultato Netto è negativo per 1 milione di euro.
Fa bene solo IDG (+4,5%), dopo aver annunciato un miglioramento del risultato netto, che evidenzia una perdita contabile pari a 32,5 milioni di euro, il 30,8% in meno rispetto ai 47,1 milioni di a giugno 2023.