Olimpiadi, price driver del mercato azionario o no?

L'analisi di David Pascucci, market analyst di XTB, con focus sull'andamento del mercato azionario dei Paesi ospitanti nei dodici mesi successivi alla fine dei Giochi Olimpici

Pubblicato: 6 Agosto 2024 15:03

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Redazione

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E’ da sempre oggetto di discussione l’impatto economico delle Olimpiadi e c’è anche chi si chiede se i Giochi abbiano un impatto positivo sui mercati azionari dei Paesi che li ospitano.

Atlanta 1996 campioni del mercato azionario

XTB ha effettuato un’analisi sull’andamento del mercato azionario dei Paesi ospitanti nei dodici mesi successivi alla fine dei Giochi. Se si considerano le ultime dieci Olimpiadi, da Los Angeles 1984 a Tokyo 2020, a prima vista non si nota una tendenza chiara. Ma nella maggior parte dei casi, il risultato finale è positivo, a volte anche di molto. La performance migliore è quella dei Giochi Olimpici di Atlanta del 1996: infatti, nell’anno successivo alla loro fine, in Georgia, l’indice azionario statunitense S&P500 è salito di ben il 31%

Anche Seul 1988 ha portato a un forte sviluppo dei prezzi in Corea del Sud. L’indice KOSPI è salito del 28% dopo un anno – lo stesso valore dell’Athex Composite dopo i giochi di Atene nel 2004.

Tuttavia, l’andamento del mercato azionario nazionale di Sydney, in Australia, è stato debole nel 2000. I primi Giochi dopo l’inizio del millennio sono stati seguiti da dodici mesi piuttosto fiacchi sul mercato azionario: l’S&P/ASX 200 è sceso di valore del 7% – questa è stata la performance più debole di una borsa nei mesi successivi alle Olimpiadi. Anche Pechino 2008 ha registrato una performance in rosso, con un -3% nell’indice Hang Seng. Segue il Giappone con un +1% nel 2021 )a causa del Coronavirus, i Giochi del 2020 a Tokyo si sono svolti un anno dopo).

Solo Sydney e Pechino “in rosso”

A dirla tutta, solo dopo tre dei dieci anni post-olimpici le rispettive Borse nazionali hanno ottenuto una performance inferiore al 10%. La verità è che l’andamento del mercato azionario di Sydney, nel 2000 e nel 2001, è stato caratterizzato da distorsioni dei prezzi a livello globale in seguito allo scoppio della bolla delle dot-com.
Il 2008 e il 2009 sono stati segnati anche dalla crisi finanziaria in Cina, e Tokyo ha sofferto, come il resto del mondo, nel 2020/2021 a causa del Coronavirus.

 

Azionario: quadro macroeconomico prevale sempre

Come afferma David Pascucci, analista di mercato per XTB, nelle occasioni delle Olimpiadi di Sydney del 2000 e di Pechino del 2008, ci trovavamo con un’economia globale che presentava uno scenario macroeconomico con tassi di interesse molto alti e livelli di disoccupazione bassi soprattutto per le economie occidentali di Europa e USA. Una situazione simile si sta presentando in questo momento con uno scenario analogo, sorprendentemente coincidente con i periodi del 2000 e del 2008.

Come in quei casi, abbiamo visto alcune banche centrali operare delle politiche espansive (taglio dei tassi) a fronte di un peggioramento del quadro complessivo del mercato del lavoro, una situazione che é ancora in evoluzione e che probabilmente sarà di forte interesse per l’operato delle banche centrali.

Curioso il caso che proprio nel 2000 e nel 2008 abbiamo avuto anche le elezioni presidenziali negli Usa, evento coincidente con le Olimpiadi e che erroneamente viene attribuito ad un proseguimento del rialzo dei corsi azionari, rialzi che sono sistematicamente normali ma che richiedono un’attenta analisi e contestualizzazione allo scenario macro e tecnico. In questi casi, la macroeconomia prevale sempre sugli eventi esogeni su scala globale.

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