NPL, lo scenario europeo: l’Italia batte Francia e Germania

Crescita a 373 miliardi di euro degli Npe delle banche significative europee. In Italia -5,1 miliardi rispetto all’inizio del 2023

Pubblicato: 29 Settembre 2024 09:00

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Nel primo semestre del 2024, lo stock europeo di Npe (Non performing exposure)  è salito a 373 miliardi di euro facendo registrare un aumento di 16 miliardi di euro rispetto al quantitativo registrato all’inizio del 2023. La variazione positiva degli stock di Npe a livello di area UE è da attribuirsi principalmente all’incremento del deteriorato nelle banche tedesche (+9,4 miliardi di euro) e francesi (+8,8 miliardi di euro).

Nello stesso periodo, le banche significative UE hanno anche fatto registrare un aumento del costo del rischio: questo si è attestato allo 0,57%, nel primo trimestre 2024 e 0,51% nel secondo trimestre, in aumento dal 2023, e sui livelli massimi dalla fine del 2020. Anche per questi motivi, le banche europee hanno rallentato l’aumento dei prestiti complessivi degli anni scorsi, facendo registrare un aumento dell’Npe ratio che a fine giugno 2024 si attestava all’1,86% dal 1,75% del marzo 2023. In questo contesto, le banche italiane si mostrano in controtendenza facendo registrare una riduzione degli stock Npe (-5,1 miliardi di euro). Il nostro Paese, inoltre, registra un sostanziale calo del Stage 2 ratio che passa da 11,5% a 9,4%, per la prima volta in assoluto allineandosi alla media UE su questo indicatore che è considerato avere una valenza predittiva. Questo lo scenario tracciato dal “Market Watch Npl” elaborato dall’Ufficio Studi di Banca Ifis.

L’andamento del credito deteriorato

Dopo aver sostanzialmente completato il percorso di derisking, il tasso di deterioramento del credito italiano continua a mantenere un livello storicamente basso. Per il 2024, – si legge nel report – ci si attendono 15 miliardi di euro di flussi di nuovo deteriorato, con un moderato aumento previsto per il 2025 che inizierà già a ridursi nel forecast 2026. La stabilizzazione degli stock di nuovo deteriorato si ripercuote anche sui volumi di Npl transati, che sono attesi in riduzione a 19 miliardi di euro, dai 23 miliardi di euro del 2023 e dai 32 miliardi di euro del 2022. In questo contesto, il mercato primario sarà sempre più competitivo e con prezzi in aumento a causa degli inferiori volumi di nuova offerta, mentre ci si aspetta un riassestamento del mercato secondario che sarà trainato da una ottimizzazione dei portafogli in gestione. Più in generale, ci si attende che a fine 2024 i bilanci delle banche italiane presenteranno 51 miliardi di euro di Npe. Si tratta di un dato in linea con quello del 2023, che confermerebbe l’Npe ratio del sistema bancario italiano al di sotto della soglia del 5% definita in passato dall’EBA.

Lo stock italiano di Npe

Lo stock complessivo di Npe in Italia dovrebbe attestarsi a 290 miliardi di euro a fine 2024. Qualora confermata tale stima, il dato rivelerebbe la riduzione di circa 71 miliardi di euro di Npe tra il 2015 e il 2024, resa possibile grazie al lavoro dell’industria italiana degli Npl. Stando alle stime del “Market Watch Npl 2024” di Banca Ifis, tale calo è destinato a proseguire almeno fino al 2026 quando lo stock totale degli Npe italiani dovrebbe attestarsi a 277 miliardi di euro, per un calo complessivo totale del 23% (pari a -84 miliardi di euro dal 2015).

L’andamento dei recuperi

L’analisi del “Market Watch Npl 2024” di Banca Ifis si è concentrata anche sull’analisi delle performance di recupero rispetto ai business plan originari (campione di 35 portafogli cartolarizzati con rating DBRS). Nel complesso, nel primo trimestre del 2024 la performance cumulata rispetto ai target del business plan originale è sostanzialmente in linea con il target, con un valore medio del 98,7%, in calo rispetto al 103,7% dello stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, nessuna delle transazioni GACS 1.0 (prima concessione) ha soddisfatto le aspettative iniziali dei servicer, con un valore inferiore al target del 74,4%. In questo cluster il ritardo rispetto ai business plan originari è, anche, dovuto a pianificazioni originarie che non hanno beneficiato di un track-record più ampio di esperienza e, inoltre, all’impatto del periodo Covid (soprattutto su funzionamento dei tribunali) su obiettivi fissati precedentemente per tutte le 15 cartolarizzazioni in esame (dal 2016 ai primi mesi del 2019). Invece, le transazioni GACS 2.0 (seconda concessione, modificata a marzo 2019), hanno performance di recupero ben superiore alle attese anche nel T1’24 (131,3%), mostrano comunque un rallentamento rispetto all’anno passato (T1’23, pari al 140,3%). Infine, le cartolarizzazioni senza GACS, non assistite dalla garanzia pubblica, al T1’24 sono al di sotto delle aspettative, attestandosi al 92,5%, mentre dodici mesi prima avevano registrato una performance del 99,4% (T1’23) sostanzialmente in target. Il Market Watch Npl ha, inoltre, stimato la variazione della recovery curve. Analizzando 46 portafogli con rating DBRS e/o Scope, emerge che le variazioni di performance misurate all’ultimo periodo di pagamento degli interessi del 2024 implicano un allungamento acquisito della recovery curve di circa 8 mesi su una media di 50 mesi di lavorazione.

La rischiosità italiana a livello geografico

Nel primo trimestre del 2024, il differenziale del deterioramento a livello geografico italiano è ulteriormente virato verso una sostanziale convergenza. In particolare, il Nord presenta un tasso di deterioramento dei prestiti di famiglie e imprese residenti pari all’1%, leggermente inferiore all’1,4% di Centro e Sud. Si tratta di un sostanziale miglioramento di differenziale rispetto al 2,1% del 2012.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963