La big cinese della moda Shein sta pianificando la quotazione alla Borsa di Londra, dopo la reticenza mostrata dalla autorità americane alla quotazione alla Borsa di New York. Il gigante delle vendite online potrebbe presentare la domanda di ammissione in settimana, al massimo entro fine mese. Lo riferiscono alcuni media britannici fra cui il Financial Times e Sky News UK.
La quotazione più grande degli ultimi anni
Shein è pronta a presentare la domanda di ammissione alla Financial Conduct Authority (FCA), autorità di regolamemntazione e vigilanza dei mercati azionari in Regno unito (la Consob britannica).
Si parla di una IPO “confidenziale” che garantisce maggiore flessibilità e riservatezza a questo genere di operazioni, esentando la società che fa domanda dalla presentazione di dati ed informazioni sensibili e strategie future, ma imprime anche rapidità all’operazione quando questa si formalizza.
In un ultimo round di finanziamento, Shein è stata valutata 66 miliardi di dollari. Il valore dell’operazione si aggira dunque sui 60 miliardi di dollari, equivalenti a circa 50 miliardi di sterline, il che afferma questa operazione come la più grande sul mercato britannico degli ultimi anni. Un bel colpo per il London Stock Exchange, che ha perso molta attrattivtà a vantaggio dei mercati statunitensi (Nyse e Nasdaq).
Perché Londra?
Shein si è orientata verso una quotazione a Londra dopo che le tensioni diplomatiche e commerciali fra Pechino e Washington hanno bloccato i piani per una IPO a New York. Tensioni che però condizionano anche gli alleati occidentali degli Stati Uniti, incluso il regno Unito.
Sei mesi fa, Shein aveva già presentato i documenti preparatori alla Securities and Exchange Commission americana, ma il legame di Shein con la il governo cinese hanno rappresentato un grande ostacolo alla quotazione in USA. La società con sede a Singapore, un ex colonia britannica, ha quindi deciso di tentare il debutto a Londra, affrancandosi dalla percezione di essere una società controllata dal governo cinese.
Il presidente esecutivo di Shein, Donald Tang, ha dichiarato al Financial Times che la società ha fatto “progressi” per cambiare questa percezione, “ma non abbastanza” per conquistare le autorità statunitensi.
Un gigante miliardario “quasi” cinese
Shein è stata fondata in Cina e la maggior parte dei suoi fornitori si trovano nella grande economia asiatica, ma la big dell’e-commerce ha voluto affrancarsi dall’idea di essere controllata da Pechino e ha deciso di sostare la sua sede a Singapore, una piazza terza anche se vicina alla Cina.
La società ha archiviato l’esercizio 2023 con profitti record per oltre 2 miliardi di dollari, a fronte dei 700 milioni di dollari generati nel 2022 e degli 1,1 miliardi del 2021. Le dimensioni del bilancio di Shein la pongono in competizione con le sue rivali europee, come la svedese H&M, che ha prodotto utili per poco più di 800 milioni di dollari, e la spagnola Inditex (marchio Zara), che ha realizzato utili per 5,4 miliardi di euro (circa 5,8 miliardi di dollari circa).