Borsa: le valutazioni compresse delle small cap possono accelerare i delisting

E' quanto emerge dall'ultima analisi di Equita sui mercati, con focus sulle small e mid cap italiane, che rischiano la sopravvivenza in Borsa

Pubblicato: 4 Maggio 2024 11:29

QuiFinanza

Redazione

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I mercati azionari globali hanno chiuso il mese di aprile in territorio negativo (la performance Global Equities ha fatto segnare un -3% nel mese ed un +4% da inizio anno). I mercato hanno così preso fiato dopo la forte corsa iniziata a ottobre 2023 (si registra un +22% dai minimi.  La performance è stata causata dal riemergere del rischio geopolitico e dai timori di una frenata dell’economia USA, a seguito di alcuni dati macroeconomici deludenti e dell’inflazione che ha sorpreso al rialzo, alimentando il rischio stagflazione e le probabilità di ritardare il taglio dei tassi da parte della FED. E’ quanto emerge da una analisi di Luigi De Bellis, Co-Head dell’Ufficio Studi di Equita sul mercato italiano ed in particolar modo sulle società a piccola e media capitalizzazione.

I dati macro più significativi

La crescita del PIL USA nel 1° trimestre è stata più debole del previsto: +1,6% su base annua contro il +2,5% atteso e rispetto al +3,4% degli ultimi tre mesi del 2023. UNa battuta d’arresto causata da una crescita più lenta della spesa pubblica, dalla forte crescita delle importazioni e da un aumento dei prezzi dell’energia per i consumatori
L’attività manifatturiera in USA è continuata ad aumentare ad aprile, ma con un tasso di espansione in rallentamento (PMI manifatturiero a 49,9 da 51,9 di marzo, PMI servizi a 50,9 da 51,7 di marzo), mentre si registra un leggero miglioramento dell’attività in Europa (PMI composite a 51,4 da 50,3 di marzo) grazie alla componente servizi (PMI a 52,9 da 51,5), mentre ancora debole il segmento manifatturiero (PMI a 45,6 da 46,1 di marzo).

La performance dei mercati azionari

Gli indici europei hanno registrato una performance migliore rispetto ai principali mercati americani (Eurostoxx600 -0,2%, FTSEMIB -0,2%, FTSE Italia All-Share -0,2% migliori rispetto a S&P500 -2,6%, Nasdaq -2,6%, Russell2000 -5%), iniziando a recuperare parte del divario valutativo (P/E forward 12 mesi dello S&P500 a 20x rispetto a 13x dello STOXX600), presumibilmente giustificato dalle aspettative che il taglio dei tassi della BCE arriverà prima di quello della FED, e grazie al miglioramento relativo dell’attività economica nella zona euro rispetto agli USA.

I consigli sulle PMI italiane

In Italia, il settore finanziario si è dimostrato ancora molto solido (FTSE Italia All-Share Banks +5,5%) trainato dalle attese di un buon trimestre  e da una riduzione delle preoccupazioni riguardo al rischio di recessione.
Tuttavia, le valutazioni compresse delle small-cap (sia in termini assoluti che relativi rispetto agli indici internazionali) hanno invece spinto ulteriori potenziali delisting: nel corso del mese sono state annunciate l’OPA su Salcef da parte dell’azionista di riferimento Finhold e Morgan Stanley Infrastructure Partners,  l’OPA su IVS da parte di Lavazza e dell’azionista di maggioranza IVS Partecipazioni,  l’OPA su Saes Getters da parte di SGG Holding (veicolo delle famiglie Della Porta e Canale, azionisti di maggioranza della società).
“Continuiamo ad essere costruttivi sulle mid-small caps italiane: storicamente, queste hanno sovraperformato, in media, all’inizio del ciclo di taglio dei tassi. – sottolinea l’esperto –  Ci aspettiamo che la BCE procederà presto con un taglio dei tassi, il che dovrebbe agire come catalyst positivo per le mid-small caps e per i flussi sui mercati azionari”.
 
Confermiamo la nostra view neutrale sui mercati ma con un’inclinazione leggermente più costruttiva alla luce dei segnali di stabilizzazione degli indicatori macro in Europa e in attesa del prossimo taglio dei tassi della BCE, che potrebbe orientare flussi soprattutto sulle mid-small caps. Il nostro scenario base – prosegue l’analista di Equita – prevede una crescita economica modesta, ma che non sfocia in una recessione, con le banche centrali che riducono gradualmente i tassi d’interesse reali e/o immettono nuova liquidità nel sistema. Nel nostro portafoglio raccomandato, reinvestiamo la liquidità ottenuta durante il mese dallo stacco dei dividendi, e portiamo il peso dell’investito al 91,7% (rispetto al peso neutro del 90% e dal 91,3% del mese precedente)”.

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