Elezioni, Trump o Harris: quali scenari per chi investe nel mercato Usa

Conto alla rovescia per l'appuntamento che influenzerà la direzione dell’economia globale per mesi e persino anni: i commenti degli analisti

Pubblicato: 31 Ottobre 2024 07:16

QuiFinanza

Redazione

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Se Donald Trump vincesse le elezioni presidenziali, gli investitori potrebbero aspettarsi forti reazioni in settori specifici. In generale, la sua rielezione potrebbe generare volatilità nei comparti dell’energia, della difesa e delle criptovalute, che potrebbero sperimentare una crescita potenziale, mentre il settore tecnologico e quello dell’energia pulita potrebbero incontrare maggiori difficoltà. Gli investitori dovrebbero quindi essere pronti a una rotazione del mercato, soprattutto nei settori sensibili agli scambi commerciali e regolamentati in ambito ambientale. Lo sottolinea Freedom24 che ha sviluppato un’analisi strategica per identificare i settori che potrebbero offrire opportunità interessanti con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale che deciderà la nuova amministrazione americana.

Elezioni Usa, Trump o Harris

In caso di vittoria di Kamala Harris il 5 novembre, le sue politiche si concentrerebbero probabilmente sull’energia pulita, sul controllo normativo e sul sostegno economico all’edilizia e all’industria della cannabis. Con un’amministrazione democratica, il mercato potrebbe rispondere positivamente a settori in crescita come la tecnologia e le energie rinnovabili, posizionando l’amministrazione Harris come potenziale promotrice di infrastrutture a lungo termine e di iniziative a sostegno del green.

Indipendentemente dall’esito elettorale, i mesi di novembre e dicembre – spiegano ancora gli analisti di Freedom24 – potrebbero sperimentare una marcata volatilità già prima dell’appuntamento del 5 novembre, quando gli investitori aggiusteranno i portafogli in base al presunto vincitore delle elezioni.

Entrambi gli scenari offrono opportunità per strategie settoriali; tuttavia, gli investitori dovranno monitorare attentamente i cambiamenti politici e mantenere flessibilità nelle loro scelte di portafoglio, in previsione di un panorama politico più definito verso il 2025.

Quali saranno gli impatti economici globali?

Sempre sul tema delle elezioni americane Peter Garnry, Head of Equity Strategy di BG SAXO (Saxo Bank) sottolinea come le elezioni presidenziali e congressuali degli Stati Uniti del 5 novembre, ovviamente,  influenzeranno la direzione dell’economia globale per mesi e persino anni perché l’economia Usa è ancora oggi la più grande del mondo e il suo mercato azionario domina tutti gli altri mercati con il 65% del valore totale delle azioni globali.

Se vincesse Trump, l’approccio “America First” di Trump potrebbe portare a maggiori attriti con la Cina e meno supporto per l’Ucraina, il che potrebbe causare grande incertezza geopolitica in Europa. Potrebbe inoltre determinare delle carenze di manodopera, quindi salari più alti, più inflazione e un’interruzione delle catene di approvvigionamento globali con l’industria dei semiconduttori a maggior rischio. Verrebbero favorite le PMI statunitensi e potenzialmente la crescita economica, il mercato dell’oro, le banche.

Se ci fosse uno stallo con vittoria di Harris ma Senato contrario, significherebbe che gli obiettivi di Harris riguardanti la riforma sanitaria e l’aumento delle tasse non passerebbero, e che si manterrebbe lo status quo sulla Cina. A livello economico, questo scenario è potenzialmente il peggiore per la crescita: un impulso fiscale negativo rallenterebbe l’economia nel 2025 portando a un rischio recessione.

Infine se vincesse Harris, a livello politico si concentrerebbe su assistenza sanitaria; crescita economica e questione abitativa; cambiamento climatico ed energia pulita. Molte delle politiche di Harris potrebbero condurre a un aumento dell’inflazione. Le aziende farmaceutiche sarebbero le grandi perdenti in questo scenario, inoltre tassi fiscali più elevati per le imprese ne ridurrebbero i guadagni nel breve termine. Però gli incentivi per le imprese edili potrebbero avviare la creazione di posti di lavoro e aumentare la formazione di nuclei familiari, stimolando così la crescita della spesa correlata. L’impatto ovvio sul mercato è un rally delle azioni di energia pulita. I mercati emergenti e le azioni europee potrebbero reagire positivamente.

America First vs continuità

Xiao Cui, Senior Economist di Pictet Wealth Management osserva come a pochi giorni dall’Election Day, i due candidati rimangano in una situazione di apparente parità. Continuiamo a ritenere che una vittoria di Kamala Harris potrebbe portare ad un governo diviso, grazie alla posizione di vantaggio dei Repubblicani al Senato. In caso di vittoria di Donald Trump, invece, una vittoria repubblicana anche al Congresso è più probabile di un governo diviso, a causa di una corsa molto ravvicinata alla Camera.

Una vittoria del Partito Repubblicano incoraggerebbe politiche di reflation trade, auspicate dalla retorica “America First”, con tagli fiscali e un aumento della spesa. Una vittoria di Trump con un governo diviso implicherebbe invece una guerra commerciale 2.0 con un potenziale svantaggio per la crescita non compensato dallo stimolo fiscale. Al contrario, una vittoria della Harris con un governo diviso si tradurrebbe in una continuità con l’amministrazione uscente, mentre una vittoria del Partito Democratico porterebbe a un aumento delle tasse sulle imprese e sulle famiglie ad alto reddito, ma anche a un aumento della spesa assistenziale.

Le politiche di Trump su tassazione, commercio ed immigrazione “dovrebbero essere più inflazionistiche rispetto a quelle proposte dalla Harris. Prevediamo un aumento dell’incertezza macroeconomica ed una posizione più aggressiva sul commercio, con tariffe più alte ed un’offerta di lavoro limitata”.

Una moderazione positiva del mercato del lavoro ed un atterraggio morbido dell’economia “rimangono il nostro scenario di base, con la Federal Reserve che diminuirà i tassi fino alla neutralità, intorno al 3-3,25%, nel 2025. Tuttavia, una presidenza Trump potrebbe innescare una politica monetaria più aggressiva ed una rivalutazione del tasso finale del ciclo di tagli”, conclude l’esperto.

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