Borsa, migliorano le prospettive con l’avvicinarsi del taglio Bce

L'analisi mensile sulle Mid-Small Cap italiane realizzata da Intermonte mette in luce le potenzialità del segmento dedicato a PMI e imprese di medie dimensioni in una contesto di mutamento della politica monetaria

Pubblicato: 2 Settembre 2024 16:30

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Redazione

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Il mercato azionario italiano, sino al 23 agosto 2024, registrava una performance negativa del 2,8% nell’ultimo mese ed era in rialzo del 10,9% su base annua. L’indice FTSE Italy Mid-Cap (-2,9%) ha registrato una performance quasi in linea con l’indice principale nell’ultimo mese (-4,8% su base annua relativa), mentre l’indice FTSE Italy Small Caps (-1,0%) ha registrato una performance dell’1,8% superiore rispetto al mercato, ma ancora un -8,3% su base relativa dall’inizio del 2024. Guardando alle performance delle mid/small cap in Europa, l’indice MSCI Europe Small Caps è sceso dello 0,4% nell’ultimo mese, registrando una performance migliore rispetto alle mid/small cap italiane. Sono alcuni dati emersi dall’analisi condotta da Andrea Randone, Head of Mid Small Cap Research di Intermonte (qui l’analisi condotta lo scorso autunno).

Stime e valutazioni

“Dall’inizio del 2024, abbiamo attuato una revisione del -3,5%/-3,5% delle nostre stime sugli EPS per il 2024/2025; concentrandoci sulla nostra copertura delle mid/small cap, invece, abbiamo modificato gli EPS per il 2024/2025 del +2,2%/-0,9% – ha spiegato Randone –. In particolare, nell’ultimo mese la revisione delle stime è stata negativa per le large cap (-1,8%/-2,0% sugli EPS 2024/2025), mentre è stata leggermente positiva per le mid cap (+1,2%/+0,5%), soprattutto grazie alla raccolta attraverso le reti di promotori finanziari; alcune small cap devono ancora comunicare i risultati del primo semestre ‘24, attesi per le prossime settimane”. ”

Se confrontiamo la performance YtD con la variazione delle stime per l’esercizio ‘24 nello stesso periodo, vediamo che i titoli del FTSE MIB hanno registrato un re-rating YtD del 14,9% (lo stesso parametro era +17,2% un mese fa); le mid-cap si sono rivalutate dell’1,6%, mentre le small cap del 20,5%. Su base P/E, il nostro panel è scambiato con un premio del 26% rispetto alle large cap, ben al di sopra del premio medio storico (17%), ma leggermente al di sotto del livello di un mese fa (27%)”, ha aggiunto l’analista.

Capitolo liquidità

“Osservando l’andamento degli indici ufficiali italiani, notiamo che la liquidità delle large cap nell’ultimo mese (misurata moltiplicando i volumi medi per i prezzi medi in un determinato periodo) è superiore del 9,1% rispetto allo stesso periodo di un anno fa ed è in aumento del 18,4% su base annua – ha sottolineato Randone –. Il quadro è simile per le mid/small cap: nello specifico, la liquidità per le mid cap è aumentata del 19,6% su base annua, mentre per le small cap è in aumento del 18,3% su base annua. In particolare, la liquidità è rimasta abbastanza positiva nell’ultimo mese, soprattutto per le mid-cap”.

Strategie di investimento

“Dopo una serie di dati macroeconomici contrastanti, la Fed sembra pronta a cambiare politica monetaria poiché i rischi di inflazione si sono raffreddati mentre ci sono segnali di un peggioramento del mercato del lavoro – ha infine osservato l’analista di Intermonte .

Sebbene la Bce sembri incline a confermare una strategia di taglio dei tassi più graduale, le prospettive per il secondo semestre ‘24 dovrebbero essere favorevoli per le mid-small cap. In questo contesto, confermiamo la nostra preferenza per i titoli con una buona generazione di cassa ed esposizione a solidi trend internazionali. Ancora una volta, pensiamo che il sottogruppo degli “abilitatori digitali” potrebbe beneficiare di prospettive piuttosto resilienti, così come altri nomi di “qualità”.

Il quadro della liquidità sta mostrando alcuni segnali progressivi di miglioramento rispetto ai trend recenti e potrebbe migliorare ulteriormente se i titoli growth beneficiassero di una graduale strategia di riallocazione di portafoglio. Come abbiamo già commentato, l’avvio (previsto entro fine anno) di un fondo sponsorizzato dalla banca di sviluppo italiana CDP potrebbe essere un catalyst significativo per le mid/small cap italiane. Il fondo avrebbe circa 1 miliardo di euro di finanziamenti iniziali, il 49% da CDP e il 51% da investitori privati, tra cui fondi pensione, assicuratori e società di gestione patrimoniale. I criteri di investimento del fondo sarebbero simili ai fondi PIR, con un focus su emittenti a media/piccola capitalizzazione”.

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