Borse non soddisfatte dalla politica ancora troppo restrittiva della BCE

Il focus degli investitori ora si sposta sulla riunione della Federal Reserve, in calendario la prossima settimana

Pubblicato: 13 Dicembre 2024 19:47

QuiFinanza

Redazione

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Settimana cautamente positiva per le principali borse europee, con la riunione della BCE che ha catalizzato l’attenzione degli investitori. La banca di Francoforte ha tagliato di 25 punti base il costo del denaro, come nelle aspettative degli analisti. La politica monetaria della banca di Francoforte rimane restrittiva con approccio data dependent. “Siamo attualmente restrittivi”, ha ribadito la presidente della banca centrale europea, Christine Lagarde, nella consueta conferenza stampa post decisione, aggiungendo che “per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”.

Lo scenario macroeconomico

I numeri sull’inflazione negli Stati Uniti, pubblicati in settimana, sono stati fondamentali in vista della prossima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) del 17-18 dicembre, ma gli ultimi dati e i recenti commenti dei responsabili politici suggeriscono che la banca centrale statunitense rimane sulla strada del ritorno alla neutralità della politica monetaria. I prezzi al consumo statunitense, non hanno avuto, infatti, particolari effetti sui mercati che di fatto stanno proseguendo le loro dinamiche di fase statica sui massimi per l’azionario.
Il rapporto sui salari non agricoli, di novembre, pubblicato l’ottava precedente, ha rafforzato le aspettative di un taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale guidata da Jerome Powell.

Oro: target price 2025 tra 3.000 e 3.300 dollari

Dopo il picco di ottobre 2024 quando l’oro ha raggiunto i 2.790 dollari USA per oncia troy, il suo prezzo ha ritracciato portandosi sui 2.550 dollari. Ciò potrebbe lasciare spazio per un finale d’anno che lo riporta a quota 2.750 dollari, spiega Eric Strand, CEO di AuAg Funds e partner di HANetf. Questa diminuzione è stata causata dal fatto che il mercato riteneva che il nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sarebbe stato in grado di ridurre il debito governativo, una volta confermato l’incarico. La view di AuAg Funds, però, non combacia con tale sentiment, anzi, tutto si tradurrà in un deficit netto e, nei prossimi anni assisteremo a un boom inflazionistico in un ambiente economico in cui le materie prime prospereranno, sottolinea l’esperto, aggiungendo che da un lato, ci sarà l’applicazione di dazi da parte degli USA, il proseguo di guerre commerciali, tensioni geopolitiche e un conseguente aumento dei costi di produzione nella maggior parte dei settori che si ripercuoterà sui consumatori; dall’altro, le politiche statunitensi provocheranno un aumento della disoccupazione, costringendo a tassi molto più bassi e a svalutazioni in molti altri Paesi per compensare i dazi.

Tra le altre commodities, le quotazioni di petrolio si sono mosse al rialzo, dopo che in Siria è caduto il regime di Bashir Al-Assad, con gli investitori che temono un rallentamento della domanda di greggio, a causa di una modesta crescita dell’economia globale. Intanto, i paesi esportatori di greggio, nel corso del vertice Opec+, hanno prorogato di altri tre mesi le restrizioni all’offerta per sostenere i prezzi. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la crescita della domanda mondiale di petrolio è destinata ad accelerare il prossimo anno. E’ quanto rileva l’Agenzia Internazionale dell’Energia nell’ultimo report mensile sul mercato petrolifero. Per il 2024 si attende una crescita della domanda più modesta pari a 840 mila barili al giorno, mentre nel 2025 è atteso un aumento di 1,1 milioni di barili al giorno, portando il consumo mondiale a 103,9 milioni di barili al giorno (MBG).

Sul mercato valutario, il dollaro USA ha raggiunto i massimi di un anno rispetto alle principali valute globali, sostenuto dall’aumento dei rendimenti dei Treasury e dalla vittoria elettorale di Donald Trump, che ha alimentato le aspettative di politiche economiche a favore della crescita e di un orientamento fiscale più espansivo.

La performance settimanale delle borse

La palma dei rialzi, in questa settimana, viene conquistata dalla piazza di Parigi che porta a casa un guadagno di oltre 1 punto percentuale. Il Presidente francese Emmanuel Macron ha scelto il centrista Francois Bayrou, quale nuovo premier, incaricandolo di formare un governo. Segue la borsa di Milano che sale dello 0,76%, spinta soprattutto dal risiko bancario, tornato in auge, che ha galvanizzato i titoli del settore. Frazionale il guadagno di Francoforte che chiude con un +0,23%. Giù, invece, Madrid con un -3,03% insieme a Londra -0,59%. Il finale si prepara misto per la borsa di Wall Street con la cautela degli investitori che la fa da padrona in vista della riunione Fed, mercoledì 18 dicembre.

I migliori e peggiori a Piazza Affari

Fra i migliori e i peggiori della settimana, i titoli bancari e del lusso registrano le migliori performance. Tra questi, Moncler sale del 7,3% e Cucinelli dell’8,6%, quest’ultima ha rivisto al rialzo la guidance sulla crescita del fatturato per il 2024 tra l’11% e il 12% grazie al forte andamento delle vendite degli ultimi mesi che consentono di stimare una crescita del quarto trimestre in linea con il terzo. Fuori dal FTSE MIB Ferragamo vola del 10,9%. A fare da assist al comparto luxury, contribuiscono le speranze che gli stimoli in Cina sosterranno i consumi.

Tra le banche, vola BPM del 4% circa seguita da MPS +4,5%. Bene, inoltre, Intesa Sanpaolo +2,9%. Il Credit Agricole ha rafforzato la presa sul Banco BPM a difesa dell’OPS lanciata di recente da Unicredit. Il gruppo francese presenterà anche istanza presso l’Autorità di vigilanza per essere autorizzata a incrementare la propria partecipazione in azioni al di sopra della soglia del 10% del capitale sociale e sino al 19,99%.

Dal lato dei ribassi, pesante la discesa di Buzzi -4,8% e Prysmian -4,2%.

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