Gli analisti non si aspettavano cambiamenti ai tassi della Banca centrale europea questa settimana, o mutamenti delle indicazioni sul sentiero del costo del denaro, e in effetti queste attese sono state confermate. Si aspettavano anche che la presidente Christine Lagarde avrebbe cercato di frenare le scommesse del mercato su tagli ai tassi di interesse nella prima parte del 2024, e in questo caso hanno ottenuto parole più dure del previsto, anche considerando il tono accomodante della Fed il giorno prima, con il presidente della banca centrale statunitense Jerome Powell che ha ammesso di aver discusso dei tagli nell’ultimo meeting del 2023. Le scelte e le parole di Francoforte non hanno però scoraggiato gli operatori dal continuare a parlare di tagli dei tassi di interesse nei prossimi mesi.
La scelta sui tassi
Giovedì la BCE ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento e affermato che i tassi si collocano su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al ritorno tempestivo dell’inflazione al obiettivo del 2% a medio termine. Francoforte continuerà a seguire un approccio guidato dai dati per determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.
“La BCE ha sottolineato le pressioni inflazionistiche interne, tra cui una crescita sostenuta dei salari e dei costi unitari del lavoro, esaminando i recenti dati sull’inflazione inferiori alle attese – hanno scritto gli analisti di Bank of America – Inoltre, c’è stata una spinta esplicita contro il pricing di mercato e una discussione sui tagli è stata fuori discussione. Nel complesso, sembra improbabile che la BCE inizi un allentamento monetario nel breve termine, a meno che dati sorprendenti non giustifichino un marcato cambiamento di tono. Continuiamo ad aspettarci che la BCE inizi ad allentare i tassi nel giugno 2024. Tuttavia, data la decelerazione dell’inflazione più rapida del previsto e i dati deboli sull’attività, riteniamo che i rischi di un taglio di aprile siano aumentati”.
I cambi di previsioni
Se Bank of America si è limitata a dire che i rischi di un taglio anticipato sono aumentati, c’è chi si è spinto oltre, ovvero ad affermare di ritenere ora che la BCE inizi l’allentamento monetario addirittura nella riunione di aprile.
È il caso di Barclays, che ha anticipato da luglio ad aprile la data, sostenendo che un inizio più tardivo costringerebbe la BCE persino ad aumentare l’entità del taglio a 50 punti base. Stesso anticipo della previsione anche per UBS, secondo cui la Banca centrale europea effettuerà il secondo taglio dei tassi a giugno, seguito da tagli di 25 punti base a trimestre, che porteranno il tasso di deposito al tasso “ampiamente neutrale” del 2% entro la fine del 2025.
La corsa a due
Dopo le riunione di questa settimana, gli esperti si sono anche interrogati sulle similitudini e le differenze tra il percorso della Fed e della BCE. Il messaggio che è emerso dalla riunione della banca centrale statunitense è stato infatti più netto, ovvero che il ciclo di rialzi è terminato e, a meno di sorprese significative, i rischi di un taglio sono maggiori di quelli di un rialzo nei prossimi mesi. Francoforte ha invece espresso più cautela.
“Per la BCE è troppo presto per dichiarare vinta la propria battaglia contro l’inflazione – hanno detto gli analisti di Pictet Wealth Management – Mentre il presidente della Fed Jerome Powell ha dichiarato che sono iniziate le discussioni sul taglio dei tassi, Lagarde si è unita alla Banca d’Inghilterra nell’opporsi. Dopo la decisione sul PEPP, l’attenzione si concentrerà sui dati (sull’inflazione) dei prossimi due mesi per determinare la tempistica del primo taglio dei tassi. Il nostro scenario di base prevede che la BCE inizi a tagliare i tassi a giugno, con il rischio di una mossa anticipata ad aprile, ma molto dipenderà anche dalla Fed, che la BCE lo voglia o meno. Qualsiasi mossa preventiva aggressiva da parte della Fed potrebbe forzare la mano anche alla BCE, motivo per cui i mercati sono vicini a prezzare un taglio completo dei tassi della BCE a marzo”.