L’AI fa volare il settore tech Usa: il club dei 3.000 miliardi

Nvidia è senza dubbio il nome che ricorre con più frequenza nella cronaca finanziaria ma le prospettive di crescita dell'AI stanno spingendo le quotazioni di diversi titoli tecnologici più o meno noti

Pubblicato: 25 Giugno 2024 17:34

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Redazione

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L’intelligenza artificiale sta dominando le pagine dei giornali ed anche l’andamento delle borse mondiali, in particolar modo Wall Street, che sta facendo dei numeroni grazie ad alcune big del settore. Un’azienda come Nvidia, fino a qualche anno fa era sconosciuta ai più, salvo gli addetti ai lavori, ma negli ultimi tempi ha fatto molto parlare di sé, superando in valore le stelle della tecnologia come Microsoft e Apple. Ma da cosa deriva questo interesse? E quali sono state sinora le performance borsistiche più sorprendenti?

Il futuro si gioca sull’AI

Il mercato dell’intelligenza artificiale, secondo Statista, è cresciuto oltre 184 miliardi di dollari nel 2024, un balzo di quasi 50 miliardi rispetto al 2023, e si prevede che questa crescita sbalorditiva continuerà anche nei prossimi anni, raggiungendo un valore di 826 miliardi di dollari nel 2030.

Lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale e della sua applicazione di frontiera, l’AI generativa, cambierà radicalmente il modo di vivere e lavorare, generando opportunità, soprattutto in termini di aumento della produttività, e rischi, legati all’etica ed alla privacy.

Nvidia brilla incontrastata al Nasdaq

Il titolo che più si è messo in luce in questi ultimi tempi è il produttore di chip Nvidia, specializzata appunto in semiconduttori impiegati per l’intelligenza artificiale. La big statunitense ha annunciato a marzo il lancio di Blackwell, una piattaforma di nuova generazione che fornisce chip da sette a 30 volte più veloci della generazione precedente e che consumano 25 volte meno energia.

Le sue azioni sono letteralmente volate sul mercato del Nasdaq, il listino tecnologico statunitense, arrivando a sfondare il tetto dei 3 trilioni di dollari. Poi, come spesso accade a Wall Street, le sue azioni hanno ritracciato dai massimi, per poi ripartire oggi di gran carriera, con un rialzo del 3% a 121,9 dollari. Il titolo ha guadagnato il 138% da inizio anno ed è decisamente la performance più importante del Nasdaq.

Chi sono gli altri best performer

Anche Microsoft e Google si sono gettati ad esplorare la nuova Eldorado, una vera miniera d’oro, e vantano rispettivamente performance positive del 19% e del 28% da inizio anno.

Altre società sono meno note, ma le loro performance non sono di poco rilievo: AeroVironment, che sviluppa la guida autonoma nel settore aerospaziale, ha fatto registrare un progresso del 133%, Procept BioRobotics, attiva nel settore della robotica ha guadagnato il 79%.

Il club dei 3000 miliardi è destinato a popolarsi

Ma queste performance appaiono giustificate o si sente odore di bolla? In realtà diversi analisti ritengono che la crescita degli utili, non meno imponente delle quotazioni di Borsa, possa giustificare la crescita di valore di queste società, in particolare il “club dei 3000 miliardi”, cioè delle società che hanno una capitalizzazione di circa 3mila miliardi di dollari, attualmente formato da Microsoft, Apple e Nvidia.

Secondo Roberto Rossignoli, Head of Research e Senior Portfolio Manager di Moneyfarm, “crescita di fatturato e marginalità giustificano, almeno in parte, le valutazioni che questi titoli raggiungono, stellari se confrontate con quelle di qualsiasi altra large cap a livello mondiale, anche se più contenute rispetto ai record del passato”.

“Ad oggi i tre colossi valgono, da soli, quasi un terzo del Pil Usa e il 20% dell’S&P 500, una concentrazione che generalmente è destinata a risolversi o con un crollo dei nomi più rilevanti del listino o con un miglioramento delle performance del resto dei titoli”, spiega l’analista, ritenendo che “questa seconda sia l’ipotesi più probabile e che quindi, al di là del rischio di investire quando le valutazioni non sono molto convenienti, non sussistano pericoli aggiuntivi derivanti dall’iper-concentrazione dell’indice”.

Guardando in prospettiva, nei prossimi dodici mesi, per i Magnifici 7 – tra cui figurano, oltre a Microsoft, Apple e Nvidia, anche Alphabet (Google), Amazon, Meta e Tesla – è attesa una crescita degli utili di poco inferiore al 30% e qundi sia Amazon che Meta siano potenziali candidate a superare la quota dei 3000 miliardi di capitalizzazione, potendo entrambe contare su modelli di business resilienti e importanti investimenti nel mondo dell’AI.

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