Ex Ilva a Flacks Group per 1 euro e 1.200 operai a casa, la trattativa con il Governo

Il fondo Usa è pronto all’acquisizione per 1 euro dell’ex Ilva con investimenti da 5 miliardi. Preoccupano gli esuberi e l'assenza dello Stato

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Sembra essere giunta alla fine la fase di acquisto dell’acciaieria ex Ilva. Il gruppo statunitense Flacks Group ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il governo per l’acquisizione del più grande impianto siderurgico d’Europa. Secondo quanto si apprende, Flacks dovrebbe investire fino a 5 miliardi di euro per l’ammodernamento e per l’elettrificazione dei forni.

L’offerta è di 1 euro e prevede il mantenimento di 8.500 lavoratori. Questo si tradurrebbe in oltre 1.200 esuberi. Lo Stato italiano resterebbe comunque partner strategico con una quota del 40%. I sindacati si dicono preoccupati. Secondo Fiom-Cgil è allarmante che la migliore offerta sia stata quella di un fondo di investimento. Fratelli d’Italia invece attacca la Procura per il “no” al dissequestro dell’altoforno. L’acciaieria di Taranto al momento funziona infatti solo con l’altoforno 4 e con capacità produttive ridotte, in seguito all’incendio che ha danneggiato l’impianto dell’altoforno 1.

Flacks Group potrebbe avere l’ex Ilva per 1 euro

Flacks Group ha annunciato di aver raggiunto un’intesa con il governo. Al momento non c’è ancora l’assegnazione e nei prossimi giorni proseguirà il dialogo tra le parti. Il gruppo ha offerto per l’acquisto solo un euro, a fronte però di un investimento di 5 miliardi di euro per la modernizzazione degli impianti e di alcune garanzie sui posti di lavoro mantenuti.

Non tutti però condividono l’operazione ed è da qui che nasce l’ira dei sindacati. Nel frattempo la Procura di Taranto ha respinto la richiesta di dissequestro dell’altoforno 1, quello danneggiato e sottoposto a sequestro lo scorso maggio dopo un incendio. Un’azione che Fratelli d’Italia non esita a definire un “atto intimidatorio contro chi vuole salvare l’azienda”.

Sindacati sul piede di guerra

Ancora una volta i sindacati sono sul piede di guerra. “È inaccettabile che le trattative avvengano con fondi speculativi alle spalle dei lavoratori”, fanno sapere dalla Fiom-Cgil.

Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ha aggiunto che non lasceranno il destino di 20.000 lavoratori nelle mani di un fondo di investimento.

Per Palombella gli elementi critici sono diversi:

Da qui la richiesta di un tavolo urgente a Palazzo Chigi, con la presenza della presidente Giorgia Meloni, per affrontare tutte le criticità.

Attacco alla magistratura

Matteo Gelmetti (FdI), componente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, ha puntato il dito contro la magistratura. Il governo non è nuovo a simili dichiarazioni, ma Gelmetti parla di una “solida casta che libera i criminali e distrugge le aziende”.

Il riferimento è al “no” della Procura di Taranto al dissequestro dell’altoforno dell’ex Ilva, andato a fuoco lo scorso maggio e tuttora sottoposto a fermo. Secondo Gelmetti, senza fornire prove a sostegno di quanto affermato, questa decisione sarebbe la “dimostrazione che la giustizia ha scelto di distruggere gli impianti e impedire ogni rilancio produttivo”.

Poi richiama anche il tema del referendum sulla giustizia – pur non direttamente collegato all’attività della Procura in questo caso – che secondo il componente della Commissione Bilancio “spazzerà via chi oggi soffoca il Paese”.

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