Il piano Italia contro i dazi di Trump punta all’export in altri Paesi

Tajani incontra il settore produttivo per discutere export, dazi Usa e nuovi mercati. Roma spinge su diversificazione e difesa dell’industria italiana

Pubblicato: 29 Gennaio 2025 08:31

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Antonio Tajani ha riunito il gotha del settore produttivo italiano per mettere a fuoco lo stato dell’export e le prossime mosse dell’Italia. Sul tavolo, i rapporti con Washington, l’ombra dei dazi voluti da Donald Trump e il bisogno di diversificare le destinazioni delle merci italiane. Nessun giro di parole: il Governo vuole blindare le imprese e spingere su nuovi mercati.

Italia-Stati Uniti: affari da consolidare senza incertezze

All’incontro hanno preso parte i big delle istituzioni economiche italiane – Ice, Sace, Simest – insieme alle principali associazioni di categoria, da Confindustria a Coldiretti. Gli Usa restano il primo partner commerciale extra-Ue dell’Italia e il secondo mercato di sbocco per le esportazioni nazionali, con un peso del 10,3%.

A Washington la revisione della politica commerciale è in corso e si chiuderà il 1° aprile. Tajani non vuole aspettare passivamente: il piano è rafforzare i rapporti con gli americani e mettere le imprese al riparo da possibili sorprese.

“Il Governo è dalla parte delle nostre imprese. Sono certo che il legame di amicizia che lega Italia e Stati Uniti ci consentirà di rafforzare il dialogo anche in materia di politica commerciale”, ha affermato il Ministro.

Nuove rotte per l’export: il Made in Italy guarda oltre

Se l’America resta una priorità, l’Italia non vuole mettere tutte le uova nello stesso paniere. La spinta ora è su Mercosur (Mercato comune del Sudamerica), Asia, Balcani e Paesi del Golfo. In pole position India, Indonesia e Vietnam, dove il Made in Italy ha ancora ampi margini di crescita.

Le imprese potranno sfruttare missioni di sistema e fiere internazionali per farsi spazio, in linea con le strategie emerse agli Stati Generali dell’Export di Milano. L’obiettivo è ampliare il raggio d’azione e non restare ostaggio delle decisioni di un singolo mercato.

Dazi, Bruxelles e la strategia italiana

La questione dazi resta un’incognita che l’Italia non intende subire passivamente. Al Consiglio Affari Esteri dell’Ue, Antonio Tajani ha ribadito che la strada da seguire è un’Europa compatta e decisa a difendere le sue imprese. Se gli Usa alzeranno barriere, Roma chiederà una reazione coordinata.

A chiusura dell’incontro, Tajani ha messo in chiaro che il lavoro non finisce qui. Il confronto con le associazioni di categoria sarà costante e le strategie verranno aggiornate in tempo reale per adattarsi agli scenari globali. L’export italiano non si ferma, e il governo vuole assicurarsi che il business delle imprese tricolori continui a viaggiare senza ostacoli.

Tajani-Rubio: telefonata sui dossier caldi, dai dazi alla sicurezza internazionale

Solo domenica sera Tajani ha avuto un colloquio telefonico con Marco Rubio, nuovo segretario di Stato americano. Il primo scambio bilaterale tra il capo della diplomazia statunitense e il ministro degli Esteri ha toccato temi bollenti: sicurezza euro-atlantica, Ucraina, Medio Oriente. Ma il cuore della discussione è stato l’argomento che più pesa sul tessuto economico italiano: i dazi.

L’amministrazione Trump ha messo nel mirino l’export europeo, con l’Italia tra i Paesi più esposti. Le stime parlano di danni all’Italia per 9 miliardi. La questione è stata poi affrontata formalmente lunedì 27 gennaio a Bruxelles, ma intanto Tajani ha voluto giocare d’anticipo con Washington.

Non è un mistero che Donald Trump abbia già lanciato segnali sulla sua linea: “Giorgia Meloni mi piace, vediamo cosa succederà”, ha dichiarato, lasciando intendere che l’Italia potrebbe trattare da una posizione diversa rispetto ad altri partner europei.

C’è anche da dire che la presidente Meloni a livello internazionale sta muovendo le sue pedine, prima partecipando all’insediamento di Trump e poi stringendo accordi con l’Arabia Saudita.

Italia e Usa: rapporto commerciale in crescita, ma non privo di ostacoli

Negli ultimi dieci anni il commercio tra Italia e Stati Uniti ha segnato una crescita costante, interrotta solo nel 2020 a causa della pandemia. Nel 2023 l’export italiano ha toccato i 67,3 miliardi di euro, con un incremento del 3,4% rispetto all’anno precedente.

Le importazioni dagli Usa, invece, hanno raggiunto i 25,2 miliardi, segnando un +1,1% rispetto al 2022 e un’impennata del 59,5% rispetto al 2021. Con un avanzo commerciale più che doppio rispetto alle importazioni, l’Italia ha un peso importante nel bilancio degli scambi con Washington.

Ma il meccanismo non è sempre lineare. L’Italia è il Paese europeo più bersagliato dalle misure di difesa commerciale americane: 14 procedimenti anti-dumping e 4 anti-sovvenzioni negli ultimi anni, una statistica che la colloca in cima alla lista degli stati Ue più colpiti, seconda solo al Giappone tra i membri del G7.

I settori nel mirino vanno dall’acciaio all’alluminio, passando per i materassi e l’agroalimentare, con la pasta tra i prodotti storicamente soggetti a restrizioni. Alcune di queste misure risalgono addirittura agli anni ‘80 e ‘90, ma restano attuali e continuano a essere rinnovate.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963