Primo ok in Parlamento al decreto-legge che contiene la riforma delle concessioni balneari, da sempre spina nel fianco del governo Meloni. Il testo ha ottenuto il via libera della Camera con 144 sì e 83 no. La palla passa ora al Senato. I tempi sono ristrettissimi perché l’iter di conversione in legge va portato a termine entro il 16 novembre. Il passaggio sui balneari è stato inserito nell’articolo 1 del decreto salva-infrazioni, così chiamato perché adegua il diritto nazionale alle direttive e alle sentenze comunitarie in modo da prevenire o risolvere le procedure di infrazione.
Il testo approvato è il risultato di un lungo e difficile braccio di ferro fra il governo italiano, che ha cercato di dilatare i tempi quanto più a lungo possibile, e la Commissione europea che da anni chiede (finora inascoltata) il rispetto della direttiva Bolkestein che impone l’obbligo di bandire le gare.
Cosa cambia
Il decreto salva-infrazioni proroga al 30 settembre 2027 le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali attualmente in essere e stabilisce che le nuove procedure di affidamento delle concessioni dovranno avvenire tramite gara e dovranno essere chiuse entro il 30 giugno 2027.
Ma il termine delle concessioni può essere prorogato ulteriormente fino a marzo 2028 in caso di contenziosi pendenti o altre ragioni oggettive che ostacolino l’esecuzione delle gare.
Le nuove concessioni andranno da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni. Saranno i comuni a dover comunicare eventuali mancanze nella suddivisione in lotti. Va ancora stabilito il numero massimo di lotti che può essere aggiudicato da un unico soggetto.
Diversi i fattori presi in considerazione per l’aggiudicazione delle spiagge fra cui il rispetto dell’ambiente e del territorio, l’essere stato titolare di un’altra concessione nei 5 anni precedenti avendone ricavato il reddito principale, il numero di lavoratori che si intende assumere e il numero di concessioni già possedute nello stesso territorio.
Decade il tavolo tecnico che era stato istituito per la mappatura delle spiagge e delle concessioni.
I gestori potranno lasciare installate le strutture fino all’aggiudicazione della gara, anche fuori stagione. Via libera anche a imbarcazioni, roulotte e camper.
Gli indennizzi
Il governo Meloni ha inoltre previsto indennizzi per i concessionari che perderanno il diritto a mantenere lo stabilimento. L’indennizzo sarà a carico del nuovo concessionario e sarà di valore pari agli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione. Sono compresi gli investimenti effettuati in conseguenza di eventi calamitosi dichiarati secondo normativa, e saranno pari a quanto necessario per garantire al concessionario uscente un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni.
Per i nuovi concessionari si tratta di un paletto non da poco: doversi fare carico dell’indennizzo renderà meno vantaggioso il subentro per chi punti a ottenere una concessione balneare già in essere. I criteri per stabilire l’equa remunerazione verranno espressi in un decreto ad hoc scritto a quattro mani da Mit e Mef. Tale testo arriverà entro il 31 marzo 2025.
I circoli sportivi
Un emendamento prevede che non rientrino nella direttiva Bolkestein le società e associazioni sportive dilettantistiche che svolgono attività in via “stabile e principale”, che siano iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche e che perseguono esclusivamente finalità sociali e ricreative. Ma c’è una condizione: tali soggetti devono utilizzare il demanio marittimo non per attività economiche. Il passaggio salva circa 1.500 circoli sportivi su spiagge, laghi e fiumi.