“La Web Tax è nata innanzitutto per garantire il principio dell’equità fiscale nel nostro Paese ovvero contrastare l’elusione da parte delle grandi multinazionali digitali che vi operano senza una presenza fisica significativa e generano profitti rilevanti, tassati altrove, grazie alla fornitura di servizi digitali. Obiettivo diretto di questa iniziativa era, parallelamente, quello di recuperare risorse finanziarie utili al bilancio pubblico italiano.
Come Italiaonline riteniamo che l’attuale manovra finanziaria non debba nella maniera più assoluta snaturare questa impostazione iniziale per molteplici motivi.
Innanzitutto, andare ad estendere tale tassazione alle aziende italiane, che localizzano i propri fattori produttivi sul nostro territorio ove “rimane” anche la ricchezza che producono e che, pertanto, sono già soggette alla tassazione ordinaria (IRES, IRAP, IVA, ecc.), significherebbe colpirle ulteriormente in modo ridondante e ingiusto. Causando loro una perdita di competitività e di capacità di innovazione proprio mentre si cerca di stimolare la digitalizzazione e la trasformazione digitale del sistema economico.
Inoltre, la Web Tax è progettata per essere proporzionale ai ricavi e non ai profitti. Questo tipo di tassazione può avere un impatto marginale per le grandi multinazionali straniere con profitti elevati ed in grado di attuare strategia di ottimizzazione fiscale su scala internazionale ma sarebbe molto più pesante per le aziende italiane con minori margini e non in grado di attuare le medesime strategie di ottimizzazione del carico fiscale.
Per un’azienda come la nostra, l’unica vera grande internet company italiana, che quotidianamente lotta per guadagnare spazio tra i colossi internazionali del web, la Web Tax è una penalizzazione incomprensibile, che rischia di punire noi e avvantaggiare ancora di più i competitor stranieri. Siamo l’unico email provider italiano con 10 milioni di caselle attive, più di un italiano su due visita ogni mese i nostri portali e i nostri siti verticali, siamo l’abilitatore digitale per centinaia di migliaia di piccole e medie imprese italiane che vogliono muoversi nel mondo digitale, tra ecommerce, siti, campagne adv e gestione social, siamo una realtà italiana profondamente radicata sul territorio con oltre mille dipendenti e 40 sedi.
La nostra è una richiesta semplice: l’obiettivo della Web Tax deve essere quello di correggere un disequilibrio fiscale internazionale, non introdurre un ulteriore peso fiscale per le imprese italiane. Estendere la Web Tax alle aziende italiane come Italiaonline ne ridurrebbe la competitività e ne rallenterebbe l’innovazione tecnologica.
Italiaonline ha una lunga storia di impegno nel promuovere un mercato digitale equo e competitivo, a beneficio dei cittadini e delle PMI presenti sul territorio, mercato dove le aziende digitali italiane possano esprimere al meglio la propria capacità di servizio ed innovazione”.